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Tratto da una storia vera: 'Clemente, Mario e gli altri', la Grande Guerra di Alberona

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Sabato 16 maggio, presentazione del libro che racconta un pezzo di storia con lettere e cartoline
Uno dei ragazzi venne ferito e morì al fronte dopo aver spedito l’ultima missiva ai suoi cari
 
ALBERONA (Fg) – C’è una piccola-grande storia nella epocale e tragica vicenda della prima guerra mondiale. E’ una storia vera, commovente, quella racchiusa in “Clemente, Mario e gli altri”. E’ questo il titolo del libro che sarà presentato sabato 16 maggio, alle 10:30, nell’Auditorium Vincenzo D’Alterio di Alberona. La pubblicazione, data alle stampe da Edizioni del Rosone, raccoglie lettere e cartoline attraverso cui un gruppo di giovanissimi studenti, amici, compaesani di una piccola realtà meridionale della provincia di Foggia, Alberona, cercano di sostenersi l’uno con l’altro, raccontando quasi un anno della Grande Guerra. La presentazione del libro sarà introdotta dai saluti del sindaco di alberona, Tonino Fucci. A seguire, vi saranno gli interventi di Falina Marasca, responsabile Edizioni del Rosone; Pina De Matthaeis, presidente Proloco Alberona; Antonio Mariani, dirigente Istituto Scolastico comprensivo “Roseti”.
UN ANNO DELLA GRANDE GUERRA. La corrispondenza epistolare raccolta nel libro permette di comprendere le speranze, emozioni e paure di una generazione. La prima lettera della raccolta risale al 18 dicembre 1915, mentre l’ultima è datata 21 ottobre 1916: entrambe sono state scritte dalla stessa persona. Si tratta di Clemente Nazzaro, il giovane che, proprio alcuni giorni dopo aver scritto la lettera del 21 ottobre, viene ferito in un’azione da guerra e muore il 3 novembre 1916.
UN FILO DI SPERANZA. Sono passati 100 anni dalla Grande Guerra. “Clemente, Mario e gli altri” è un libro che fa riemergere una storia importante. Attraverso la parola scritta, con una lettera o col saluto augurale di una cartolina, quei ragazzi cercavano di mantenere un legame con gli amici e con il loro paese. Era un tentativo pieno affetto, amicizia senso di appartenenza. Il percorso compiuto da quella corrispondenza sembra quasi disegnare un filo di speranza che unisce i diversi protagonisti ed evita loro di smarrirsi nell’infernale tritacarne della guerra.

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