Lucera, 03 Maggio 2024

Cicc Cuott, le nostre tradizioni, tra cucina e ‘credenze’

In Italia, e nelle regioni del Sud soprattutto, ricco di culture e tradizioni, ce n-è una in particolare legata al culto dei morti. Nel periodo che va dal 31 di ottobre al 4 novembre, non si va a scuola, poichè per la ricorrenza detta di –Ognissanti– che cade il primo di novembre, segue quella dedicata ai nostri defunti, il 2 di novembre ed in quei giorni era ed è ancora nostra consuetudine quella di recarci nel cimitero del paese per visitare i nostri parenti defunti.
Non esiste regione nel nostro Paese che non abbia nella sua gastronomia tradizionale, un piatto di rito e dalla forte valenza simbolica dedicato al Giorno dei Morti. Alcuni lo collegano al Mito di Proserpina. Figlia di Cerere, Proserpina fu rapita da Plutone re dell-Ade, divenne  sua sposa e fu regina degli Inferi. Cerere, chiese aiuto a Zeus per liberarla. A Plutone non restò che obbedire, però, prima di farla partire, fece mangiare alla sua amata dei chicchi di melograno. Ella poté ritornare in superficie però ad una sola condizione, e cioè  che trascorresse sei mesi all-anno con Plutone, e fu così che i Greci spiegavano l-alternarsi delle stagioni.
Secondo la credenza popolare più -terrena- invece, nella notte tra l-1 e il 2 novembre le anime dei defunti tornano dall-aldilà Il viaggio che li separa dal mondo dei vivi, è  lungo e faticoso ed è per questo che vengono imbandite tavole a cui i propri defunti trovano ristoro, ed anche per renderli benevoli verso i giorni a venire.
I dolci dei morti in ogni regione comunque simboleggiano i doni che i defunti portano dal cielo e contemporaneamente l-offerta di ristoro dei vivi per il loro viaggio. Un modo per esorcizzare la paura dell-ignoto e della morte.
Una tradizione molto diffusa in Puglia, vuole che alla vigilia dei Morti i bambini appendano al bordo dei loro letti delle calze, chiamate –cavezette di murte– e, che durante la notte, vengono riempite di dolci dai defunti che passano.


Grano


L-altro importante cibo tradizionale presente sulle tavole il Giorno dei Defunti è il grano.
In tutte le culture e le religioni il grano è il simbolo stesso della vita e della fertilità. Ma per raccogliere il chicco di grano bisogna recidere la spiga ? ucciderla ? e il chicco solo dopo essere morto a sua volta, sottoterra,  rinascerà in una nuova spiga.
Il grano dunque viene associato nello stesso tempo anche alla morte e alla resurrezione e diviene il simbolo del continuo e incessante ciclo di morte e rinascita della natura. In una delle tradizioni religiose più antiche, il culto misterico di Eleusi, le celebrazioni in onore di Demetra-Cerere dea dell-agricoltura e dei raccolti, prevedevano che gli iniziati partecipassero recando fiaccole e spighe di grano, simboli di luce e vita, e che, durante il rituale, la sacerdotessa tagliasse una spiga di grano ? la uccidesse ? e annunciasse subito dopo la nascita del divino bambino Dioniso.
Morte e rinascita, vita che nasce dalla morte.
Mangiare il grano nel Giorno dei Morti viene così ad assumere, oltre che valore rituale, valore propiziatorio per garantire continuazione alla vita e prosperità.


Cicc Cuott o Grano dei morti


Ingredienti
– 500 gr di grano tenero -bianchetta-,
– una melagrana matura di buona grandezza,
– 150 gr di noci sgusciate,
– 150 gr di cioccolato fondente,
– qualche cucchiaio di zucchero,
– vino cotto (mosto)


Preparazione


Bollite il grano per circa un-ora, dopo averlo tenuto a bagno in acqua tiepida per due giorni.
Lasciate raffreddare, aggiungete tutti gli altri ingredienti a pezzetti e, al momento di servire in tavola, condite la quantità desiderata con vincotto a volontà.

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