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Il fuoco vive della morte della terra

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Sulla strada per Troia, all’incrocio con la SP 18. Sulle complanari della SS 17 per Foggia. In Contrada Mantegna, verso San Giusto. In Contrada Sterparone verso Torremaggiore. Nella periferia in via Aspromonte. 

I rifiuti sono ovunque e i roghi divampano in ogni momento del giorno e della notte. 

In tutti gli angoli delle nostre campagne, anche i più remoti, montagne di immondizia fatte di scarti ospedalieri, lastre di eternit, sanitari, gomme di autoveicoli, calcinacci, tubi di plastica, si accumulano e diventano parti tumorali del nostro territorio, escrescenze cancerogene pronte a portare morte. 

Poi ci sono gli sversamenti di liquami nei corsi d’acqua, spargimenti di fanghi: la Capitanata è diventata una discarica a cielo aperto.

Nel volgere di poche settimane, l’erba cresce sui cumuli di rifiuti e li nasconde alla vista, ma sono lì, inquinanti, schifosi, pericolosi, mentre noi restiamo indifferenti, rassegnati, al più disgustati, senza però reagire. 

La notte gli danno fuoco, l’immondizia diventa cenere e gas tossici, la puzza arriva nelle città, a Lucera come a Foggia e a San Severo. 

Le segnalazioni sono numerose, eppure il fenomeno si aggrava e i cittadini, anche i più volenterosi, potrebbero rassegnarsi all’impotenza, come è accaduto nella Terra dei Fuochi del Napoletano e del Casertano, fino a quando sarà troppo tardi e i frutti nasceranno neri. 

Dobbiamo agire: denunciamo, fotografiamo, filmiamo, segnaliamo, protestiamo, interveniamo quando possibile.  

Nessuno ha il diritto di distruggere il nostro territorio.

 

Nicola Ivan Bernardi

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