Lucera, 05 Maggio 2024

Tempo di Quaresima: la preparazione alla Pasqua

Già prima del Concilio di Nicea, tra il III  ed il IV secolo, la Pasqua era diventata il centro dell-intero ciclo annuale e si era dilatata in cinquanta giorni (pentekosté), vissuti come un grande giorno di Pasqua.
Sant-Ippolito, nella Tradizione apostolica (III secolo), riferisce che era preceduta da un digiuno obbligatorio di due giorni e da una preparazione dei convertiti, poi battezzati nella notte pasquale, durante la quale si amministravano i principali sacramenti, fonti della grazia santificante e prolungamenti tra i fedeli della vita del Redentore: battesimo ed eucaristia.
Dalla veglia si sarebbe sviluppato, poi, il triduo pasquale (venerdì, sabato e domenica) come memoria della morte, sepoltura e resurrezione. Il digiuno si sarebbe esteso, a sua volta, dapprima a tre settimane e poi a sei e mezzo, formando la tessarakosté, ovvero la Quaresima e, infine, all-interno della pentekosté, sarebbero emersi il quarantesimo giorno, dedicato all-Ascensione, ed il cinquantesimo alla discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli.
Con il primo Medioevo, il mistero pasquale si frantumò in due tridui: il triduo della Passione (giovedì, venerdì, sabato) e quello della Resurrezione (domenica, lunedì, martedì in albis). Ne scaturì che il giovedì, che all-inizio era considerato il giorno conclusivo della Quaresima, venne incluso nel primo triduo pasquale.
Pio XII iniziò la restaurazione del triduo pasquale originario, riportando la veglia alla notte tra il sabato e la domenica, un-ora corrispondente alla verità storica; restaurazione compiuta con il Concilio Vaticano II.
Le celebrazioni pasquali sono precedute dal tempo di Quaresima (dal latino quadragesima, ovvero quarantesimo giorno) che comincia, nel rito romano, il mercoledì delle Ceneri e dura fino al tramonto del giovedì santo, prima della messa in Coena Domini. 
Una prassi penitenziale, con il digiuno al venerdì e sabato santo, è documentata, sin dalla metà del II secolo, a Roma. La Quaresima vera e propria, ossia il periodo di preparazione di circa quaranta giorni, fu adottata in Oriente dall-inizio del IV secolo ed a Roma nel 384.
Il mercoledì delle Ceneri, con cui si apre la Quaresima nel rito romano, era detto un tempo, in latino, Caput quadragesimae oppure Caput ieiunii, inizio del digiuno. Le prime testimonianze sulla benedizione e cospersione delle Ceneri risalgono, al IX secolo; venivano imposte ai soli penitenti che, ricevuta la penitenza dal vescovo, attendevano il giorno della riconciliazione vestiti di sacco. Venuta meno la penitenza pubblica, si estese il rito, di origine gallicana, a tutti i credenti per ricordare il comune destino mortale causato dalla caduta originale ed umiliarne così l-orgoglio.
Le ceneri, secondo la tradizione, si devono ottenere dai rami di olivo benedetti l-anno precedente nella domenica delle Palme. Il sacerdote le impone a tutti i fedeli dicendo in latino, là dove lo si usa ancora, la formula tradizionale: -Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris-ovvero: -Ricordati uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai-.
La Quaresima è il tempo in cui il Cristo purifica la sua -sposa-, la Chiesa. La penitenza dei fedeli, segno della partecipazione al Cristo che si fa penitente per ogni uomo con il  digiuno nel deserto, consiste nell-ascolto più frequente della parola di Dio, nella preghiera più intensa e prolungata, nel digiuno e nelle opere di carità.


Nando Carrescia by Cattabiani

Facebook
WhatsApp
Email