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Francesco Serio: Non tutti i microbi vengono per nuocere

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Quando si parla di microbi ovverosia di quegli organismi minuscoli, microscopici appunto, anche noti col nome di batteri, il pensiero corre inevitabilmente ad esseri immondi, sporchi. Li si immagina, considerando che è possibile vederli da vicino solo col microscopio, mentre si incubano, si annidano, proliferandosi, in condizioni igienico sanitarie scarse. Eppure uno studio condotto dal noto scienziato Rob Knight, afferma l’esatto contrario e, comunque, quello che non avremmo mai lontanamente considerato. Nel suo testo, edito da Rizzoli, e dal titolo “Segui la pancia. Non tutti i microbi vengono per nuocere.”, egli sostiene che i germi nel nostro organismo sono più di quanti ne abbiamo mai osato immaginare: circa 100 milioni ovvero 10 volte il numero delle nostre cellule. Il che significa che il nostro corpo è affollato, abitato completamente, da questi microrganismi, addirittura contribuenti del 99% del nostro DNA.

Essi ci caratterizzano ed è proprio grazie a loro se è possibile risalire alla nostra identità, proprio come avviene con le impronte digitali. Impronte digitali, più o meno ‘sporche’ del nostro marchio, s’intende! Soltanto un microbo su 10 abbiamo in comune con un qualsiasi altro essere umano. Capita, allora, che il batterio, o meglio, la coltura batterica, deputata all’assimilazione dei cibi, presente nella flora intestinale, in alcuni individui faccia perdere peso e in altri no, oppure che alcuni attirino le zanzare più di altri, e così via. La nostra relazione con loro incomincia con la nascita. Prima del parto il feto ne è praticamente immacolato, dopodiché via via che i minuti trascorrono, un nuovo microbioma si forma. Rob Knight ci consiglia, però, di non considerarli assolutamente nemici e di disinfettarci con meno frequenza, onde evitare di lasciare andare con loro anche un pezzo del nostro, unico, io!

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