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Lettera aperta a Franco Forte

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Opinioni

Caro Franco,
consentimi di rivolgermi a te con tono confidenziale, tenuto dei buoni  rapporti intercorrenti tra il sottoscritto e i Forte, compreso quelli che non gravitano nell’ambito della politica. E consentimi anche di chiosare il tuo ultimo  intervento a proposito della questione della ventilato ridimensionamento dell’ospedale.  In via preliminare, mi corre l’obbligo ricordarti che sono stato il primo a chiedere al segretario politico del Pd. Fabrizio Abate, di far dimettere tutto il coordinamento locale, per cui non corro il rischio di essere tacciato di tifare per qualcuno o alcuni.  Abate non lo ha fatto e si assumerà le sue responsabilità politiche, facendocele eventualmente conoscere. E’ chiaro che Abate non aveva l’obbligo di raccogliere il nostro suggerimento, perché il compito del giornale non è quello di dettare la linea politica, ma semmai di suggerirla o interpretarla. Anche tu hai chiesto la stessa cosa, ma non lo hai fatto seguendo l’iter formale, che è quello di chiedere la convocazione del coordinamento sull’argomento ospedale, benché la richiesta stessa provenisse dalla minoranza, di cui tu fai parte con un bel gruppo di tuoi amici. Tu continui a lamentarti che Abate prosegue nel suo cammino solitario nella conduzione del partito, poiché terrebbe all’oscuro i dirigenti circa le proposte da avanzare in relazione ai problemi cittadini. E questo dell’ospedale è un super problema, anche perché investe l’atteggiamento vergognoso che stanno tenendo alcuni autorevoli esponenti del Pd, come Paolo Campo ed Elena Gentile, i quali spudoratamente hanno detto che il “Lastaria” deve chiudere senza discussioni.
A mio modesto parere, per dare una scossa e l’esempio, dovevi dimettersi da consigliere provinciale, chiamando in causa il coordinamento del capoluogo e anche quello regionale, che sta a rimorchio del presidente Nichi Vendola. Hai dichiarato che si saresti dimesso da consigliere provinciale se Abate avesse fatto la stessa cosa. Capisci che è un modo un po’ singolare di affrontare la questione: è  come se il calciatore per allontanare il pallone pericoloso lo butta nel campo avverso! E’ il momento questo di operare con chiarezza, perché la sensazione è – te lo devo dire – che cerchi di utilizzare l’argomento ospedale per lanciare il sassolino all’indirizzo del tuo “nemico” Abate. Mi dirai che così non è e di questo prendo atto preventivamente. Però, devi dimostrare di buttare tutto all’aria – Abate e non Abate – perché una presa di posizione forte di...Forte serve in questo momento. Anche perché l’argomento ospedale è scivoloso, dato che - qualora il nosocomio dovesse essere ridimensionato – l’argomento andrà al centro dei dibattiti della prossima campagna elettorale, dalla quale il Pd potrebbe uscire con le possa rotte.
La gente vuole da tutti i componenti il tuo partito un atteggiamento che non segua il solito copione delle chiacchiere, perché queste se le porta il vento. Non ci hai fatto conoscere cosa pensa il tuo segretario provinciale Paolo Campo in merito alla salvaguardia dell’ospedale. O, meglio, abbiamo qualche straccio di comunicato, che contiene il solito frasario che non dice nulla. Qui la responsabilità maggiore non è di Nichi Vendola, ma del Pd a livello regionale, che sta mettendo la testa sotto la sabbia per non vedere. Al di là dell’aspetto politico, tu sei un lucerino che ti sei sempre battuto, anche come amministratore, per risolvere i problemi cittadini, dando anche testimonianza di lungimiranza e fattività, come quando hai rimesso a nuovo i servizi sociali. Ora è il momento che tu esca allo scoperto da lucerino, invocando a gran voce quei diritti all’assistenza ospedaliera che non può essere argomento di clientela o da affidare a Dino Marino o Elena Gentile.
Con cordialità

Antonio Di Muro

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