Lucera, 27 Luglio 2024

Questione alberi tagliati: Interrogazione di Lucera2.0

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI LUCERA AVV. PIETRO DI CARLO
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Oggetto: taglio di alberi pericolanti lungo le vie della città
PREMESSA
Con Deliberazione n. 200 del 23.12.2021, la Giunta Municipale ha formulato apposito atto di indirizzo onde procedere “ad eliminare lo stato di pericolosità di piante pericolanti nelle vie della città”, stimate nel numero di 36, demandando, “considerata l’urgenza”, al Dirigente del IV e V Settore l’attivazione delle procedure finalizzate a dar seguito all’atto di indirizzo medesimo.
Con Determinazione n. 506 del 31.12.2021, il Dirigente ad interim del IV e V Settore, dr. Raffaele Cardillo, evidenziato il carattere di urgenza dell’atto, “in quanto la presenza di alberi pericolanti rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità e per la proprietà privata”, ha dato seguito all’atto di indirizzo di cui sopra, determinando un impegno di spesa di € 6.352,00 per il taglio di “circa 31” alberi pericolanti e affidando il relativo servizio attraverso il MEPA.
Una volta iniziate le operazioni di taglio degli alberi, incuriositi da una serie di vicende anomale segnalate da privati cittadini e da organi di stampa locali (uno su tutti, l’episodio del taglio di un albero in Via Campanile, non ricompreso tra quelli oggetto di intervento), abbiamo deciso di approfondire la questione, partendo da un sopralluogo. Abbiamo visionato personalmente gli alberi già tagliati, quelli destinati ad esserlo (segnati di rosso) e quelli invece non oggetto di intervento.
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Ebbene, il nostro sopralluogo non ci ha chiarito, almeno visivamente, il criterio discretivo utilizzato per selezionare gli alberi da abbattere e quelli da tenere, né siamo riusciti a capire in cosa consista lo “stato di pericolosità” richiamato sia nella Delibera di Giunta che nella Determinazione Dirigenziale.
Saranno pericolosi perché l’apparato radicale è troppo superficiale? Non sembra sia così, visto che alcuni alberi le cui radici sono talmente superficiali da aver sollevato e danneggiato il manto stradale sono stati abbattuti ed altri, invece, non sono stati neppure contrassegnati (come quello in Via Aldo Moro, in prossimità dei civici 25, 27). Allora saranno pericolosi perché insistono sulla carreggiata? Neppure questo parrebbe il criterio per determinare la pericolosità, visto che è stato lasciato e non contrassegnato il pino in Via Aldo Moro all’altezza del civico 98, insistente appunto sulla carreggiata (mentre quello posto di fianco è stato abbattuto). Forse perché troppo vicini agli edifici? Neanche, visto che in piazza delle Terme Romane sono stati abbattuti alberi lontani sia da strada che da edifici e, per converso, è stato lasciato e non contrassegnato il pino posto all’altezza del civico 7, vicinissimo ad una costruzione (quello posto al suo fianco, tra l’altro, è stato abbattuto). A questo punto sarà l’eccessiva inclinazione verso la strada? Basta guardare i pini perfettamente dritti, eppure contrassegnati, in Via Porta Croce – il “Calvario” – per capire che neanche questo è evidentemente il criterio.
Non ci è rimasto, dunque, che andare alla fonte, ossia alla relazione tecnica a firma dell’agronomo dr. De Vita posta alla base di questo intervento, per capire lo stato delle piante oggetto di intervento e la ragione della loro pericolosità. Ebbene, la relazione, se da un lato ci ha chiarito qual è stato il criterio utilizzato per decidere quale albero abbattere e quale tenere, dall’altro ha suscitato ulteriori interrogativi, oltre che nel merito, anche di carattere prettamente amministrativo.
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In estrema sintesi, il criterio utilizzato è quello della “sicurezza naturale delle piante in questione”, che a causa degli apparati radicali talmente compromessi da non garantirne l’ancoraggio, si ritiene sensibilmente ridotto, tanto da potersi affermare nella relazione che “le piante di pino in questione non possano essere più considerate le piante giuste al posto giusto, ovvero non possiedono più i requisiti necessari a garantire la permanenza in condizioni di sicurezza in aree pubbliche molto frequentate”.
