AMBIENTE Wwf         Pubblicata il

Wwf: un SI che vale tre, difende il mare, la democrazia, la legalità




In considerazione dei recenti avvenimenti, per il WWF Foggia scegliere SI al referendum del 17 aprile per fermare le Trivelle nel mare assume un significato che va oltre il particolare quesito referendario.
Nel primo atto della vicenda vi sono gli  sforzi del Governo per non far raggiungere il quorum (50% più 1 degli aventi diritto al voto), non concedendo l’accorpamento del referendum con il voto per le amministrative (election day), dilapidando così 360 milioni di euro, e fissando la data della consultazione nella prima domenica possibile per ridurre il tempo disponibile all'informazione dei cittadini.
Lo stesso Governo ha successivamente apertamente invitato a disertare la consultazione.
Si è poi assistito, evidenzia il WWF, perfino ad un ministro dell'ambiente che ha strizzato l’occhio all’astensione ad un referendum popolare a difesa dei mari, dimenticando anche i 60mila italiani che lavorano nel settore della pesca e i  47mila esercizi commerciali costieri che sono messi in pericolo dal rischio incidenti delle piattaforme petrolifere. A questo proposito, ai sostenitori delle trivelle  che sostengono che i nostri impianti, progettati e realizzati dalla tecnologia italiana, sono tra i più sicuri al mondo, il WWF ricorda il disastro del 2010 alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che ha provocato il più grave inquinamento marino mai registrato nei mari USA eppure gli Stati Uniti sono notoriamente la prima potenza tecnologica su scala globale, certamente non inferiore alla tecnologia italiana.

Si è arrivati quindi al caso,  trattato da tutti i media per i suoi aspetti di illegalità, del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi che si è dimessa dopo la diffusione delle carte giudiziarie che hanno evidenziato il suo impegno diretto  a sostenere, su richiesta del compagno Gianluca Gemelli, un emendamento vantaggioso per le lobby petrolifere, prima bocciato nello Sblocca Italia e poi ripreso nella Legge di stabilità. 
Una vicenda che ha evidenziato non solo l'intreccio  "petrolio e appalti"  ma anche  il sistema con cui si gestisce il settore estrattivo che è pieno di opacità e di privilegi e che fa dell’Italia un paradiso fiscale per le aziende petrolifere. Un  sistema che andrebbe riformato facendo pagare il dovuto, valutando i costi delle ricadute ambientali e sulla salute. Un "paradiso fiscale" ove le servitù petrolifere mettono a rischio l’ambiente e i settori economici che vivono delle risorse naturali.
"Alla luce di quello che sta avvenendo - ha dichiarato Carlo Fierro, presidente del WWF Foggia - sembra proprio che il Governo non voglia tener conto della rotta indicata dai referendum su acqua e centrali nucleari. Sul fondamentale tema dell'energia che riguarda l’ambiente e perciò la salute di tutti, procede, infatti, in direzione opposta, nella direzione cioè apprezzata dalle multinazionali. Il WWF rivolge, pertanto, un invito a tutti i cittadini, di qualsiasi schieramento e convinzione, per bloccare al referendum con un mare di SI non solo le trivelle ma anche l'operazione di delegittimazione del voto referendario esercitata da vari esponenti  politici ed istituzionali. Un SI in sostanza che vale tre in quanto difende il mare, la democrazia, la legalità."
 
TUTTI I MOTIVI PER DIRE SI CON DOSSIER E APPROFONDIMENTI SUL SITO:
http://www.wwf.it/unmaredisi.cfm

Torna indietro
Stampa
© Lucerabynight.it e una realizzazione mediaweb-grafic