Cos’è il metaverso e come rivoluzionerà la nostra vita
Alla scoperta di questa tecnologia ancora poco compresa
Tutti ne parlano ma quasi nessuno ha capito fino in fondo cosa sia. Descrivere il metaverso, per alcuni nient’altro che l’Internet del futuro, per altri un mondo in 3D a tutti gli effetti somigliante al nostro, oggi è un compito complesso, più che altro perché ancora non esiste. Le sue possibili definizioni in questi ultimi anni si sprecano e c’è chi si è già spinto oltre immaginandolo come un immenso social network. In realtà il metaverso dovrebbe essere – il condizionale in questo caso è d’obbligo – un nuovo mondo che presto tutti noi abiteremo (ma solo dopo aver creato il nostro avatar), dove non esisterà più il confine, per altro già adesso piuttosto sottile, tra ciò che è reale e ciò che è virtuale. Detto così è piuttosto difficile da comprendere; forse lo sarà meno leggendo il prossimo paragrafo.
La vita come un gioco reale e virtuale allo stesso tempo
Quando il primo metaverso vedrà definitivamente la luce, assisteremo a una vera e propria rivoluzione che interesserà quei settori che hanno a che fare con il tempo libero, in particolare quello del gaming moderno, che sarà altro rispetto a come lo intendiamo oggi. Oggi il suo successo è assicurato dal binomio realtà virtuale-videogiochi di ultima generazione, che permette a tutti, indossando un visore come l’Oculus Rift, un portabandiera della VR, di godere di un’esperienza ludico-immersiva di tipo tattile-visiva della durata di alcune ore. E domani? Domani il salto in avanti sarà enorme, perché noi insieme al nostro avatar vivremo non qualche ora bensì una “intera vita parallela” sotto forma di gioco, immersa in un mondo dalle fattezze di un videogame all’interno del quale sarà possibile fare tutto ciò che già facciamo nella realtà. Lavorare, ascoltare concerti, visitare luoghi sconosciuti, scoprire bellezze museali, interagire con altre persone: queste sono solo alcune attività che compiremo stando comodamente a casa, attraverso le quali reinterpreteremo il nostro modo di intendere la quotidianità. Quando tutto ciò accadrà nessuno lo sa con certezza, anche se Mark Zuckerberg in più video postati sul web ci assicura che oramai non manca molto. Tuttavia è probabile che passi ancora qualche anno prima che una delle più grandi scoperte tecnologiche della nostra epoca, ossia quella realtà virtuale intesa come il futuro dei videogiochi, passi definitivamente di moda per lasciare spazio al “grande gioco del metaverso”.
Il metaverso di Zuckerberg, tra regole di comportamento, equità e giustizia
Zuckerberg dopo gli esperimenti Facebook Horizon e Horizon Workrooms ha deciso che era giunto il momento di lavorare duramente alla creazione di un suo metaverso, non solo più coinvolgente rispetto agli stessi social di cui è proprietario ma anche massimamente interattivo. Un vero e proprio universo in cui un giorno sarà possibile fare qualsiasi cosa, a patto però che si rispettino alcune regole. Regole simili all’attuale netiquette e non certo alle leggi del mondo umano, sia ben chiaro, che comunque contribuiranno alla formazione di una società in cui saranno premiati i comportamenti virtuosi e puniti quelli viziosi e non conformi alla policy, che dovrà essere “scritta” dai collaboratori di Mark Zuckerberg. Ovviamente non sarà un paradiso perfetto il suo (e come potrebbe mai esserlo?), quanto un luogo dove equità e giustizia saranno piuttosto tangibili. Non è un mistero infatti che l’obiettivo di uno degli uomini più ricchi del pianeta sia quello di fare la differenza, cambiando, attraverso le sue azioni, il mondo che oggi abitiamo. Dunque altolà alle varie forme di speculazione, tra cui quella finanziaria tipica delle Borse, e spazio invece all’economia reale, fatta ad esempio di scambi tra avatar. Grazie al personaggio che “interpreteremo”, nient’altro che un surrogato di noi stessi, potremo infatti scambiarci qualsiasi prodotto, ma anche chiedere un prestito alla banca reale-virtuale che troveremo all’interno del metaverso. Tutto insomma sarà alla portata di tutti, o così almeno dovrebbe essere stando alle parole pronunciate da Mark Zuckerberg nei suoi video più celebri in cui spiega quale futuro ha in serbo per noi.