Lucera, 05 Maggio 2024

Eccellenze lucerine a cura di Dionisio Morlacco ‘ Profili biografici: Raffaele Pio PETRILLI

Raffaele Pio Petrilli (Napoli 23.7.1892-Roma 14.11.1971), figlio dei lucerini Alfonso Petrilli1 e Flaminia Carrescia, compiuti i primi studi a Napoli, venne a Lucera per frequentare il prestigioso liceo “R. Bonghi”, dove nel 1910 conseguì la licenza liceale. Tornato a Napoli, nel mentre frequentava l’università, cominciò subito la sua lunga attività pubblica partecipando all’istituzione del Circolo universitario cattolico (1912) e due anni dopo prese parte al Congresso nazionale della F.U.C.I. Nel 1915 si laureò in giurisprudenza col massimo dei voti e nel 1919, fondato il P.P.I. da Luigi Sturzo, ne entrò a far parte. Nel 1920/21, nell’ultimo governo Giolitti, divenne segretario particolare dei sottosegretari Francesco Degni e Umberto Merlin al Ministero delle terre liberate; l’anno dopo, però, lasciò quest’incarico per entrare in magistratura col ruolo di uditore giudiziario presso il Tribunale di Roma. Nel 1923 sposò Maria Del Balzo dei duchi di Presenzano, dalla quale ebbe due figlie. Nel 1925 passò all’Avvocatura dello Stato e vi percorse i vari gradi della carriera fino a raggiungere la nomina a Sostituto avvocato generale dello Stato. Nel luglio del 1944 divenne vicecapo-gabinetto del Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi; intanto, mentre prestava la propria assistenza all’Istituto di Liquidazioni e all’IRI, fu nominato rappresentante della Presidenza del Consiglio nel comitato direttivo della sezione autonoma della CRI, che aveva il compito di garantire l’assistenza giuridica agli stranieri. Nel ’45 divenne Consigliere di Stato e rappresentante del Presidente del Consiglio dei ministri nel consiglio di amministrazione dell’Istituto centrale di Statistica, poi capo di gabinetto del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Nel 1946 lasciò tale carica per partecipare alle elezioni del 2 giugno per la Costituente e riuscì eletto con i più larghi consensi nella circoscrizione Bari-Foggia,2 da allora fu deputato della DC per tre legislature consecutive, durante le quali fu sottosegretario di Stato al Tesoro (1946/48) nel 2°, 3° e 4° Ministero De Gasperi, incarico che rivelò la sua profonda dottrina e le sue doti politiche e gli procurò una grande esperienza, soprattutto nei problemi del pubblico impiego. Pur non potendo partecipare direttamente al dibattito costituzionale, per l’incompatibilità dovuta al suo incarico governativo, fu, tuttavia, a stretto contatto con i componenti dell’Assemblea Costituente ai quali fornì la sua collaborazione soprattutto in merito ai problemi pensionistici, ai danni di guerra, alle situazioni della pubblica amministrazione e alle perdite economiche derivanti dalle calamità naturali. Alle elezioni politiche del ’48 guidò la lista della DC nella circoscrizione Bari-Foggia e con oltre 80 mila voti risultò il maggior suffragato in Puglia dopo Giuseppe Di Vittorio. Tra il 1948 e il 1951 fu presidente della Commissione interministeriale per l’assegnazione dei fondi ERP (European Recovery Program) per il settore turistico-alberghiero e componente della Commissione di vigilanza sull’istituto di emissione e sulla circolazione monetaria. Vicepresidente della IV Commissione permanente (Finanze e Tesoro) e poi componente della III Commissione permanente (Diritto, Procedura, Ordinamento giudiziario e affari di giustizia), infine fu nominato – e fu il primo in Capitanata nella storia repubblicana – Ministro senza portafoglio per la Riforma della burocrazia e dell’amministrazione nel VI Governo De Gasperi (27 gennaio 1950-26 luglio 1951) e per pochi mesi tenne contemporaneamente anche il Ministero della Marina mercantile, a conclusione di un percorso politico costellato di riconoscimenti e di numerosi incarichi di prestigio, nei quali fece “sentire la sua autorevolezza, dando un alto contributo di conoscenza e di dottrina attraverso ripetuti interventi orali“ (M. Galante).

