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Eccellenze lucerine a cura di Dionisio Morlacco - Profili biografici: Lucio CARACCIOLO D’AQUARA

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Rampollo di nobile, storica famiglia napoletana, nacque a Lucera il 30 maggio 1898 dal duca Vincenzo e dalla duchessa Ottavia Spinelli d’Aquara.1 Compiuti gli studi umanistici conseguì con profitto più di una laurea: in Giurisprudenza (a Napoli), in Lettere, in Scienze Politiche. Ancora molto giovane, passò a Roma, dove con appassionato fervore prese a dedicarsi al giornalismo, collaborando a diversi giornali. Aveva appena 27 anni quando fu chiamato a Rovigo a dirigere il Corriere del Polesine e questo compito svolse - dall’aprile 1924 alla fine del 1925 - con tali consensi, per essere il più giovane direttore di testata, da conseguire unanimi, lusinghieri attestati di stima e di apprezzamento per il suo ineccepibile impegno. In seguito fu inviato di vari giornali in diversi paesi: in Egitto, in America Latina, a Cuba, in Russia, dove, però, per inesistenti sospetti, venne arrestato e chiuso in prigione per alcun tempo. Dopo il rilascio rientrò in Italia per dedicarsi alla scrittura de L’Isola Rossa. Viaggio di un fascista nel paese dei Soviety (Firenze, 1927; Roma, 1928) che fu tra i suoi primi libri, in cui trattò della sua esperienza sovietica. Tuffato nella società romana, ebbe modo di frequentare il fior fiore del mondo culturale e industriale del tempo. Nel 1934 (29 luglio) sposò a L’Aquila la marchesa Beatrice Piromallo Capece Piscicelli;2 adottato dallo zio, barone Vincenzo Meoli di Melizzano, ne assunse il cognome, Caracciolo Meoli, e alla sua morte ereditò il Castello di Melizzano, nel Beneventano, ove ebbe ospiti illustri: Pirandello, che vi scrisse numerosi racconti, Eduardo De Filippo, che vi ambientò il De pretore Vincenzo, una delle sue più famose commedie, Curzio Malaparte, il regista Roberto Rossellini, che vi girò alcune scene del film Viva l’Italia, e al mondo del cinema il Caracciolo restò così legato da essere eletto (12.12.1941) Presidente della Società Anonima Sovrania Film; nella sua fastosa dimora di Chiaia ospitò l’attrice svedese Ingrid Bergman quando con George Sanders si recò a girare il film Viaggio in Italia con la regia di Rossellini.   

A Melizzano, all’inizio, Caracciolo visse quasi appartato, come in esilio, e solo più tardi cominciò a prendere dimestichezza con il luogo, che doveva acquistare poi un ruolo importante nella sua vita, tanto da farvi nascere i suoi tre figli,3 e dove, tra un viaggio e l’altro, ritornava con piacere e vi si rifugiava per raccogliersi e scrivere i suoi libri (anche romanzi e racconti), spesso in compagnia di ospiti ed amici. Prima de L’Isola Rossa aveva scritto La titanide (1921), Il processo dei letterati (1924) e Campane di vetro (1925) - editi a Roma, come la maggior parte delle sue opere -, cui seguirono Nostra donna del Ritz (1928), Annuschka (1931), Dieci novelle (1932), Su la proda (1932), Un cerchio alla mia terra (Napoli, 1954), Figurini e vecchi merletti (Napoli, 1955), Controluce. Appunti e spunti (1960), Personaggi e pretesti (Napoli, 1962) ultima sua opera.4

Pur non essendo legato alla politica, ebbe la ventura di esercitare per qualche tempo le funzioni di podestà di Melizzano.

Oltre alla scrittura le sue altre passioni furono le lingue (ne praticava sette), la musica e il cinema. Tra i giornali da lui frequentati più a lungo - per circa 20 anni - ebbe Il Mattino e il Roma, contemporaneamente alla collaborazione con altri settimanali.

Per la sua ascendenza, per la sua vivace attività e per i suoi meriti conseguì non pochi titoli onorifici: Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia; Cavaliere d’Onore e Devozione del Sovrano Ordine Militare di Malta; Cavaliere di Giustizia del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Si spense a Roma il 26 febbraio 1963 a seguito di una banale operazione chirurgica.

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1. Il padre Vincenzo (1865-1929) era duca di S. Giovanni Rotondo e marchese di Grumo e S. Marco dei Cavoti; la madre Ottavia Spinelli (1865-1936) duchessa di Laurino. Tra gli antenati annoverava Francesco Caracciolo che fu conte di Biccari.  

2. Il padre Giuseppe, duca di Capracotta e barone di Montello, aveva sposato Vittoria dei duchi Rivera.

3. Il figlio Vincenzo (nato nel 1948) ha ereditato dal padre la passione per la scrittura; nel suo primo libro Il bambino del muro di fronte ha raccolto canzoni, pensieri, poesie, racconti giovanili; è seguito il romanzo d’esordio Ultima missione (Astro Edizioni, 2016).

4. Cfr. MAURIZIO DE TULLIO, Dizionario biografico di Capitanata 1900-2008, Edizioni Agorà, Foggia 2000.

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