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Vangelo della Domenica: il bene e la carità…unica chiave del regno dei cieli

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XXVI domenica del tempo per annum – “il bene e la carità…unica chiave del regno dei cieli”
Oggi il Vangelo che ascolteremo ci riporta la parabola che Gesù racconta del povero Lazzaro che elemosina alla porta di un ricco signore. Nessuno aveva tempo, occhi, compassione, attenzione per questo fratello che subiva solo l’attenzione dei cani. Una situazione di grande miseria, povertà e sofferenza ed emarginazione. I nostri tempi raccontano ancora di questa disparità e ingiustizia! Il ricco che pensava solo a banchettare e che le ricchezze e la bramosia rendevano indifferente al grido del dolore che saliva dalla miseria che era alla porta di casa sua.
Il Vangelo di Lazzaro e del ricco (epulone, così lo hanno voluto chiamare nella tradizione questo personaggio che ha un posto particolare nel Vangelo di oggi) ci pone di fronte alla nostra incapacità di guardare il fratello e la sorella che, spesso col loro solo silenzio, ci gridano al loro disperazione e la loro sofferenza. Quanti fratelli, oggi, sono alla porta del nostro cuore e anche della nostra casa e attendono che “qualche briciola” cada dalla nostra vita per raggiungerli. Una briciola di attenzione; una briciola di un saluto; una briciola del nostro tempo; una briciola delle nostre capacità e dei nostri carismi; una briciola del nostro affetto; una briciola di quello che possediamo; una briciola dei nostri risparmi. Troppo spesso ci difendiamo dicendo che non abbiano tempo , non abbiamo possibilità, non abbiamo capacità, non abbiamo nulla che possa essere utile agli altri… Non abbiamo… non abbiamo… e così lasciamo dietro di noi sguardi sofferenti, volti tristi, mani che nessuno stringerà, lacrime che nessuno asciugherà, vite che nessuno guarderà, cuori che nessuno consolerà, desideri che nessuno realizzerà…. Quanto deserto ci lasciamo dietro…. E più deserto lasciamo con il nostro stile di vita antievangelico e più ne incontriamo, perché poi la nostra vita diventa davvero un deserto: senza affetto, senza bene, senza amore, senza passione. 
Quando ci presenteremo al Padre, nel giorno che ci chiamerà per entrare nell’eternità, ci capiterà di non incontrarlo, anzi Egli non ci riconoscerà. Non per suo rifiuto, ma per le nostre scelte. Saranno le nostre scelte, il nostro egoismo e la nostra superficialità, il nostro cuore piccolo e la nostra poca apertura verso gli altri, il nostro peccato e la nostra miseria a scavare quell’abisso che non permette di andare fino a Dio. Presentiamoci a Lui con le nostre mani cariche di bene, di carità, di disponibilità, di attenzioni, di perdono, di accoglienza e disponibilità e …saranno così queste opere a prepararci un ponte dorato che percorreremo felici e che ci porterà direttamente nel cuore di Dio Padre, e allora tutto sarà bello ed eterno!
    Don  Luigi Tommasone

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