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La CGIL contro la richiesta di chiusura del carcere di San Severo. Una delegazione di Poliziotti Penitenziari ricevuta dal Sindaco Miglio

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Dopo la richiesta  dell' O.S. SAPPe di chiudere il Carcere di San Severo, molte sigle sindacali si sono mosse a favore dei lavoratori della Casa Circondariale sanseverese. Difatti, anche i poliziotti penitenziari della FP CGIL hanno voluto manifestare il proprio dissenso attraverso l’Assemblea tenutasi lo scorso 21 ottobre. 

Inoltre, una delegazione della F.P. C.G.I.L. Polizia Penitenziaria è stata ricevuta dal Sindaco di San Severo Avv. Francesco Miglio che ha garantito vicinanza ai lavoratori del carcere da parte dell’intera Giunta Comunale. 

 Il Coordinatore Regionale FP CGIL Gennaro Ricci ha fatto sapere che anche il Sindaco Miglio è rimasto perplesso per la richiesta di chiusura di un posto di lavoro proveniente da un sindacato che per istituzione dovrebbe difenderlo. 

Il Delegato Regionale FP CGIL Gennaro Ricci, ha espresso tutto il suo rammarico e sgomento attraverso una nota inviata al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.

Di seguito la nota FP CGIL POLIZIA PENITENZIARIA:

 

  

Oggetto: Casa Circondariale San Severo

 

Con sgomento leggiamo una nota di una organizzazione sindacale autonoma, che richiede la chiusura della Casa Circondariale di San Severo, sulla presunzione che il personale debba poi essere assorbito da un altro, seppure in gravi difficoltà come quello di Foggia, la questione ci fa pensare alla massima “morte tua, vita mea”.-

Che una Organizzazione Sindacale la quale per definizione, deve difendere in primis, il posto di lavoro ed i lavoratori, chieda questo ci lascia increduli.

Ancora più increduli restiamo per l’assunto che la soluzione della carenza di organico in Puglia sia da solvere con la chiusura di un istituto penitenziario, cosa del tutto impensabile oltre che puerile, e che la soluzione di Foggia siano 4 distacchi a San Severo, distacchi previsti, per giunta a rotazione e con intesa sindacale unanime, accordo rivedibile, ma che ovviamente deve vedere 4 assegnazioni definitive alla C.C. di San Severo.

Probabilmente gli ispiratori e l’estensore di tale nota non sanno o non vogliono sapere che:

1) La chiusura di un istituto non comporta la somma del personale a un altro istituto, restando operanti comunque gli organici previsti, ma essi vengono assegnati ad altra sede fino al raggiungimento dell’organico previsto, in sostanza per Foggia fino a nr. 261 dalle attuali 256 in forza, ovvero 6 unità, mentre le altre andrebbero verso altre provincie o regioni d’Italia;

2) Che i distacchi da un istituto all’altro non vanno visti solo in uscita ma anche in entrata; meno distacchi escono meno distacchi entrano;

3) Le vivibilità di un istituto, non è fatta solo dal numero di detenuti presenti ma dal modo di gestire, detenuti e personale, dagli spazi e offerte trattamentali e non da ultimo dal clima lavorativo;

4) La concentrazione di detenuti su strutture aumenta i livelli di tensione tra detenuti e tra questi e l’istituzione, ovvero il personale;

5) Lapenuriadispazidetentivinonconsentelarinunciaasezioni,repartieancor meno ad interi istituti;

 

Diversa cosa è la soluzione dei problemi di organico di tutti gli istituti del provveditorato Puglia e Basilicata, le cui problematiche sono da ricercare nel taglio spropositato e ingiustificato operato in sede di definizione organici 2017, là dove il provveditorato di Bari è stato decurtato di circa il 28% del suo organico in confronto ad altri poco decurtati o addirittura incrementati del 25%, come la Calabria, problematica che più volte abbiamo evidenziato come CGIL e che ad oggi è rimasta inascoltata, malgrado condivisioni ed assicurazioni da parte dell’amministrazione centrale, cosa che vedrebbe l’istituto di Foggia incrementato immediatamente di almeno 40 unità in organico.

Purtroppo, qualcuno, preferisce innescare una guerra insensata tra poveri, e se consideriamo il periodo particolare fatto ancor più meschino in quanto finalizzato solo ed esclusivamente ad un gioco di tessere, ancora “fumus”, per continuare a far delle gratuite cattiverie e a prendere in giro i lavoratori.

Noi pensiamo che

- Ogni posto di lavoro và difeso, a maggior ragione nelle nostre regioni del sud

attanagliate oltre che da disoccupazione anche da emigrazione verso le regioni

del nord se non all’estero;

- Ogni istituto penitenziario và supportato da e preservato nella convinzione che

- Ai colleghi và garantito e tutelato quanto più possibile la possibilità di lavorare

nei propri luoghi di origine e di residenza delle famiglie;

- Ad ogni istituto penitenziario deve essere garantito un organico sufficiente al

suo funzionamento;

- Ad ogni appartenente alla Polizia Penitenziaria deve essere garantito per

quanto possibile di lavorare quanto più vicino ai comuni di residenza delle

proprie famiglie;

- Ad ogni appartenente alla Polizia Penitenziaria deve essere garantito di

lavorare in ambiente sicuro e dignitoso.

A noi non interessano guerre tra poveri, né cattiverie gratuite per far apparire cose inesistenti come male primario, risottolineamo che il male primario si solve solo con la revisione e ridistribuzione di organici tra provveditorati e con l’incremento del corpo di Polizia Penitenziaria e non con il “morte tua vita mea”.

Saluti

Il Coordinatore Regionale CGIL-FP Polizia Penitenziaria

Gennaro Ricci

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