Cessata l’esperienza governativa ritornò al Consiglio di Stato di cui divenne Presidente (5.2. 1953). Per le elezioni politiche del 7 giugno 1953 la sua candidatura suscitò alcune polemiche (anche da parte di Luigi Sturzo), perché giudicata incompatibile con il suo impegno nel Consiglio di Stato, ciononostante fu designato ancora come capolista della DC nella circoscrizione Bari-Foggia, e coi suoi 51.698 voti risultò tra i più suffragati in Puglia, sopravanzando ancora una volta Aldo Moro di oltre 10 mila voti.

Nel corso di quest’altra legislatura Petrilli ebbe modo di continuare a svolgere la sua specifica attività nei vari organismi parlamentari di cui fu chiamato a far parte, soprattutto nella Commissione giustizia.

Nel 1958 non si presentò più candidato, ma continuò ad esercitare diversi incarichi: nel 1960 fu membro della Commissione di studio degli aspetti giuridici e finanziari connessi all’attuazione delle regioni a statuto normale; nel 1962 – dopo essere stato collocato a riposo il 31 luglio – divenne consigliere di amministrazione dell’Enel; nel 1965 fondò la rivista Rassegna giuridica, di cui fu direttore, ove si occupò soprattutto della nazionalizzazione delle imprese elettriche, nel mentre faceva parte anche del consiglio di direzione della rivista L’Amministrazione italiana.

A prova delle sue alte doti, unanimemente apprezzate, fu fatto segno di non pochi riconoscimenti: nel 1957 ricevette l’onorificenza di Gran Croce dell’Ordine della Corona della Quercia conferitagli dalla duchessa di Lussemburgo, nel 1958 venne insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana, nel 1960 l'ambasciatore francese in Italia, dr. Gastone Palewski, gli conferì l'onorificenza di Grande Commendatore della Legione d'Onore a nome del Presidente della Repubblica Francese, nello stesso anno fu nominato socio d’onore della Società di Storia patria per la Puglia. Di lui Luigi Einaudi apprezzò le “doti di carattere, d’ingegno e di studio” e Giulio Andreotti vide in lui una “forte figura” e un “ministro di raffinata cultura”.

Benché nato a Napoli si sentiva fortemente legato alla patria dei suoi avi e a Lucera e in Capitanata fu assiduamente presente a raccogliere le segnalazioni e le richieste degli amministratori e dei cittadini, per i quali si prodigò instancabilmente;3 per Lucera, in particolare, si impegnò per fare assegnare aiuti finanziari ai danneggiati dal terremoto del 1948, per sostenere la Colonia Agricola, per la costruzione di case popolari, del 2° edificio scolastico “Lombardo Radice”, dell’ufficio delle Poste, della realizzazione dell’Ospedale Civico “Francesco Lastaria”, sposando il progetto del Sindaco Mario Ferrone (1952) ed ottenendo un finanziamento dalla Cassa Depositi e Prestiti.

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1. L'avv. Alfonso Petrilli (1848-1914) è ricordato per la fiera dirittura e indipendenza del carattere, per l'inimitabile garbo di perfetto gentiluomo, simpaticamente noto negli ambienti mondani e sportivi napoletani. Sindaco di Lucera nel 1894/95, rafforzò le finanze comunali e promosse generose iniziative di progresso e di pubblica assistenza. Con Raffaele Petrilli fondò nel 1879 la Banca Agricola, valido strumento di progresso economico. Nel 1882 fu candidato al parlamento per il partito progressista. Amicissimo di Bonghi, ne appoggiò caldamente la candidatura nel 1892. Cittadino per ogni aspetto esemplare, come lo definì Salandra, si dedicò all'industria agricola con larghezza e modernità di vedute e fu appassionato cavallerizzo.

2. Con circa 50 mila voti di preferenza fu il più suffragato tra i democristiani e superò di 22 mila voti il giovane emergente Aldo Moro.

3. “L’on. Petrilli è in Capitanata per l’esame dei più urgenti problemi ed ha promesso il suo personale, autorevole interessamento per la soluzione di essi” (Il Corriere di Foggia, n. 37 del 1946). Per Raffaele Pio Petrilli si veda anche in MARIO PRIGNANO, Per antico amore. Scritti di passione municipale e civile, Foggia 2014).

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