Lucera, 02 Maggio 2024

Legambiente chiede il blocco dei lavori per il porto turistico di Rodi Garganico

LEGAMBIENTE: -I LAVORI PER LA COSTRUZIONE DEL PORTO TURISTICO DI RODI GARGANICO VANNO BLOCCATI, PESANTE L-IMPATTO AMBIENTALE-. LA SPIAGGIA RISCHIA LA CEMENTIFICAZIONE MASSIFICATA. LA REGIONE PUGLIA PRONTA A BLOCCARE L-OPERA? INTANTO C-E- LA NUOVA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE. PERCHE- REALIZZARE IL 30% DI POSTI BARCA IN PIU- ?



RODI GARGANICO (FOGGIA). E- diventato ormai il porto turistico della discordia e della possibile cementificazione di massa. Si tratta di una imponente opera progettata dal Comune di Rodi Garganico, una delle mete turistiche più importanti dello Stivale Italico, che Legambiente, ma anche associazioni come Italia Nostra e Wwf vorrebbero non si realizzasse mai, per non provocare danni irrimediabili alla spiaggia e al mare rodiano.


Nei giorni scorsi, come noto, sull-argomento si è registrato il pesante intervento di Francesco Tarantini, presidente regionale di Legambiente, che ha chiesto al sindaco forzista di Rodi Garganico, Carmine D-Anelli, anche nella sua veste di presidente della Comunità dei sindaci del Parco Nazionale del Gargano, spiegazioni rispetto ad un porto che potrebbe cambiare in negativo l-orografia della costa cittadina, presa d-assalto ogni anno da centinaia di migliaia di turisti provenienti dall-Italia e dall-estero. A tale riguardo Tarantini ha scritto anche agli assessori regionali, Michele Losappio e Angela Barbanete (ambiente e urbanistica), chiedendo di bloccare il tutto in attesa di una nuova valutazione sull-impatto ambientale e al conteggio dei posti barca. “La valutazione di impatto ambientale riguardante il porto turistico di Rodi Garganico – ricordava Tarantini – è stata operata su una ipotesi progettuale che prevedeva la realizzazione di poco più di 350 posti barca, mentre si sta firmando un contratto per realizzare una infrastruttura per 450 barche. Se è così si rende necessaria una nuova Valutazione di Impatto Ambientale, anche se ad un numero superiore di barche non dovesse corrispondere un aumento delle cubature del porto. Parte considerevole della valutazione di impatto riguarda, infatti, le ripercussioni che la concentrazione del numero dei natanti può avere sugli ecosistemi marini e costieri”. In pratica D-Anelli avrebbe previsto la realizzazione di circa il 30% di posti barca in più, a netto svantaggio dell-orografia e dell-ambiente. A gongolare ovviamente è l-azienda incaricata dei lavori, la Cidonio di Roma, che dall-operazione otterrebbe la possibilità di realizzare più cubature e quindi più opportunità di guadagno.


Sull-argomento, nei giorni scorsi, si è registrato l-intervento dello stesso primo cittadino che, rispondendo direttamente al presidente Tarantini, ha assicurato l-imminente avvio dei lavori, prevedendo la firma del contratto con la Cidonio per il prossimo 17 marzo. A quanto ammonta l-area interessata dai lavori? Si parla di circa 90.000 metri quadri di superficie, quasi 29.000 metri quadri lo specchio d-acqua necessario. Il tutto spendendo quasi 17.000.000 di euro, circa 35 miliardi di vecchie lire. Sulla questione il -Cigno Verde- è disposto a dare battaglia, mentre si prevede l-imminente intervento di altre due associazioni ambientaliste storiche, Italia Nostra e Wwf, da sempre attente alla salvaguardia e alla valorizzazione del Promontorio del Sole, che oggi rischia ancor di più di diventare la -Montagna del grigio cemento-. Come andrà a finire? Nei prossimi giorni la decisione di Losappio e Barbanente, che dovranno valutare attentamente l-aumento delle cubature e del numero di posti barca, pare non previsti nel progetto iniziale.


 


di Nicola Lauriola

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