Nacque a Lucera il 23 febbraio 1912 da Sebastiano e Sofia De Trombetti. Il padre era venuto a Lucera ad insegnare geografia nel glorioso Liceo “Ruggero Bonghi” (1911-12), si trasferì poi con la famiglia a Firenze.1 Compiuti gli studi superiori e universitari, Anna Maria, dopo la laurea, ottenne la sua prima cattedra di letteratura inglese all’Università di Ferrara, poi passò a quella di Firenze, dove si affermò come uno dei maggiori esperti italiani di letteratura e storia inglese e all’Università di Pisa concluse la sua splendida carriera di docente emerita e di esperta traduttrice di letteratura inglese. Come decana degli anglisti e, soprattutto, come filologa di rilevanza nazionale, nel 1963 le fu assegnato il Premio che l’Accademia dei Lincei conferiva a quanti si distinguevano nell’ambito delle scienze filologiche e della critica letteraria e artistica. Nel corso del suo intenso impegno didattico si dedicò particolarmente allo studio e alla traduzione dei poeti inglesi dell’età elisabettiana, pubblicando – da sola o in collaborazione con altri studiosi (Brian Deakin, William Davenant, ecc.) – interessanti libri con varie case editrici (Giunti, Sansoni, Olscki), tra cuiLa prima traduzione ita-liana di un dramma di Shakespeare, 1932; Le traduzioni shakespeariane di Alessandro Verri, 1932; Urascima e altri racconti giapponesi, 1947; Le traduzioni di Shakespeare in Italia nel Settecento, 1950; Antologia critica della letteratura inglese e americana, 1970, ecc.; con lo stesso impegno ed appassionato interesse si occupò di altri aspetti – storici e politici – dell’Inghilterra in Antologia del pensiero politico inglese (1953), Fonti della storia d’Inghilterra nell’Archivio di Stato di Firenze (1954);Il complotto papista nelle relazioni inedite dei Residenti granducali alla corte di Londra (1678-1681), 1954;Fatti e figure del Seicento Anglo-Toscano, 1957; Inediti sul progettato matrimonio di Elisabetta I col duca d’Alencon, 1960; Un principe di Toscana in Inghilterra e in Irlanda nel 1669 (1963). Con le sue ricerche,2 condotte negli archivi di Firenze e di Reading, mise in risalto in Italia l’importanza di Henry Neville – uomo politico inglese, repubblicano e diplomatico -, che nutrì una grande passione per l’Italia e fu amico del Granduca toscano Cosimo III (Un amico inglese del Granduca di Toscana Cosimo III: Sir Henry Neville, in “English Miscellany”, Roma 1952). Accurati saggi dedicò anche ai poeti contemporanei di William Shakespeare, tra cui Walter Ralegh (1552-1618) e John Dryden (16331-1700), poeta alla cui opera la Crinò rivolse particolare attenzione: John Dryden (1957), Dryden poeta satirico (1958), L’opera letteraria di John Dryden (1971) e James Shirley drammaturgo di corte (1968), ecc. Interessanti articoli pubblicò su riviste specializzate italiane: In margine alle traduzioni shakespeariane (1949) sul “Giornale storico della letteratura italiana”;Note di documentazione su due autoritratti della collezione degli Uffizi (1953) e Un ritratto di Jan van Eyck offerto a Cosimo III di Toscana (1960) sulla “Rivista d’Arte”; Nuovi documenti riguardanti la prima versione italiana dei “Saggi Morali” di Bacone (1956) su “La Bibliofilia”; Italiani in Inghilterra dal Trecento ai nostri giorni (1968) sull’”Archivio Storico italiano”; e sulle riviste estere: “The Burlington magazine” (Sir Peter Lely and the Grand Duke of Tuscany 1958; A letter concerning Guido Reni, 1963); “Italica. Journal of the American Association of Teachers of Italian” (Le opere di Milton a Firenze nel seicento, 1951),
Nel 1987 (27 dicembre) su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri le fu conferita l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Si spense a Firenze a 86 anni il 14 dicembre 1998.
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1. Autore di Come insegno la geografia (Milano 1935), testo per le scuole superiori.
2. “Solo le importanti ricerche di A. M. Crinò hanno finalmente posto in risalto in Italia l’importanza di Henry Neville, che dell’Italia ebbe una grande passione. La Crinò ha studiato le relazioni tra la Toscana del Seicento e l’Inghilterra e rinvenuto tra gli archivi di Firenze e di Reading alcune lettere e notizie riguardanti sia il soggiorno di Neville in Italia, avventuo in età giovanile, dopo aver lasciato l’Università di Oxford, sia il successivo viaggio del Gran Duca di Toscana Cosimo III in Inghilterra, di cui Neville era divenuto amico, nonché i rapporti tra gli ambasciatori di quest’ultima che forniscono dettagli interessanti che illuminano l’amicizia tra il repubblicano inglese e il principe italiano” (cfr. “Lettere inedite italiane di Sir Henry Neville”, in Fatti e figure del Seicento Anglo-Toscano, Ed. Olschki, Firenze 1957).