Quanto agli interrogativi, invece, non ci resta che rivolgerli direttamente agli unici che (si spera!) possano fornirci adeguata e documentata risposta.
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Tutto quanto sopra premesso, noi sottoscritti consiglieri comunali di Lucera 2.0,
Francesco Di Battista e Francesco Russo,
INTERROGHIAMO IL SINDACO E LA GIUNTA
con espressa richiesta di risposta scritta nei termini di legge, coadiuvata da idonea eventuale documentazione, sui seguenti quesiti:
1) NellaDeliberan.200del23.12.2021,inpremessa,sifariferimentoall’ufficio
verde che provvede alla gestione ed alla manutenzione del verde pubblico e al contratto per la manutenzione del verde pubblico in essere, in regime di proroga. Ci sfugge l’attinenza del predetto richiamo con il dispositivo della delibera e chiediamo chiarimenti in merito.
2) Dagliattirisultaladataincuiildr.DeVitaha“inviatolarelazionerichiesta”, ma nulla si dice su: chi l’ha richiesta, quando, in che forma e con quale modalità. Chiediamo chiarimenti in merito.
3) Dalla lettura degli atti sembrerebbe che all’agronomo sia stata richiesta una relazione sugli esemplari di pino domestico presenti nell’intero centro abitato e che sia stato poi costui ad individuare e circoscrivere le zone della città in cui sono presenti criticità (si legge testualmente: “è stata richiesta
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all’agronomo dott. Giuseppe De Vita una relazione dettagliata sulle condizioni fitosanitarie e di stabilità degli esemplari di pino domestico radicati nel centro abitato di Lucera su suolo pubblico… in data 06.12.2021 il dott. Giuseppe De Vita ha inviato la relazione richiesta dalla quale risultano evidenti criticità nelle seguenti zone: …”). Dalla lettura della relazione si evince invece che è stato proprio il committente a conferire incarico al dr. De Vita limitatamente ad alcune zone della città, in particolare: Via Della Robbia, Via Mantegna, Via Tintoretto, Via Porta Croce, Viale Castello, Piazza Terme Romane, Zona Cappuccini, Via Aldo Moro, Via Leonardo Da Vinci, Via Piccolo. Quid verum? E se, come riteniamo, è stato il Comune ad individuare e circoscrivere le aree di intervento, sulla base di quale criterio lo ha fatto?
4) Perché l’analisi delle condizioni fitosanitarie e di stabilità sono state circoscritte solo agli esemplari di pino domestico e non anche ad altre tipologie di alberi, pure variamente presenti sul territorio urbano?
5) Nella premessa della Deliberazione si fa riferimento ad una relazione redatta dall’agronomo dr. Antonio Baselice, risalente al 23.07.2020, avente ad oggetto sei alberi presso l’area cimiteriale. Né gli alberi, né l’area in questione sono però oggetto di delibera e di intervento. Ci sfugge quindi l’attinenza di tale richiamo e chiediamo chiarimenti in merito. Tuttavia, il predetto richiamo fa sorgere spontaneo un altro interrogativo: perché alla relazione del dr. Baselice non è seguito alcun intervento, nonostante sia, ed anche di molto, precedente a quella oggetto della presente interrogazione?
6) Nella Deliberazione il numero di alberi pericolanti viene indicato in 36 unità, che diventano “circa 31” nella Determinazione Dirigenziale, a fronte dei 30 individuati dal dr. De Vita. In definitiva, quante sono effettivamente le piante pericolanti? Da chi è stata accertata la pericolosità delle piante
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ulteriori rispetto a quelle individuate dall’agronomo e con quali forme e
modalità?
