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Disbiosi intestinale: cos’è e come combatterla con l’alimentazione del dott. Nicola Barbaro

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Inauguriamo oggi una nuova rubrica dedicata alla salute con il Biologo Nutrizionista Dott. Nicola Barbaro

Dott. Nicola Barbaro
Biologo Nutrizionista, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e Nutrizione Umana al Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente di Foggia e dal 2018 iscritto all’albo dei Biologi sez. A. Ha iniziato a lavorare come libero professionista e ha svolto attività di frequenza volontaria presso il reparto Dialisi dell’Ospedale Lastaria di Lucera svolgendo attività di consulenza nutrizionale e cercando di aggiornare costantemente la formazione seguendo corsi di nutrizione relativa alle patologiche metaboliche, alle patologie autoimmuni e nutrizione sportiva approfondendo studi di nutrizione in età pediatrica, mimadigiuno e chetogenica. Elabora piani alimentari, con l’ausilio di strumentazione avanzata per la valutazione della composizione corporea(massa grassa, massa magra, acqua corporea totale extracellulare e intracellulare) tramite bioimpedenziometria (BIA) al fine di migliorare le condizioni generali fisiche e psichiche del paziente.

Disbiosi intestinale: cos’è e come combatterla con l’alimentazione
Nicola Barbaro
La disbiosi intestinale è una condizione in cui viene alterato il microbiota intestinale, ossia l’insieme di tutti i microrganismi che colonizzano il tratto intestinale, localizzati soprattutto a livello del colon, dove sono più abbondanti. Essa non è da considerarsi come una vera e propria patologia, ma come una condizione che può predisporre all’insorgenza di diverse patologiche tra cui il cancro, l’artrite reumatoide, la sarcopenia, la spondiloartrite, il diabete mellito di tipo 1, la steatosi epatica non alcolica, la sindrome metabolica, il colon irritabile e cosi via richiedendo un vero e proprio cambiamento dello stile di vita. Molteplici sono le cause della disbiosi. Uno degli aspetti che influenza la composizione e la qualità del microbiota intestinale è l’alimentazione. In particolare un alimentazione povera di fibre contenute nei prodotti vegetali come frutta e verdura e ricca di zuccheri semplici, alimenti raffinati come dolci, caramelle, prodotti industriali come brioche, merendine e proteine di origine animale, comporta una riduzione del microbiota per la mancanza di substrati nutritivi che permettano ai microrganismi di riprodursi. Un altro fattore che influenza negativamente la composizione del microbiota è la sedentarieta’ ed è stato dimostrato che l’inserimento dell’esercizio fisico in topi obesi abbinato a una dieta ottimale porta a una modifica del microbiota, che torna simile a quello dei topi magri.
Anche i farmaci possono influenzare in modo significativo il nostro microbiota, in particolare l’utilizzo di antibiotici a largo spettro, che uccidono sia i batteri responsabili della patologia, sia i batteri buoni come i fermenti lattici e i probiotici che convivono nel nostro corpo, gli inibitori di pompa protonia (PPI) e la pillola anticoncezionale. La disbiosi è correllata a un aumento dell’ infiammazione sistematica che è alla base di tutte le patologie croniche. Sintomi tipici della disbiosi sono: problematiche digestive che si associano a gonfiore post-prandiale ed eventuale alitosi, stitichezza o diarrea, gonfiore e dolori intestinale, maggiore suscettibilità alle infezioni. In generale per la cura della disbiosi intestinale vengono somministrati i probiotici, organismi vivi e vitali che, se somministrati in quantità adeguata, apportano benefici alla salute dell’ospite, appartenenti alle specie dei Lattobacilli, Bifidobatteri, Streptococchi e il Saccaromices Boulardii, un lievito antagonista della Candida intestinale. Di fondamentale importanza sono anche i prebiotici, delle sostanze che permettono ai microrganismi della flora batterica di accrescersi e nutrirsi. Tra questi citiamo i FOS (fruttoligosaccaridi) e l’inulina presente nella radice di cicoria, e l’assunzione di alimenti ad azione probiotica  quali lo yogurt, kefir di latte, miso, tempeh (più conosciuto come carne di soia) e verdure lattofermentate. Come detto in precedenza una dieta povera di fibre e ricca di zuccheri semplici, prodotti industriali, incide negativamente sulla flora batterica intestinale contribuendo alla crescita eccessiva di specie batteriche patogene.
Spesso la disbiosi si correla a un eccesso fermentativo e l’elevato consumo di fibre e di alcuni zuccheri fermentescibili presenti anche in alcuni cibi “sani” detti FODMAPs acronimo di monosaccaridi, disaccaridi, oligosaccaridi fermentescibili e polioli conducono a un’eccessiva fermentazione batterica e l’insorgenza di fastidi intestinali. Tra gli alimenti ricchi di questi zuccheri troviamo il latte, lo yogurt e la ricotta, tutti i legumi; alcuni sostituti dello zucchero come xilitolo, sorbitolo, mannitolo; alcuni cereali quali il frumento, l’orzo, la segale e il farro; alcuni frutti come mele, pere, pesche, albicocche, ciliegie e alcune verdure come cipolla, aglio, asparagi e funghi. In conclusione si consiglia di consumare regolarmente frutta e verdura, con degli accorgimenti per chi ha problemi intestinali, coliti, diverticolosi e in presenza di malattie infiammatorie croniche quali il morbo di Crohn, Rettocolite ulcerosa, colite difficilmente trattabile, alimenti ad azione probiotica ed evitare il consumo eccessivo di zuccheri semplici e prodotti raffinati, curando la propria alimentazione fin da piccoli per stare bene e in salute, prevenendo l’insorgenza di patologie.

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