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Estate indimentic...abile? Di Maria Colagrossi

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Voglio darmi ancora il beneficio del dubbio.
Almeno quest'anno.
Ho un ricordo vivo di me all' estate ragazzi una decina di anni fa' più o meno.
Ero quella che scriveva gli slogan e colorava i lavoretti dei compagni che erano di gran lunga più attivi di me.

Quel che non ricordo però è di aver mai incontrato in questo contesto un bambino con una disabilità.

All' epoca non ci davo molto peso.

Non molto tempo fa' invece mi sono informata presso alcune strutture che disponevano di questo servizio circa l' accoglienza dei ragazzi disabili e purtroppo accanto ai molti no, mi sono anche sentita dire che in questo caso mi dovevano fare un preventivo.

Un preventivo, per 15 giorni?
Un preventivo per permettere ad un bambino di giocare con altri bambini?
Un preventivo per ottenere semplicemente un "occhio di riguardo?"
 
Malgrado la mia perplessità ho accettato che mi facessero questo preventivo.
E purtroppo la mia incredulità si è moltiplicata quando ho constato che ad un disabile l' estate ragazzi è un' esperienza che costa il triplo rispetto agli altri.

A voi sembra logico?
O giusto?

Questa situazione rappresenta una condotta potenzialmente discriminatoria in violazione della legge 67/2006 e della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità come ci ricorda la LEDHA la lega per i diritti delle persone con disabilità.

Il DPCM dell'11 Giugno 2020 prevede che i Comuni rivolgano particolare attenzione a questi casi  e si preoccupano di ampliare il team degli animatori corredandolo di figure professionali come ad esempio quella degli educatori garantendo un rapporto 1:1 almeno per i disabili (un operatore per ogni ragazzo disabile che abbia fatto richiesta di iscrizione).

Ho compreso che gli anni addietro avrei già dovuto scrivere lettere di richiamo piuttosto che slogan.

Ho capito che non è nella mia indole accettare quel che è evidentemente inaccettabile e che non posso non cercare risposte a domande che sicuramente ne meritano una.

Allora vi chiedo, se voi avesse un figlio, un fratello, una persona a cui volete bene  affetta da una qualche forma di disabilità come gli direste che non potete mandarlo a giocare con i suoi amici perché non ve lo potete  permettere?

Come può essere ritenuto un lusso essere portatori di un qualche handicap?

E come facciamo a crederci persone che condividono lo stesso cielo quando non riusciamo a dare nemmeno le stesse opportunità a dei bambini?

Come risponde il nostro Comune ha questa esigenza?

Con la speranza che sia mossa sempre dal fuoco interiore e mai dalla rassegnazione.

A voi lettori, una buona estate!
Purché possiate permettervela!

Colagrossi Maria

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