Si scrive 'PUC', si legge 'Patto di Utilità Collettiva'.
È quello che l'Amministrazione Civica intende attuare, coinvolgendo 60 tra gli 800 percettori del reddito di cittadinanza residenti a Lucera.
I soggetti selezionati saranno impiegati nel progetto per la "cura dell'ambiente urbano, degli immobili di proprietà comunale e del verde pubblico".
Le assicurazioni Inail e per la Responsabilità Civile saranno coperte dal Fondo per la povertà e dal Pon Inclusione.
Ai partecipanti saranno assegnate mansioni affini alle competenze, alle propensioni ed agli interessi emersi dai colloqui selettivi. Il tutto dopo la nomina di un tutor.
Secondo il Decreto Legge 4/2019 i beneficiari della misura di sostegno economico sono tenuti ad offrire, "nell'ambito del patto per il lavoro e di quello per l'inclusione sociale, la propria disponibilità per la partecipazione a progetti a titolarità dei Comuni ed utili alla collettività".
Il servizio va svolto nella città di residenza "mettendo a disposizione un numero di ore compatibile con altre attività e, comunque, non inferiore alle otto ore settimanali, aumentabili fino ad un massimo di sedici a settimana con il consenso di entrambe le parti".
Per la Giunta Pitta bis "i 'PUC' vanno intesi come attività di restituzione sociale per quanti ricevono il beneficio del reddito di cittadinanza". E rappresentano un'occasione di inclusione, formazione e crescita sia per loro, sia per la comunità.
Il nuovo 'Piano di Utilità Collettiva' dell'Ente Comune è stato studiato per fornire, sia pur in forma temporanea, un supporto alle attività ordinarie svolte dagli uffici del Municipio.
Il numero delle ore lavorabili, anche in questo caso, varierà tra un minimo di otto ed un massimo di sedici per ogni settimana.
In Consiglio Comunale, a luglio, il democratico Fabrizio Abate aveva invocato l'utilizzo degli assegnatari di 'RdC' per garantire l'apertura al pubblico dei monumenti cittadini.
Un pungolo che sembra aver funzionato, stando alla reazione degli amministratori locali.
Costantino Montuori
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