Le Quarantane di Lucera: il simbolo quaresimale che torna a vivere

A Lucera, la Quaresima è scandita da una tradizione antica che negli ultimi anni è stata riscoperta grazie all’impegno del Centro Italiano Femminile (CIF): le Quarantane. Queste bambole di pezza, vestite di nero e appese tra i balconi del centro storico, rappresentano la “Vedova di Carnevale” e simboleggiano il periodo di penitenza e riflessione che precede la Pasqua.

Le Quarantane sono realizzate seguendo un’antica usanza popolare: sotto la loro veste scura viene collocata un’arancia nella quale vengono infilzate sette penne. Sei di esse sono nere, a rappresentare le domeniche di penitenza, mentre l’ultima, bianca, simboleggia la Pasqua. Ogni domenica si rimuove una penna nera, segnando così il trascorrere del tempo fino alla Resurrezione.

Questa tradizione affonda le sue radici in riti antichi che mescolano elementi cristiani e pagani. La Quarantana, infatti, è vista come un simbolo del passaggio dal Carnevale, tempo di festa e abbondanza, alla Quaresima, periodo di digiuno e riflessione. Il suo destino è segnato: al termine della Quaresima, nel lunedì di Pasquetta, la bambola viene bruciata in un falò, segnando la fine delle privazioni e l’inizio delle celebrazioni pasquali.

Negli ultimi anni, la ripresa di questa usanza è stata resa possibile grazie al lavoro del CIF di Lucera, un’associazione impegnata nella promozione della cultura e delle tradizioni locali. Attraverso iniziative di sensibilizzazione e la collaborazione con scuole e cittadini, il CIF ha riportato in vita questa pratica, rendendola un appuntamento fisso nel calendario quaresimale della città.

Le volontarie del CIF realizzano con cura le Quarantane, rispettandone l’iconografia tradizionale e curando ogni dettaglio. Oltre alla loro esposizione nei vicoli e nelle piazze, l’associazione organizza incontri per raccontare la storia di questa usanza e il suo valore simbolico, coinvolgendo attivamente la comunità lucerina.

Oggi, la tradizione delle Quarantane di Lucera non solo rafforza l’identità culturale della città, ma rappresenta anche un’occasione per i visitatori di immergersi nelle usanze popolari locali. Grazie all’impegno del CIF e alla partecipazione della cittadinanza, questa pratica continua a essere un ponte tra passato e presente, tra fede e folklore, mantenendo vivo il legame con la storia e le radici di Lucera.

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