7) Le piante in questione, come leggesi nella relazione, sono state oggetto di
“indagine visiva”, considerata sufficiente nel caso di specie, “tanto è vero che non è stato ritenuto necessario predisporre ulteriori indagini ed approfondimenti strumentali”. Sappiamo bene che l’indagine visiva è una delle metodologie di indagine effettivamente possibili, ma sappiamo anche che essa viene utilizzata quando appaia evidente ictu oculi che la pianta è talmente danneggiata da costituire pericolo. Non ci sembra, almeno per diversi alberi interessati dall’operazione, per esempio alcuni di quelli siti in Via Porta Croce, che tale estrema pericolosità appaia così evidente al solo colpo d’occhio, anzi diremmo piuttosto il contrario. Perché, dunque, almeno su quegli alberi non è stato richiesto un approfondimento di indagine?
8) Larelazionetecnicaafirmadeldr.DeVitariferiscesullostatofitosanitarioe sulla stabilità delle piante in questione in maniera generalizzata, senza esaminare uno per uno ogni singolo albero, riferendo degli specifici problemi di ognuno. Possibile – e ci sembra davvero una domanda retorica – che tutti e 30 gli alberi siano affetti dalle stesse identiche patologie e presentino gli stessi identici problemi e lo stesso identico grado di pericolosità?
9) Nella relazione tecnica non vengono esattamente individuati gli alberi da tagliare, ma sono solo genericamente indicati gli alberi da tagliare per ogni via (es. Via Della Robbia n. 2 piante; Via Mantegna n. 2 piante, ecc.). Viene poi precisato che le piante da tagliare saranno identificate in loco mediante marcatura di colore rosso. L’esatta individuazione è dunque avvenuta in loco, ma non ve ne è traccia nella relazione: non si tratta di un metodo di individuazione piuttosto pericoloso, che lascia spazio ad eccessivo arbitrio e
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al rischio che si possa procedere a sostituzione degli alberi effettivamente destinati al taglio o che si possa intervenire su ulteriori alberi rispetto a quelli oggetto di perizia – cosa peraltro già successa in Via Campanile?
10)A tutti i pini oggetto di analisi è stata assegnata la Classe D della “Classificazione di Propensione al Cedimento degli Alberi”, ossia “Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute”. In sostanza, l’apparato radicale sarebbe così compromesso da non garantire più l’ancoraggio, determinando un rischio estremo di caduta. Alla luce di ciò, ci si chiede come mai in alcune zone, quali ad esempio Via Porta Croce, si è deciso di non tagliare più alcuni alberi che pure erano stati contrassegnati. Delle due l’una: o quegli alberi, in quanto contrassegnati, sono estremamente pericolosi, ed in tal caso lasciandoli si è deciso di mettere a serio rischio la pubblica incolumità; oppure, evidentemente, per quegli alberi il rischio caduta non è poi così estremo e concreto come si legge nella relazione. La quale, se così fosse, dovrebbe ritenersi poco attendibile, con la conseguenza che sarebbero stati tagliati alberi sulla base di una relazione poco attendibile. Ci vengano forniti dei chiarimenti sul punto, perché abbiamo davvero difficoltà a comprendere.
11)Si legge nella relazione che, una volta abbattuti gli esemplari di pino contrassegnati, si provvederà alla sradicazione dei ceppi ed alla sostituzione
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con altrettanti esemplari di leccio. Nell’accogliere favorevolmente questa notizia, ci chiediamo: vi è già un piano programmato per la sradicazione dei ceppi – peraltro anch’essi pericolosi? Nel costo stimato di € 6.500 di cui alla relazione è ricompresa anche la sradicazione? Se, come riteniamo, non dovesse essere così, è stata già stimata la spesa per la sradicazione di circa 30 (o 31 o 36 o quanti?) ceppi e delle relative radici e per la risistemazione del sito – posto che le radici si diramano per ampie porzioni di terreno e richiedono lo smantellamento di asfalto, strade e marciapiedi? Se sì, a quanto ammonta? Vi è già un piano programmato per la ripiantumazione dei lecci, che presumibilmente avverrà subito dopo la sradicazione delle radici e la risistemazione dei siti di impianto? E qual è il costo stimato?
Lucera, 7 marzo 2022
Il gruppo consiliare Lucera 2.0
Francesco Di Battista Francesco Russo
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