POLITICA Regione         Pubblicata il

Tutolo: Serve umanità negli ultimi giorni di vita dei pazienti

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Nota stampa del Consigliere regionale, Antonio Tutolo

Non può esistere politica dove non c'è empatia, umanità, rispetto per la dignità delle persone. E tutte le volte che, per qualche motivo, le istituzioni consentono - anche senza pensarci - comportamenti inumani, io mi sento direttamente e fottutamente responsabile. È più forte di me.

Nel mio intervento durante l'ultima seduta di Consiglio Regionale, mi sono rivolto all'assemblea ma soprattutto all'assessore, Prof. Pier Luigi Lopalco, persona che stimo molto sia per le sue doti professionali sia per la sua caratura umana, per sollevare un tema di cui la politica non può non occuparsi: l'umanizzazione delle cure e della fase finale della vita dei pazienti affetti da coronavirus.

Immaginate un vostro caro. Isolato in una stanza di ospedale, intubato, alle prese con sofferenze atroci e senza nessuna persona a lui familiare. Immaginate di averlo visto l'ultima volta a casa, mentre veniva caricato sull'ambulanza, disorientato, impaurito per la situazione precipitata all'improvviso. Immaginate di apprendere della sua morte da una telefonata, senza la possibilità di tenergli stretta la mano, di dargli un minimo di conforto, di mitigare una sofferenza psicologica altrimenti disumana. Il corpo senza vita, impregnato di candeggina, prosciugato dalla malattia e dall'angoscia e ficcato dentro un sacco nero. Un sacco praticamente uguale a quelli che si usano per la spazzatura. Pezzi di carne che in qualche caso sono stati persino scambiati cosicché qualche parente si è trovato a piangere sul defunto sbagliato. Tutto ciò è inaccettabile, disumano, assurdo.

Io, da persona prima ancora che da membro delle istituzioni, pretendo che si riservi l'adeguato rispetto per i nostri defunti, premesso che vengano rispettate tutte le buone prassi nella gestione delle salme. Basta un lenzuolo, un protocollo che consenta alle persone di rivedere un'ultima volta il proprio caro estinto, la giusta umana attenzione per qualcosa che è molto più di un pezzo di carne. Trovo assurda l’idea di dover dare l’estremo saluto ad una busta.

In secondo luogo, credo sia arrivato il momento di garantire la possibilità di un contatto con il malato grave, in terapia intensiva, da parte dei parenti. All'inizio eravamo tutti assorbiti dall'emergenza e dal problema di dare protezione agli operatori e ai malati. In questa fase, siamo certamente più pronti per consentire la cosiddetta umanizzazione delle cure dei pazienti gravi. Numerosi studi hanno dimostrato, anche sulla base di indagini dirette, che il contatto del paziente con i familiari ha delle considerevoli ricadute positive sugli stessi esiti clinici. Lo stesso Patto per la Salute conferma questo indirizzo. Non è solo una questione morale.

 

 Basta lavorare ad un protocollo che consenta di farlo in sicurezza ed in questo, l'assessore alla Sanità penso possa fare la differenza. Diversamente, tutti noi che siamo chiamati a decidere ed operare delle scelte, saremmo complici di questo scempio.

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