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Lo sguardo della Cgil sulla condizione femminile in Capitanata e a Lucera

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di Costantino Montuori 
 
Una settimana e due date-simbolo: quella dell'otto e quella del dieci marzo. Fu in occasione delle prime elezioni postbelliche, con un decreto del 1946, che le donne con almeno 25 anni poterono eleggere ed essere elette. Era la prima volta. 
 
Ricorrenze impattanti come queste hanno ispirato la conferenza 'Le donne protagoniste per il cambiamento della Capitanata'. 
 
Ad ospitarlo per la Festa Internazionale della Donna è stata la Camera del Lavoro di Foggia. Tra gli interventi delle relatrici un certo rilievo ha assunto quello di Tina Trivisonne, segretaria provinciale del Sindacato Pensionati Italiani in capo alla Cgil foggiana. 
 
"Nella nostra provincia" - ha osservato la dirigente della segreteria provinciale 'cigiellina' - "le donne pensionate sono circa 94mila: quasi il 70% di loro percepisce la pensione minima". 
 
TRA SOLITUDINE E CARENZA DI SERVIZI (ANCHE A LUCERA) 
 
"Con la pandemia per moltissime pensionate si è acuita una situazione di estrema solitudine, soprattutto per chi vive nei quartieri più degradati e periferici del capoluogo e delle altre quattro città più popolose: Cerignola, San Severo, Manfredonia, Lucera", ha fatto rilevare la sindacalista. 
 
Spesso le donne "vivono da sole, in vecchi edifici popolari e privi di ascensore, una circostanza che impedisce a chi ha problemi fisici di uscire dalle quattro mura. Povertà, solitudine e problemi di salute sono un 'mix' terribile che determina una vera e propria emergenza sociale", ha aggiunto Trivisonne. 
 
"LA POLITICA NON SI BARRICHI NEI PALAZZI" 
 
"Abbiamo portato e stiamo portando le nostre sezioni ed i nostri servizi nelle periferie delle città e nei piccoli centri lontani dal capoluogo. 
 
Occorre che le Istituzioni e la politica prendano piena coscienza di ciò che sta accadendo. E che non chiudano la porta al dialogo, al confronto, barricandosi nei palazzi e rinunciando a dare risposte". 
 
Trivisonne rincara la dose: "È necessario che l'opportunità epocale dei fondi 'Pnrr' non vada sprecata. Le donne, gli anziani, i disoccupati ed i precari, ma anche i bambini e, più in generale, le persone svantaggiate di ogni età stanno subendo gli effetti devastanti della mancanza di una rete sociale". 
 
"C'è chi è costretto a rinunciare alle cure, al sacrosanto diritto a fruire di un sistema socio-sanitario pubblico, a causa del doppio-binario che discrimina tra chi può e chi non può pagare. Per chi non ce la fa, le liste d'attesa possono essere infinite", questa l'amara chiosa di Tina Trivisonne. 
 
La città di Federico non fa eccezione e conferma, laddove necessario, il momento di fragilità socio-economica che la attanaglia ben prima della crisi pandemica o dello spettro di un conflitto bellico su scala globale. Le radici di ataviche criticità affondano in tempi immemori. E da tempo reclamano uno straccio di strategia risolutiva. Diciamo un pensiero, almeno quello.

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