Per un Municipio, quello di Lucera, che soccombe in giudizio, dall'altro lato, si situano i lavoratori comunali. Quelli usciti vittoriosi dal contenzioso aperto dopo la soppressione, sei anni fa, dei buoni pasto a loro destinati.
Sulla vicenda registriamo l'intervento di Ernesto Giannetta, segretario cittadino del Partito Democratico.
Con una comunicazione, diffusa mercoledì 6 ottobre, il responsabile del circolo 'Parracino' non ha mancato di far conoscere il suo orientamento in materia.
"La sentenza di condanna che obbliga il Comune di Lucera a corrispondere, dal 2015, i buoni pasto ai dipendenti è il riconoscimento di un diritto ingiustamente sottratto in violazione di accordi e contratti", incalza il massimo esponente dei dem.
"L'augurio è che quanto accaduto non succeda mai più e che, sopratutto, l'Amministrazione prenda le distanze da questo atto abnorme ed ingiusto". Sono le conclusioni a cui Giannetta è giunto dopo gli esiti derivanti della vertenza di lavoro.
Già il 19 settembre, a poco più di una settimana dalla sentenza di condanna in danno di Palazzo di Città, Antonio Dell'Aquila, capogruppo consiliare del Pd non le aveva mandate a dire.
Questo il suo commento affidato a Facebook: "Il Giudice ha dato una lezione significativa di diritto, rispetto del lavoro e dei lavoratori.
Un atto di Giunta decise il taglio dei buoni mensa, a partire dal 2015, a tutti i dipendenti comunali. Un provvedimento unilaterale ed antisindacale che ignora i fondamenti della contrattazione collettiva. Un nuovo debito che paghetemo tutti. C'è un diritto naturale che, però, grida vendetta. I buoni mensa vanno riconosciuti a tutti anche se non hanno fatto ricorso. Il tempo è galantuomo sempre, basta saper attendere". Così si era espresso Dell'Aquila.
Più di recente un operatore culturale del calibro di Giuseppe Trincucci ha preso posizione sul caso: "Sarebbe opportuno ripristinare da subito il diritto dei lavoratori ai buoni pasto e cercare una soluzione per il pregresso con l'accordo tra Amministrazione e sindacati", ha spiegato lo storico e scrittore lucerino.
Con tutta l'umana comprensione che nutriamo per le parti non ci appassiona affatto, ad esempio, la polemica tra qualche ex impiegato dell'Ente comunale e le organizzazioni sindacali. Una diatriba che ci ha sfiorato ma che non ci tange più di tanto. Tutt'altro.
In ossequio alla sua ispirazione, questa testata, ha dato e darà voce a tutti. Di errori se ne commettono, ci mancherebbe, e ce ne scusiamo coi lettori.
Tuttavia abbiamo ragione di ritenere che alla città, quella che affronta problematiche e criticità quotidiane, il tema al centro del nostro resoconto interessi ben poco.
Le molteplici questioni da affrontare, nell'interesse e per il benessere dei cittadini-contribuenti, meritano di riconquistare centralità nel dibattito politico locale. E non solo.
Soluzioni in tasca non ne ha nessuno ma provare a smuovere le acque non produrrà un soldo di danno. Anzi.
Costantino Montuori
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