La Lucera poetica di Zefferino Di Gioia: un viaggio tra lingua e memoria

 “IJE SONGHE LUCIURENE” di Zefferino Di Gioia

La poesia è un ponte tra passato e presente, tra lingua e identità, tra radici e futuro. Questo è il filo conduttore del nuovo libro di Zefferino Di Gioia, “Ije songhe luciurene / Io sono lucerino”, una raccolta di poesie in vernacolo lucerino con traduzione in italiano, che vuole essere un omaggio alla sua terra d’origine, Lucera, e alla sua cultura linguistica.

L’autore, nato proprio a Lucera (FG) e residente a Trieste dal 1996, ha da sempre coltivato la passione per la scrittura, in particolare per la poesia e il teatro. Negli anni ’80 aveva già pubblicato, insieme a Fiorenzo Fattibene, due raccolte di poesie in dialetto lucerino:

Citte citte ammizz’a chiazze

‘Ndò sckoppa ‘ndrone

Dopo anni di silenzio, ha riscoperto nel “baule dei ricordi” testi teatrali e poetici scritti in gioventù, decidendo di riportarli alla luce e condividerli con un pubblico più ampio. Il libro “Ije songhe luciurene” raccoglie anche i testi già pubblicati negli anni ’80, questa volta accompagnati dalla traduzione in italiano, per rendere il dialetto lucerino accessibile anche a chi non lo conosce.

Un’opera di identità e memoria

L’intento dell’autore è chiaro: non solo conservare e valorizzare il dialetto lucerino, ma anche trasmettere emozioni, ricordi e frammenti di vita vissuta attraverso la poesia. Il dialetto, infatti, non è solo un mezzo di comunicazione, ma un vero e proprio veicolo di cultura e appartenenza.

L’opera rappresenta un viaggio sentimentale tra le strade, le piazze, i suoni e i profumi di Lucera, un racconto in versi che restituisce la bellezza e la semplicità di una città ricca di storia e tradizioni. Il titolo stesso, “Ije songhe luciurene”, è una dichiarazione di appartenenza, un’affermazione di identità che diventa anche un invito per le nuove generazioni a riscoprire le proprie radici.

Un patrimonio culturale da tramandare

Con questa raccolta, Zefferino Di Gioia non solo celebra la propria terra e il suo dialetto, ma invita anche alla riflessione sul valore della lingua locale come parte del patrimonio immateriale di una comunità. Attraverso la poesia, Lucera rivive nei suoi angoli più autentici, nei volti delle persone, nei gesti quotidiani, nella musicalità del vernacolo.

Un libro che è più di una semplice raccolta poetica: è un atto d’amore verso Lucera, un ponte tra passato e futuro, tra dialetto e lingua nazionale, tra memoria personale e collettiva.

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