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50 milioni di euro per combattere il gioco d’azzardo patologico, ma regna ancora il caos

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Sono ore decisive per il futuro del gambling, al centro dell’interminabile dibattito tenutosi nelle ultime settimane alle Camera dei Deputati. La commissione Bilancio ha approvato ieri l’emendamento presentato dal governo Renzi in tema di giochi, emendamento che inciderà pesantemente sia sulla regolamentazione del gioco d’azzardo, sia sull’entrate statali.

Nello specifico, la proposta comporterà principalmente “un aumento dell’accise sulle slot machine (17,5%) e una diminuzione del payout dal 75% al 70%. Inserita anche la tassazione sul margine: 18% per le scommesse a quota fissa, 22% per le scommesse online, 20% per il Bingo”. La crescita della pressione fiscale su molte delle categorie di gioco predilette da italiani e pugliesi sarà compensata dall’abolizione della maxi tassa (500 milioni di euro) su concessionari.  

Dal punto di vista della regolamentazione spicca il divieto di trasmissione degli spot pubblicitari nella tv generalista dalle 7 alle 22, già vigente a livello europeo. La finalità di tale veto è quella di proteggere le fasce deboli, ossia quelle maggiormente soggette a casi di dipendenza patologica dal gioco, nelle ore di maggiore visibilità sul mezzo di comunicazione di massa più visto dagli italiani. Sempre in tema di GAP (Gioco d’azzardo patologico) salirà a 70 milioni di euro il contributo per finanziare l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità, mentre la spesa per il Fondo per il gioco d’azzardo patologico, pari a 50 milioni di euro.

Analizzando i provvedimenti presi dal Governo Renzi possiamo evidenziare come sia aumentata dal punto di vista tassativo la morsa nei confronti dell’industria dei giochi, nonostante sia uno dei contribuenti principali per le casse dell’Erario, come evidenzia l’articolo pubblicato su Adnkronos. L’oscuramento della pubblicità sulle tv generaliste è stato compensato dall’abolizione della tassa sui concessionari, dando così respiro alle decine di migliaia di aziende che operano nel settore. Infine, sono aumentati i fondi per la cura del gioco d’azzardo patologico, fenomeno che in Italia coinvolge una percentuale di giocatori variabile dall’0.8-2,2%.

Resta però un vuoto, ossia quello legato all’approvazione di un legge nazionale che possa uniformare le leggi vigenti a livello regionale. La Puglia è stata una delle prime regioni a dotarsi di una legge anti Gap, che prevede il rispetto di norme preventive, come l’applicazione della distanza minima da luoghi sensibili per le sale da gioco e la riduzione dell’IRAP per tutti gli esercizi che hanno eliminato negli ultimi due anni new slot e videolottery. In molte regioni di Italia, invece, vige ancora l’anarchia assoluta dal punto di vista legislativo, ma se il governo continuerà a trascurare il disegno di una legge nazionale non si riuscirà mai a fornire a milioni di consumatori quelle garanzie necessarie per rendere il gioco responsabile e sempre più lontano dal buco nero della ludopatia.

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