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Depressione, questo male sconosciuto

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La dottoressa Lucia Cusano

Continua la nostra rubrica con la dottoressa Lucia Cusano, che si è gentilmente prestata a fornirci la sua consulenza in merito ai problemi di quanti vogliono scrivere per sottoporle quesiti legati al comportamento umano, problemi adolescenziali, di coppia, di rapporto con gli altri... Oggi affrontiamo il problema della depressione, grazie all'email di un utente (che per ovvi motivi di privacy chiameremo con un nome di fantasia). Ricordiamo che tutti i lettori possono inviare le loro domande e dubbi alla email info@lucerabynight.it. Tra quelle pervenute sceglieremo la mail che affronta un problema di maggior diffusione ed interesse collettivo. Lasciamo lo spazio alla dottoressa Cusano.

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Salve, con piacere ho notato che altre persone hanno voluto condividere con me i loro vissuti e di questa fiducia mi sento onorata e vi ringrazio.
Oggi, prima di rispondere ad altre lettere, ritengo doveroso spendere due parole su quella che è l’emozione principe che governa e determina molte delle nostre scelte, quella che tutti noi impariamo a conoscere sulla nostra  pelle, quella che parla il linguaggio universale che tutti intendono,  “ IL DOLORE “.
Non c’è essere umano al mondo che non conosca il dolore,  è un’emozione forte e concreta che ci lascia dentro sensazioni e tracce indelebili che, se non elaborate e digerite bene, con il tempo si nascondono, si affievoliscono, si rimuovono, sembrano scomparire ma, in realtà, non saranno mai cancellate del tutto, pregiudicando e condizionando le nostre vite.

Per capire meglio quello che intendo facciamo insieme una prova… chiudete per un attimo gli occhi e cercate di ricordare un episodio doloroso:  vi accorgerete  che più vi soffermerete su quel ricordo e più torneranno le sensazioni, gli umori, i dettagli di quel momento negativo, divenendo così nitidi da turbare il vostro animo ancora oggi.
Provate poi a cercare, nella vostra mente, il ricordo di un momento felice: vi accorgerete che questo è leggero e delicato come il battito di ali di una farfalla, come una folata di vento che vi scompiglia i capelli, dura poco e sembra che sparisca all’improvviso.  
Non siamo educati a godere di queste sensazioni,  quasi a dire che non le meritiamo; ciò che dobbiamo fare, invece, è proprio il contrario: dobbiamo imparare a  riconoscere e trattenere gli attimi di felicità e serenità, in modo che possano attivare delle risorse interiori, che ciascuno di noi possiede, da cui attingere energia  per  sconfiggere o limitare i momenti negativi che turbano la nostra quotidianità.
Va detto che le ricerche sul cervello hanno dimostrato che basta il ricordo e le sensazioni di un momento bello per disattivare delle aree corticali specifiche per il dolore  e immettere nel circolo sanguigno alcuni neurotrasmettitori capaci di sconfiggere lo stimolo dolorigeno.
Il ricordo del dolore è pesante e avvolgente, mentre quello della gioia è volatile e leggero. Per ritrovare il dettaglio del dolore basta ricordarlo; per ritrovare i dettagli di un momento felice molto spesso occorre una foto o un oggetto a lui collegato.
Per cui dovremmo, sempre più, trovare dei momenti di pausa durante la giornata ed imparare ad allenare la mente a cercare e fissare, dentro di sé, tutte quelle sensazioni belle che appartengono alla nostra vita, e vi assicuro che ne sono tante, solo che le abbiamo dimenticate; dobbiamo  ritrovarle, e questo è lo scopo del nostro lavoro.

Sono un uomo di circa 40 anni, sposato e con figli, che da un periodo di tempo ormai lungo sta vivendo un momento di difficoltà. A lavoro ci vado solo perché sono obbligato, ma mi pesa, mi sono chiuso, non parlo con i miei colleghi che sempre più spesso mi chiedono perché sono cambiato. A casa sono assente e mi accorgo che evito o rimando tutto quello che posso, anche con i bambini non riesco più ad essere presente come prima. Mia moglie mi fa domande, ma non voglio parlarle di quello che mi sta succedendo e invento delle scuse nella speranza che tutto passi da solo. Temo, però, che non passi mai e mi chiedo per quanto tempo riuscirò ancora a nascondere; mi sembra di non avere più scuse da inventare.

