ALBErO DI GAZA
Lasciami così,
spoglio e grigio di cenere,
affamato e nel panico del nulla.
A che serve, dimmi,
a che servirà mai tornare
smagliante di verde, se tutto vermiglia
di sangue e lacrime,
sui rami bombardati della città?
Lasciami così, indegno di gemme,
rimprovero di distruzione e morte,
come un perchè inspiegabile,
come un silenzio da sfogliare
quando la notte non vuole passare.
Lasciami così – lo voglio! –
nudo e malfamato come quel bimbo
che non potrà più
ridacchiare alla mia ombra di foglie e fiori e frutti:
dorme nelle braccia di Morte,
più pacifica degli assassini di Umanità.
Lasciami così,
finchè sul volto di Gaza non tornerà,
non solo per me,
la tua speranza, Primavera.