Anche sull’origine e sul significato del nome Lucera gli scrittori di storia locale hanno avanzato diverse ipotesi.
1. Si è pensato che Lucera possa essere contrazione di Leuceria, nome della figlia di Diomede. Ma questa ipotesi induce a due importanti osservazioni: prima che Lucera, come si è detto, esisteva già ed era cospicua città dei Dauni, prima della venuta di Diomede, sicché essa doveva avere il suo nome (a meno che non si voglia pensare, con assoluta fantasia, che Diomede ne cambiasse il nome; ma d’Amely scrive “è certo che un medesimo nome sempre si ebbe Lucera fin dai suoi remotissimi tempi”,13 e questa è affermazione che discende da Domenico Lombardi); seconda che di Diomede si racconta che in Grecia aveva ripudiato la moglie Egiala e che quando venne nella Daunia, sposò la figlia dell’antichissimo re di Puglia Lucio Dauno, cui succedette; orbene, prima di tutto Dauno non ebbe il prenome di Lucio, secondo nessuno favella di una figlia di Diomede dal nome Leuceria.
2. Alcuni (Pietro Ranzano, Leandro Alberti, Francesco Sansovino, Gerardo Mercatorio – Hinc Manfredoniam versus sexto lapide in planitie cernuntur Arporium vestigia, et milliaribus a Foggia XII. Occasum versus apparet oppidum, nunc Episcopale Luceria a lucendo, ut opinatur, dicta, quod editiore loco sita, lux quasi et fax esset totius Apuliae” -) sostengono che il nome Lucera derivi dall’espressione a lucendo, per la sua posizione luminosa, ossia piena di luce e di sole: “perché situata sopra tre colline, era specialmente nella stagione estiva illustrata dai raggi solari vivissimi, e che quindi molto splendesse”. Ma, se fosse vera questa ipotesi, lo stesso nome dovrebbero avere tante altre città collocate in luoghi similmente luminosi.
Qualche altro (Marino Freccia) ritiene che lo splendore (luce) di Lucera sia da intendersi piuttosto quello della sua magnificenza e della sua maestà rispetto alle altre città delle Puglie.
Tutte queste ipotesi di derivazione del nome dalla voce lux–luce sono rigettate da Domenico Lombardi, perché fatte discendere da parola latina, mentre Lucera preesisteva alla nascita di Roma.
3. Qualche altro (Serafino Montorio) ipotizza la derivazione del nome dall’espressione lux Cereris o a luce Cereris, per l’abbondanza delle messi sempre raccolte nell’agro lucerino; ma anche questa opinione è da respingersi per la stessa precedente obiezione, cioè della derivazione latina.
4. Coloro che ritengono Lucera colonia fondata dagli abitanti del Lazio e dell’Etruria ne fanno derivare il nome da Lucero di Ardea, che sostenne Roma nella guerra contro Tazio; a conforto della loro opinione essi citano il sistema di monetazione lucerina, simile a quello delle città del Lazio e dell’Etruria, ma non tengono presente la diversità di stile, divinità e oggetti rappresentati: nelle monete dei Rutuli, infatti, sono rappresentati la Venere Frigia, Enea e la ruota, a richiamare forse il loro nome, mentre le monete lucerine portano raffigurati Minerva e l’astro a otto raggi.
5. C’è anche chi pensa a un Lucio prenome di Dauno.
6. Qualche altro ritiene il nome derivato da Lucius (Giove Lucano), sposando l’affermazione di Helbig, il quale nel 1876 scrisse che gli aborigeni della Daunia furono scacciati dai Messapi e dagli Japigi, ma poi questi furono a loro volta scacciati dai Sanniti e dai Lucani, che edificarono Lucera.
7. Vi è poi chi (Mazzocchi) fa derivare il nome da Nucria (dall’ebraico Nocria), donde, con l’interposizione di una e, si ebbe Nuceria, detta dai latini Luceria; ma anche gli assertori di questa ipotesi ignorano che nelle più antiche monete di Lucera vi è incisa la lettera L arcaica e non la N e ancora nelle monete successive si trova scritto Louceri e molti scrittori latini (Strabone, Livio, Cicerone, Cesare, Orazio, Lucano) chiamarono e scrissero la città Luceria e non Nucria o Nuceria.
8. Ma la vera etimologia del nome Lucera va ricercata nella sua fondazione da parte degli Osci o Oschi sui colli coperti di boschi, considerati sacri al culto degli dei, come era nel costume di quei popoli, perciò la città fu chiamata Lukeri, dalla unione dei termini etruschi Luk, lucus latino, cioè bosco, ed Eri, sacer latino, cioè sacro; il successivo passaggio da Lukeri osca a Luceria latina avvenne poi facilmente. Al culto dei boschi si riferiva la famosa lex de luco sacro, o lex lucerina, che fu rinvenuta nel 1847 fuori Porta Troia.
Di questa opinione sono Giovanni Antonio Cassitti e Francesco da Paola Lombardi.
9. Il citato Domenico Lombardi, pescando nella lingua greca indica due voci: l’una che significa bianchezza e l’altra che significa lupus-lupo; unendo i due termini egli fece derivare il nome Lucergia, spiegando che l’agro lucerino fu sempre infestato dai predatori lupi, di cui fa cenno Orazio. Opinione sostenuta anche dal nipote can. Francesco da Paola Lombardi.
Alla stessa ipotesi (lupus) viene a legarsi il culto di Apollo – praticato in Lucera nel tempio al nume dedicato -, detto Lycium, effigiato sotto le spoglie del lupo e venerato, ma anche questa sarebbe di derivazione greca. Infatti il culto di Apollo Licio, era presso gli Argi, le cui monete effigiavano sia Apollo che il lupo. Anche le monete di Lucera portano effigiato Apollo. Ancora dalla lingua greca il Lombardi faceva discendere un’altra ipotesi: dai due termini albae lanae, bianca lana, perchè in Lucera si allevavano greggi dalla bianca lana, come attestano molti scrittori latini: Orazio, Plinio, Columella, Terenzio Varrone.
Dionisio Morlacco