Durante la Repubblica romana ancora un evento interessò Lucera, cioè la guerra sociale o marsicana (90 a. C.). In cambio dell’aiuto prestato a Roma i Latini, i Marsi ed altri popoli chiesero la cittadinanza romana, cioè reclamarono i diritti e i privilegi derivanti dallo jus Quiritium. Vindice di queste richieste fu il turbolento tribuno della plebe Druso, il quale riuscì tuttavia ad ottenere delle leggi agrarie. Riguardo alla cittadinanza romana, però, il Senato non cedette, sicché i Marsi e tutte le altre città richiedenti – tra cui Canne, Canusio, Salapia, Larino – formarono una lega contro Roma, capeggiata dai consoli Q. Pompedio Silone marsicano e Papio Mutila sannita. Il console Rutilio fu mandato contro i Marsi e L. Giulio Cesare nel Sannio. Coadiuvati dal coraggio di scelti generali (Q. Metello Pio, Apione, Mario, Silla, Gneo Pompeo Strabone) sconfissero con grande strage i ribelli. Di questa guerra sociale anche Lucera subì le conseguenze, ma in cambio del suo aiuto fu elevata a municipium e, in forza della lex Iulia de civitate, ricevette la cittadinanza romana – come scrive Branca -, concessa a tutti i soci fedeli; quasi certamente fu allora che dovette essere iscritta alla tribù Claudia, come si evince da non poche iscrizioni.
La popolazione del municipium si divideva in due sole classi: l’ordo e la plebs. L’ordo, o senatus, o Curia, era costituito dai cittadini ricchi e nobili che esercitavano le cariche. Essi erano chiamati decurioni e per effetto della lex Iulia municipalis venivano eletti dal quinquennalis, che era il supremo magistrato municipale. Diverse iscrizioni rinvenute in Lucera attestano la presenza dei decurioni.
Nel municipium vi erano poi i IIII viri jure dicundo, che amministravano la giustizia; gli ediles che erano addetti alla cura delle vie e degli edifici pubblici, vigilavano sull’annona e si interessavano delle feste religiose; i questores che riscuotevano le tasse. Tutti questi erano considerati magistrati superiori. Dalle iscrizioni si apprende anche della presenza nel municipium di un curator muneris, di un pontifex, degli Augustales, che esercitavano il culto di Augusto, degli Apollinares, che erano i sacerdoti di Apollo; degli augures.
Il patrono era un ricco benefattore che, avendo già esercitato tutte le cariche, era innalzato all’onore di patronus. Probabilmente Lucera fu sede anche di un correttore della provincia di Puglia e Calabria, stando a quanto segnala la tavola di Peutinger, che colloca presso Lucera un praetorium lauerianum. Come si vede, il municipium aveva pressoché le stesse istituzioni della colonia.