Il console Antonio cercò di frenare l’ira del popolo; lesse il testamento di Cesare che nominava suo successore il nipote adottivo Ottaviano. Questi con Antonio e Lepido formò il secondo triumvirato che si mise d’accordo per governare. Mentre Lepido rimase a Roma, gli altri due, dopo aver promesso ai soldati ricompense, andarono a punire i capi dei congiurati Bruto e Cassio, che sconfissero a Filippi, in Macedonia. Dopo questa vittoria i Triumviri assegnarono ai veterani 18 colonie, tra le quali, molto probabilmente, non vi era Lucera, ma Nocera, come scrive Appiano e come intesero Mommsen e Pais e più tardi anche Francesco Branca, secondo i quali, Lucera, creata municipium dopo la guerra sociale, tale restò fino a Vespasiano, che la elevò a colonia militare; essi, quindi, non la consideravano annoverata neppure tra le colonie augustee.
Sconfitti i capi dei congiurati, Ottaviano tornò a Roma, mentre l’ambizioso Antonio si diresse in Asia e si fermò a lungo in Egitto presso Cleopatra. Là prese a congiurare contro Roma. Lepido uscì presto di scena. Ottaviano si rivolse contro Antonio e lo sconfisse a Azio, poi resistette alle tentazioni di Cleopatra. Tornato a Roma dovette mantenere, a sua volta, la promessa fatta ai veterani, cui assegnò ventotto città, che divennero colonie militari.
Fu il ritrovamento (1935) della dedica incisa sul portale dell’anfiteatro, che, fugando ogni dubbio, venne a confermare la datazione al primo sec. a. C. della colonia militare lucerina.35 Fu allora che il duumviro Marco Vecilio Campo, per ringraziare Augusto dell’elevazione di Lucera a colonia militare (dopo il 29 a. C.), fece erigere a sue spese e su proprio terreno il monumento. L’assegnazione della città ai veterani, però, non era gradita dal popolo, che la considerava piuttosto un castigo, perché i soldati ingordi e furibondi “mettevano a saccomanno le città fino ad atterrarne le mura”,36 sicché in ogni modo cercò di scongiurare l’evento: addirittura molti cittadini, con donne e bambini, si recarono a Roma dove con implorazioni e pianti cercarono di indurre l’imperatore a recedere dalla sua decisione, ma Augusto fu irremovibile, perché non poteva eludere la promessa fatta. E Lucera divenne colonia militare.
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35.Questo il testo dell’epigrafe: M.VECILIUS.M.F.L.N.CAMPVS.PRAEF.FABR.TR.MIL.II VIR. IVR.PORNTIFEX.-AMPHITHEA-TRUM.LOCO.PRIVATO.SVO.ET.MACERIAM.CIRCVM.IT.SVA.PEC.IN.HONOR.IMP.CAESAR.AVGVSTI.COLONIAEQUE LUCERIAE F.C., cioè Marco Vecilio Campo, figlio di Marco e nipote di Lucio, dell’ordine equestre e pontefice, duoviro iure dicundo, prefetto dei fabbri, tribuno militare, a spese proprie e su proprio terreno, fece costruire l’anfiteatro e lo circondò di muro, in onore dell’imperatore Cesare Augusto e della Colonia di Lucera.
36. B. COLASANTO, op. cit., p. 77; G. d’AMELY, op. cit., p. 109.
a cura di Dionisio Morlacco