Vangelo della Domenica: Signore abbi pieta di me che sono peccatore

XXX domenica del tempo per annum – “Signore abbi pieta di me che sono peccatore….”

La parola del Vangelo che ci accompagnerà oggi è un invito a saper instaurare una relazione sincera e diretta con Dio. Due uomini salgano al tempio per pregare. Il primo forse con sincerità si presenta davanti al Signore e gli racconta la sua vita e le sue virtù, l’unico errore è che non si accorge che mentre presenta a Dio le sue buone opere, di fatti non si accorge che parla da solo e parla al proprio “io”. Un altro uomo sale anche lui al tempio, si prostra e parla solo a Dio riconoscendolo come suo Signore. Umilmente si prostra davanti a Lui chiedendo perdono dal profondo del suo cuore.

Solo chi ha il coraggio di chiedere perdono confidando solo in Dio, riceve davvero la remissione dei peccati. Mentre chi “presume di essere giusto” ha il cuore troppo pieno tanto da non riuscire ad accogliere la misericordia del Padre. Gesù sottolinea che chi si umilia sarà esaltato, mentre chi è pieno di sé sarà senza perdono. L’umiltà nasce dalla piena coscienza che tutto viene da Dio e Lui solo è degno di ogni benedizione; in Lui solo c’è salvezza e Lui solo riempie davvero la nostra vita. Come Maria, vogliamo imparare a saperci riconoscere come il luogo dove si manifesta pienamente la bontà del Padre. Creature disposte a lasciarci lavorare dalla sapiente mano del divino vasaio. 

Con umiltà veniamo davanti a Dio. Liberi e desiderosi di benedire solo la sua bontà. Torneremo a casa ricchi della sua presenza. Stiamo attenti a non porci davanti a Dio con la “presunzione” di chi pensa di “stare a posto”. Veniamo davanti a Dio con l’umiltà di chi sa che tutto e dono suo: grazia e misericordia! Tutto si compirà pienamente in noi, se sapremo mettere la nostra vita nelle sue mani e ricchi della nostra buona volontà di aderire al suo progetto d’amore su di noi, collaboriamo a migliorare la nostra vita. 

  Don Luigi Tommasone