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Charlie Challange, il gioco virale che spaventa le famiglie anche a Lucera




E' la riprova, se ancora ce ne fosse stato bisogno, della forza dei social network sui giovani e giovanissimi: sta spopolando su Facebook, Youtube e Twitter, un gioco che in tanti stanno replicando, il Charlie Challange. Dall'esterno sembra una pratica innocua, proprio per questo diffusasi in modo virale come tante altre. In effetti dietro c'è qualcosa di più, che agisce soprattutto a livello psicologico, scatenando paure irrefrenabili che sconvolgono i ragazzi e chi è loro vicino. Sono giunte in redazione email dai toni decisamente preoccupati riguardante questo fenomeno, genitori allarmati che vedono i figli irrequieti, con incubi frequenti. Il tutto a causa di un gioco. Per chi non lo conoscesse, ormai è inutile nasconderlo visto che ci si imbatte in esso anche senza volerlo, Charlie Charlie Challenge, è una mini-eduta spiritica, con un foglio e matite, che inizia con una domanda 'Charlie, ci sei?'. Da qui il gioco promette di dare risposte tramite il demone di un bambino, che però potrebbe decidere di non abbandonare più colui che lo ha invocato.

Ecco che inizia a vedersi la pericolosità del gioco. Da YouTube, Facebook a Twitter, ormai è alla portata anche dei più piccoli ed è quasi impossibile controllare che non venga a contatto con i più giovani. Che si creda o no alle possessioni o all'esorcismo i danni sono frequenti. E' facile scambiare un rumore avvertito di notte con qualcosa di più, interpretare semplici fenomeni come segni demoniaci. I ragazzi sono spaventati, per non dire terrorizzati, da ogni movimento, i più sensibili possono davvero riportare danni psicologici pesanti. I genitori sono in affanno. Come è possibile reagire a tutto ciò, premesso che è quasi impossibile, come abbiamo detto, arginare il fenomeno su internet? Per chi vuole accedere alla spiegazione razionale, Andrew Griffin di The Independent, ha rivelato il perché la matita si muove. La chiave è la gravità: la matita si muove a seconda di come è posizionata in bilico sull'altra. Conta anche la conformazione del tavolo. “Magari pende da una parte”, spiega Griffin. Sembra che sia sufficiente un respiro “un po' pesante” per spostarla da una parte all'altra. E quindi indirizzare la risposta verso un sì o un no. La matita si muoverà anche se i partecipanti alla seduta non hanno nessuna intenzione di pilotare il gioco. Il minimo movimento, anche se involontario, orienterà la matita, influenzando la risposta.

Può bastare questo a calmare gli animi? Forse no, soprattutto se si hanno profonde radici religiose. Ci sembra giusta, quindi, la richiesta acclusa nella email di realizzare incontri di propaganda da parte dei docenti, educatori psicologici, dirigenti scolastici e, soprattutto, della Diocesi. Certi dell'attenzione che da sempre la nostra Diocesi ha posto ai giovani, giriamo la richiesta a chi di competenza, sperando che il messaggio venga accolto e al più presto vengano organizzati incontri di questo tipo, per tutelare la salute fisica e mentale dei giovani e delle famiglie.

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