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DI MURO-PENSIERO SU CALCIO E MONUMENTI A PAGAMENTO

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La cavea dell’Anfiteatro romano di Lucera Scorcio suggestivo del Castello con volo di uccelli a far da corona

Per un bel po’ abbiamo voluto astenerci dal commentare le partite del Lucera per allontanare il sospetto di avere una sorta di pregiudizio nei confronti della nuova dirigenza e per non farci contagiare e condizionare eccessivamente dal nostro pessimismo in qualche maniera derivante dai precedenti negativi del finale della precedente rocambolesca stagione e oltre. Abbiamo dovuto farlo anche per disintossicarci, perché da tutte le parti chi scrive queste note veniva additato come il soggetto che mirava a smantellare tutto il buono che si andava costruendo per non far sprofondare il calcio nell’oblio. Anche i colleghi non sono stati teneri con noi, benché l’evidenza delle cose era tutta a nostro favore. Beninteso - e lo ribadiamo con forza - noi apprezziamo gli sforzi  dell’attuale dirigenza, perché in manca del pane non si può pretendere di avere il companatico. Nel senso che oltre questa dirigenza c’è il nulla. Le nostre previsioni, purtroppo, si stanno puntualmente verificando - e ci dispiace - soprattutto in tema di programmazione. Quante volte abbiamo detto: senza un programma, soprattutto finanziario, non si va da nessuna parte, anche in considerazione del fatto che mancava pure il terreno di gioco su cui cimentarsi. Quello che sta accendo è sotto gli occhi di tutti. Dirigenti disorientati; giocatori che vanno e vengono; risultati negativi a ripetizione; risorse finanziarie al lumicino e via di seguito. In parole povere, se non vi sono quattrini non si può pensare di avere grandi risultati nel calcio come nella vita. E così è stato. Certo, i dirigenti lodevolmente ce l’hanno messa tutta per tenere la testa su e fare in modo che la città non tradisse la vecchia tradizione calcistica, che non è stata avara di soddisfazioni.
Probabilmente, avendo il terreno di gioco a disposizione si poteva raggranellare qualche punticino in più, ma questo non avrebbe modificato il discorso di fondo. Anche l’impiego dei giovani viene sostenuto talvolta per pensare di girare pagina, proposito che difficilmente si traduce nei fatti, perché non si può fare opera di smantellamento puntando soltanto su elementi che in campo ci mettono l’ardore, ma senza il supporto dell’esperienza. Bene hanno fatto pallacanestro e pallavolo a prendersi  un po’ di respiro e cessare l’attività, in attesa di tempi migliori. Tempi  che si annunciano lontani, perché la crisi si sta mangiando tutto e, quindi, anche potenziali sponsor. Sappiamo che la dirigenza calcistica si sta adoperando per trovare le soluzioni per salvare il salvabile. Noi ci auguriamo vivamente che riesca in questo sforzo titanico. Però, sarebbe finalmente il caso di guardarsi in faccia (e nel portafoglio!) e di pronunciare una parola definitiva su questa avventura, che si mantiene solo per la respirazione artificiale. Dire queste cose non significa voler addossare colpe ai dirigenti attuali o voler male alla squadra, ma solo mettere tutti dinanzi alla impietosa realtà. Cosa che dovrebbe  far parte di un giornalismo responsabile ed obiettivo.

Antonio Di Muro

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Visitare i siti monumentali a pagamento farà bene o male?

Il sospetto è che l’Amministrazione Comunale sia andata incontro ad un vero e proprio autogol. Sentite questa. Per poter visitare il castello, l’anfiteatro e il museo è stato deliberato che venga versato  l’importo di tre euro o di sei euro per il gruppo. In genere, questo prezzo d’ingresso, diciamo così, viene richiesto nei grossi centri turistici, dove l’affluenza  di visitatori è costante e corposa. Ed è giusto che sia così, perché queste strutture devono autofinanziarsi in mancanza di adeguati finanziamenti pubblici. Dunque, in definitiva la richiesta è pienamente giustificata.

A Lucera il flusso dei visitatori è mediamente scarso, per cui bisogna fare grossa opera promozionale per sperare di far giungere a Lucera un numero più consistente di visitatori. Il fatto di pretendere un biglietto di ingresso non è certamente un incoraggiamento a favorire il flusso turistico nei siti sopra indicati. Inoltre, nelle zone ad alto richiamo turistico, storico e religioso vi sono anche servizi adeguati nel contesto della zone dove insistono, per cui il visitatore trova anche la maniera di poter soddisfare le sue esigenze per una eventuale permanenza di qualche giorno.


Tanto per non allontanarci troppo, pensiamo al vicino Castel del Monte, dove proprio di recente è stata attrezzata un’area a titolo di confort per visitatori e studiosi. Insomma, non si capisce la logica che ha spinto gli amministratori a varare un provvedimento che può rivelarsi controproducente sotto il profilo del ritorno economico. In presenza di una prevedibile rarefazione degli arrivi, cosa pensa di incassare il Comune? Certamente una somma irrisoria, che non copre neppure gli attuali pochi servizi di accoglienza. A parte il fatto che è un problema addentrarsi nel castello, dove vi sono sparse diverse incompiute in termini di mancate opere di ripristino di scavi effettuati in vari periodi. Ecco perché parlavano di un probabile autogol da parte degli amministratori. I quali, peraltro, si stanno anche azzuffando per stabilire la primogenitura del provvedimento, che sarebbe stato meglio non farlo partorire. A meno non vi siano  elementi di ragionevolezza che a noi sfuggono!


a.d.m.

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