Sembrano concetti simili, uno la consecutio dell' altro eppure in realtà sono situazioni assai differenti.
Ricominciare è di gran lunga più doloroso. Perché ricominciare è un percorso introspettivo: siamo noi a dover cambiare linguaggio e atteggiamento mentre il mondo che ci circonda resta immutato.
Nel cambiamento invece tutti i fattori esterni sono a nostro favore. Se decidiamo di cambiare città ad esempio cambieremo inevitabilmente il nostro lavoro e il gruppo sociale, e ancora la nostra casa, i nostri luoghi, le nostre abitudini e per quanto sia difficile, tutto avviene secondo una nuova logica.
Se comprendiamo invece che il cambiamento deve essere soltanto il nostro e siamo costretti a stare esattamente dove siamo è una vera chimera. Occorre guardarci dentro e capire come allontanare da noi le cose che fanno parte della nostra quotidianità che non ci stanno più bene. Ed è coraggioso, ed è controverso esserci e non esserci contemporaneamente.
Reinventarsi senza il timore di non aver più nulla da dire. In quell' area chiamata, in termini psicologici, "comfort zone" sembra essere tutto perfetto eppure non lo è. Bisogna avere una buona dose di autostima per opporsi alla paura di fallire e alla convinzione che non abbiamo null' altro da dare.
Nella mia stessa vita, mi sono scoperta tante volte, e altrettante mi sono persa. Sono cambiata ogni giorno anche se apparentemente tutto rimaneva al suo posto. Ho conosciuto luoghi interiori che non sapevo di avere e mi sono divertita a ricucire i pezzi di un puzzle che finiva sempre col mio nome a caratteri cubitali.