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Roberto Curato l’ingegnere bonificatore che sognava di trasformare il Tavoliere

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COMUNICATO STAMPA

 

“Roberto Curato l’ingegnere bonificatore che sognava di trasformare il Tavoliere” sabato 7 settembre la presentazione a Biccari

 

BICCARI – Ultimo appuntamento sabato 7 settembre per la rassegna di incontri con l’autore,  organizzata dall’associazione “Terre di mezzo”, presieduta da Giuseppe Lucera, con la collaborazione del Comune. Di scena alle 21.30 alla sala Bollenti Spiriti di piazza Matteotti ci sarà il collaboratore della <<Gazzetta del Mezzogiorno>> Francesco Barbaro che presenterà il volume “Roberto Curato l’ingegnere bonificatore che sognava di trasformare il Tavoliere”, la biografia del primo presidente del Consorzio di Bonifica di Capitanata. A presentare il libro sarà Amalia Stingone docente di storia e filosofia del liceo classico “Bonghi” di Lucera. Roberto Curato ebbe nella sua non lunga vita tanti ruoli. Imprenditore illuminato. Abile pubblicista, autore di decine di saggi ed articoli. Oratore brillante, chiamato a rappresentare la Capitanata anche a Milano al convegno nazionale sull’irrigazione del 1925. Fu Sindaco e podestà di Lucera. Accademico dei Georgofili. Meridionalista convinto della necessità che lo Stato investisse nel Sud d’Italia per creare infrastrutture ed innescare così un processo virtuoso di crescita. Curato fu tutto questo ed altro. Un uomo capace di intuire la validità di progetti innovativi, tanto da entrare a far parte, assieme ad Alberto Pirelli, nel 1917 nel comitato per la costruzione della Ferrovia TransbalcanicaRoma, Valona, Istanbul; apprezzò gli embrionali esperimenti di genetica applicata all’agricoltura fatti in Nord America agli inizi del ‘900.” Curato nel gennaio del 1933 ebbe da dal governo Mussolini con un regio decreto l’incarico di commissario straordinario del Consorzio Generale di Bonifica di Capitanata e redasse un piano di trasformazione che prevedeva centinaia di km di strade, linee elettriche e telefoniche, acquedotti, ponti, cinque nuove città e novantotto borgate rurali per antropizzare il Tavoliere. Fra gli obiettivi di Curato quello di incrementare il comparto zootecnico e popolare il Tavoliere con migliaia di bovini capaci di produrre milioni di litri di latte all’anno. La progettualità di Curato sopravvisse alla sua stessa precoce morte, avvenuta nel 1935, e fu raccolta dalla neonata Repubblica nell’immediato Secondo Dopoguerra. Molte le borgate come Siponto, Segezia, Giardinetto, Borgo Mezzanone nate dal progetto Curato. Il ruolo di commissario del Consorzio proiettò Curato sul panorama politico nazionale, portandolo anche a diretto contatto, nel gennaio del 1934, con Mussolini, al quale illustrò di persona il piano di trasformazione di quello che era il più grande comprensorio di bonifica d’Italia. Fra i protagonisti del libro: Gaetano Postiglione, Giuseppe Pavoncelli, Domenico Siniscalco Ceci, Gabriele Canelli, Giuseppe Caradonna, Celestino Trotta. “Curato agì su diversi livelli così come testimoniano l’incontro con Mussolini e la partecipazione al convegno di Firenze sulle bonifiche del maggio 1934  fu – sottolinea Barbaro – una personalità singolare che andava raccontata, mediante la sua biografia però ho cercato di raccontare un periodo significativo della storia della Capitanata con il suo sogno di modernizzare il Tavoliere che è ancora attuale se si pensa alla necessità di far crescere l’economia della provincia che purtroppo oggi è fanalino di coda in Italia e che invece ha delle potenzialità importanti”.

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