Purtroppo non credo che riuscirai a nascondere ancora per molto questo stato di malessere, perché tra poco tempo la tua mente potrebbe non riuscire più ad elaborare scuse o bugie ancora credibili. Da quello che traspare dalle tue parole, stai vivendo, sicuramente, uno stato depressivo di cui non posso dire l’importanza, in quanto dovrei considerare altri elementi psicopatologici tipici ma difficili da individuare in uno scritto, anche se preciso e dettagliato. Il mio consiglio è invitarti a parlare, in primis, con tua moglie, per raccontarle le sensazioni che provi e la fatica che fai per svolgere tutti gli impegni quotidiani. Lei ti capirà, ti sarà vicina e insieme troverete la forza di chiedere aiuto e consiglio ad un professionista, in modo da fronteggiare, con efficacia e funzionalità, questo momento buio della tua esistenza. Tieni presente che durante la vita di ciascuno di noi, spesso, si verificano alcune circostanze sfavorevoli che ci fanno precipitare in uno stato di frustrazione e sofferenza, in alcuni casi, insostenibile; ma esso è necessario perché ci permette di crescere e di attivare energie e risorse che ognuno di noi possiede ma che, solitamente, non sappiamo utilizzare . Bisogna trovare il modo di riattivare le forze resilienti che ci appartengono  e l’incoraggiamento delle persone care che ci sono vicine; questi fattori possono diventare una forza interiore forte e risolutiva, quindi non scoraggiarti ed affidati alle persone giuste.
Parlare con loro è importante perché la stanchezza, sia fisica che mentale, è il sintomo principale di uno stato depressivo che può incidere profondamente nella tua quotidianità e lentamente può condurti a vivere momenti di apatia in cui lo svolgimento, anche delle cose più semplici, diventa  difficile. In questo stato, il bisogno principale è quello di restare solo senza fare niente, la mente si svuota e si ha la sensazione di non avere più pensieri o desideri. Tutto è distante e poco importante e anche l’affetto lentamente sembra svanire . Si ha la sensazione di essere in un mondo vuoto, dove quello che gli altri fanno o ti chiedono di fare diventa per te incomprensivo e insignificante; ci si sente estranei e fuori posto ovunque, anche nella propria casa.
Ciò detto, non voglio assolutamente trasmetterti il messaggio dell’inevitabilità di queste sensazioni, ma voglio dirti che puoi riprenderti, e ti invito a prenderti cura di te stesso perché questo disturbo può essere affrontato e superato completamente. Cerca di chiedere aiuto a un professionista, affinchè possa aiutarti a capire cosa ti è successo e fallo senza avere timore di essere giudicato, né avere paura  delle possibili risposte. Non sei solo, non devi assolutamente vergognarti del dolore che stai vivendo, nessuno di noi è perfetto, tutti nella vita possiamo incontrare difficoltà di varia natura.

RICORDA, RICONOSCERE  IL PROPRIO DOLORE E CHIEDERE AIUTO NON E’ SEGNO DI DEBOLEZZA MA DI GRANDE CORAGGIO.
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Dr.ssa Lucia Cusano

Laureata in Psicologia presso “La Sapienza” di Roma nel 1988. Specializzata in Psicoterapia ad indirizzo Cognitivo-comportamentale ed in Ipnosi clinica. Lavora dal 1990 presso il Centro psicologico “Anthropos” di Foggia come psicologo-psicoterapeuta nel trattamento di adulti, minori e coppie.
Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale di Lucera. Collabora da tempo con vari Istituti scolastici.
Riceve presso il Centro psicologico “Anthropos” in via S. Pollice,3 di Foggia. Tel/fax 0881/713553 e 349/6020619.

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