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Carcere di Foggia: Ancora un episodio di violenza ai danni degli agenti

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Ancora violenza nel carcere di Foggia, ed a farne le spese alcuni agenti, inermi senza alcuna difesa che hanno subito anche contusioni con prognosi varie.

Da tempo il SAPPE il più numeroso e rappresentativo sindacato della polizia penitenziaria, grida forte la sua rabbia contro l’indifferenza di un amministrazione penitenziaria che non tutela in nessun modo i poliziotti.

Eppure la prepotenza, l’arroganza, l’insofferenza dei detenuti al rispetto delle norme che regolano la vita all’interno delle carceri diventa sempre più evidente e preoccupante, e nonostante ciò non si prendono provvedimenti.

Così questa mattina ( 25.09.2018) intorno alle ore 9.30 circa, un detenuto di origine ivoriana di 25 anni detenuto in carcere poiché “sex offender” parola elegante per dire che è un violentatore, mentre veniva fatto uscire dalla sua stanza dopo aver insozzato muri e pavimento, improvvisamente aggrediva

distribuendo calci e pugni e finanche morsi, gli agenti presenti ed all’ispettore che coordinava l’operazione.

La colluttazione è durata pochissimi attimi, ma è bastata per lasciare i segni nei poliziotti che come dicevamo prima sono poi ricorsi alle cure dei medici del carcere, poiché non hanno voluto sguarnire ancora di più il penitenziario.

Peraltro anche questo detenuto sarebbe da annoverare nella folta schiera dei c.d. “pazzi” presente nel carcere di Foggia che ha “la licenza di uccidere”, poichè fanno tanti danni, ma alla fine non pagano mai nulla.

A seguito di questi eventi che hanno coinvolto più agenti ed un solo detenuto hanno chiesto al SAPPE come mai può accadere ciò?.

La risposta è che mentre i detenuti hanno la licenza di “picchiare”, dimenarsi, aggredire senza alcun limite, i poliziotti sono obbligati a porre in essere una difesa passiva, tesa a cercare di contenerli poiché non si possono toccare nemmeno con un dito, altrimenti scattano denunce per violenza con le varie Rita Bernardini di turno, le “Iene” e le varie associazioni, pronte ad additare la polizia penitenziaria al pubblico ludibrio.

Da quando sono stati chiusi i manicomi criminali ed i detenuti “pazzi” sono stati buttati nelle carceri, solo in Puglia più di un centinaio di poliziotti penitenziari hanno subito aggressioni con lesioni anche gravi nonostante la gestione di tali “malati” sia passata completamente alla gestione del servizio sanitario pubblico.

In carcere questi pazzi invece di essere seguiti h.24 da personale specializzato(medici e paramedici) quando va bene vengono visitati per qualche minuto al giorno, eppoi lasciati al loro destino ed alla completa gestione dei poliziotti che da soli, devono anche controllare centinaia di detenuti.

Proprio per questo il SAPPE con l’aiuto del proprio studio legale sta approntando della cause di risarcimento del danno contro la regione Puglia e l’amministrazione penitenziaria poiché non viene garantita alcuna assistenza a questi malati, con conseguenze gravi per i poliziotti. Purtroppo i detenuti diventano sempre più violenti per motivi ben precisi tra cui la cronica carenza di personale di polizia penitenziaria(circa 70 unità) che ha abbassato i livelli di sicurezza in maniera paurosa, ma soprattutto per l’inerzia e la superficialità dell’amministrazione penitenziaria che non applica verso questi violenti le prescrizioni previste dalla legge.

Nei giorni scorsi il SAPPE ha portato nuovamente all’attenzione del Capo del Personale

  

BUFFA a Roma la grave situazione organica che si vive in Puglia ove il sovraffollamento dei detenuti ha superato il 60%, (a differenza di una media del 25% a livello nazionale)mentre la carenza organica , secondo i loro stessi dati è di 500 agenti.

Il SAPPE infine chiede nuovamente che anche ai poliziotti penitenziari , così come alle forze dell’ordine, vengano date in dotazioni gli spray urticanti o i TASER (le pistole elettriche)sia come deterrente, sia per potersi difendersi dalle aggressioni che ogni giorno che passa diventano sempre più numerose e violente.

comunicato stampa

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