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INCIPIT iNforma RESPIRARE E MUOVERSI: Sei sicuro di respirare bene?

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Se respirassimo bene saremmo più sani, più forti e anche più sereni.

Il percorso ‘iNforma’ di incipit oggi ritorna ad aprire una finestra sulla salute con il dott. Pasquale Di Gioia, per farvi ‘tirare un sospiro di sollievo’!
Non c’è davvero nessuna bacchetta magica quando si fa allenamento, c’è solo uno schema specifico di movimenti che, se correttamente applicato, è in grado di migliorare le prestazioni e i risultati; e non fa differenza sia che si tratti di esercizi con i pesi, di nuoto, di ciclismo o di qualsiasi altra attività in pista o in ambiente naturale. Tra questi movimenti ce n'è anche uno che spesso non viene considerato tale: la respirazione.
“Infatti- come spiega il biologo nutrizionista e chinesiologo lucerino- respirarenon è solo un’azione inconscia di scambio di ossigeno e anidride carbonica con l’ambiente: la respirazione è un movimento reale coordinato che è necessario agevolare”.
Avere un modello di respirazione scorretto non è poi tanto diverso dall'avere una condizione fisica scadente, eppure quando si tratta di “prendere una boccata d’aria” non siamo poi così attenti.

Un breve ripasso.
Noi respiriamo: l'ossigeno precipita giù nei polmoni e da qui diffonde nel nostro sangue, l'emoglobina lo trasporta ai muscoli impegnati nell’esercizio, e l'energia viene prodotta. I rifiuti derivanti (l'anidride carbonica, per intenderci)  ripercorrono all’inverso il tragitto fino ai polmoni per essere rimossi. Tutta la fase meccanica di questa sequenza (espansione e riduzione di tutti i diametri del torace) è guidata da un complesso gruppo di muscoli del tronco che includono il diaframma, i muscoli della gabbia toracica e quelli addominali.
La respirazione e l’attività sportiva.Due concetti strettamente legati tra loro, dove il primo costituisce il vero ‘motore’ del movimento: il sangue, infatti, viene ossigenato grazie alla funzionalità respiratoria, permettendo così ai nostri muscoli di funzionare. La respirazione diaframmatica durante l’attività fisica è fondamentale per ottimizzare le sforzo, come Di Gioia sostiene:

“Prendiamo il diaframma, per esempio: è noto che una sua contrazione ottimale, nonché l’appiattimento,  permette un maggiore riempimento dei polmoni, fornendo in tal modo più ossigeno per il metabolismo dei nutrienti. Altresì, questo muscolo, durante lo svolgimento di un qualsiasi movimento, dà un contributo a far crescere la pressione intra-addominale, una pressione che trasforma la cavità addominale in un cilindro semirigido capace di stabilizzare il tronco e salvaguardare la colonna da gravi stress. Il fatto è che questa doppia funzione può farci cacciare nella trappola della “coperta troppo corta”, una situazione di aut-aut in cui il corpo deve decidere di privilegiare la respirazione o il controllo della postura. Ed è chiaro che non c’è partita contro una delle funzioni vitali, specie quando siamo soliti praticare un modello di respirazione “più alto” e superficiale di per sé già poco efficiente. Si tratta del tipo di respirazione utilizzato dalla maggior parte di noi, di quella toracica”.

In altre parole, molto spesso utilizziamo  involontariamente delle ‘scorciatoie’ per ottenere un’immediata immissione di ossigeno nel sangue; un percorso di comodo che, a lungo andare, va a compromettere le nostre funzioni respiratorie e posturali, traducendosi – quando è in corso un’alta domanda di ossigeno, come succede nell’esercizio fisico- in affaticamento precoce, lesioni o perturbazioni dell'equilibrio.
Ma, allora, come si fa ad utilizzare la tecnica di respirazione adatta? Con l’esercizio. “Per respirare bene non esistono formule magiche, ma tanti accorgimenti. Uno fra tanti, l’esercizio: la respirazione va allenata così come si fa con la forza, la resistenza o la flessibilità. Continuare a sbagliare, senza neppure chiedere un consiglio a chi ne sa un po’ più di noi, è una scelta. Una decisione che, nello sport però, non è obiettivamente la migliore!”.
Gioviana Tedeschi

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