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Le funzioni della Grande Madre: La Madonna del Carmine, Sant’Anna ed Anna Perenna

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Il solstizio d’estate era simboleggiato tradizionalmente dal matrimonio del Sole e della Luna. Dal solstizio e fino all’equinozio, la natura è in festa  e, in festa, sono paesi in cui sagre, cristianizzate dagli antichi riti agricoli, si susseguono fino all’autunno, dedicate ad un Santo o ad una Madonna cui si attribuiscono alcune funzioni della Grande Madre dai molti nomi: Cerere romana, Cibele frigia, Iside egizia.
Di queste, la più diffusa  è la  Madonna del Carmine o Beata Vergine del Monte  Carmelo che  ricorda l’apparizione  di Maria, nel 1251, a san Simone Stock, frate dell’ordine dei Carmelitani sul Monte Carmelo in Palestina (dall’ebraico Karmel, “giardino”,  grecizzato in Kàrmelos e latinizzato in Carmelus). Dunque, Madonna del Giardino, Madonna che regna tra i fiori ed i frutti e, per questo motivo, tale festa è una delle più importanti del mese di luglio
Ma le funzioni di Grande Madre sono attribuite anche a sant’Anna, festeggiata il 26 luglio insieme al marito Gioacchino, che ha assunto la funzione di patrona delle partorienti. Sant’Anna, come Gioacchino,  non è ricordata nei Vangeli canonici ma negli apocrifi, a cominciare dal Protovangelo di Giacomo, che narra della miracolosa nascita della Madonna essendo sant’Anna sterile. Ma è anche patrona delle madri di famiglia, delle lavandaie delle ricamatrici ed anche dei minatori, in quanto questi portano alla luce ricchezze così come Anna offrì il tesoro più prezioso per l’umanità, la madre del Salvatore.
Se il patronato sulle partorienti o su coloro che desiderano avere figli si può collegare alla leggenda narrata dai vangeli apocrifi, meno giustificabile, evangelicamente, è la sua rappresentazione nei cosiddetti gruppi trinitari, dove troneggia nell’atteggiamento di una Grande Madre sopra la Madonna ed il Bambin Gesù.
D’altro canto come spiegare la sua enorme popolarità in tutto l’Occidente?
Cerchiamo di ricostruire il processo: Hannah fu tradotta, sulla scia del greco Hanna, nel latino Anna, il nome romano di una dea , Anna Perenna, festeggiata alle idi di Marzo che, nell’antichissimo calendario, dovevano cadere al plenilunio.
Scriveva Microbio:”Si va a sacrificare in pubblico e privato per poter passare felicemente da un anno all’altro (annare)  e compiere bene tutto l’anno (perannareque comode)”.  
Ovidio, invece, descrive le usanze come una scampagnata fuori porta.”Si stendevano le toghe su canne piantate sulla terra, li scaldava il sole ed il vino e ognuno si augura tanti anni quanti bicchieri trinca…… cantano canzoni imparate a teatro in tracciando rustiche danze. Al ritorno barcollano……..”.
Ma chi era Anna Perenna? C’è chi la diceva sorella di Didone, chi la identificava con una leggendaria vecchietta che aveva soccorso la plebe romana quando si era ritirata per protesta sul Monte Sacro. Ovidio ci soccorre e ci dice che, al di là delle leggende,  la misteriosa Anna Perenna “ è la Luna che  l’anno completa con i mesi”.
Dunque, Anna Perenna, che introduceva nel nuovo anno (annare) e accompagnava benevolmente la natura e gli uomini per tutto l’anno (perannare), altri non era se non la Grande Madre simboleggiata dalla luna piena  che nella sua ciclica rivoluzione “abbracciava” amorevolmente le creature terrestri nutrendole.
Dunque, se Anna Perenna era una manifestazione della Grande Madre, possiamo spiegarci la popolarità della santa cui ha contribuito, probabilmente, anche il culto precristiano di Demetra-Persefone dove la Grande Madre genera la figlia che, a sua volta, genera la Spiga di grano, il sacro fanciullo Brimòs. In un contesto teologico  diverso, la madre Anna genera Maria che, fecondata dallo Spirito Santo, genera la Spiga di salvezza, il Bambin Gesù.
Interessante, sotto questo aspetto, il dipinto del Masaccio, nel gruppo trinitario, “Sant’Anna, la Vergine ed il Bambino” (Galleria degli Uffizi di Firenze).

Nando Carrescia

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