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Concorso letterario - Ass. Gruppo storico Svevo-Angioino

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LUCERA- Cerimonia di premiazione ieri sera al teatro Garibaldi. La manifestazione organizzata dall'Associazione Culturale Svevo Angioina, non ha registrato quella partecipazione di pubblico, soprattutto da parte degli allievi delle scuole elementari che ci si attendeva, con comprensibile rammarico da parte del presidente del sodalizio Michele Difonte. Oltre all'Assessore alla Cultura al comune di Lucera Mario Monaco erano presenti il prof. Michele Tolve che ha fatto parte della commissione per la valutazione degli elaborati degli allievi, tutti incentrati sul presepe, la tradizione e i suoi valori, la dott.ssa Marika Del Duca e il prof Giuseppe De Matteis dell'Università di Pescara. Anche il vescovo della Diocesi di Lucera Sua Eccellenza Domenico Cornacchia ha inviato un messaggio. In veste di moderatore Angelo Preziuso. Nonostante il prodigarsi degli organizzatori, solo due circoli didattici hanno dato la loro adesione, la scuola Fasani e la scuola Manzoni, peraltro onnicomprensivo della scuola media. Gli altri hanno declinato  l'invito. Evidentemente al corpo insegnanti delle altre scuole il presepe, con i suoi valori di cristianità, di storia e tradizione non importava. Così hanno anche  impedito agli allievi di prendere parte al concorso a premi. Nel suo intervento, l'assessore alla cultura ha molto insistito sull'importanza  di avvenimenti incentrati sulla conoscenza della nostra  storia , quasi a volerla rivalorizzare e portarla alla conoscenza, soprattutto, degli studenti lucerini. Ma dal  disinteresse evidenziato, il buon assessore, durante il suo mandato, dovrà prodigarsi non poco per sensibilizzare coloro che, per compito istituzionale hanno il dovere di inculcare agli allievi lo scibile di questa Lucera che, pare, non interessi a nessuno.
Ed è proprio questa la  sfida che associazioni culturali, istituzioni e la politica devono accettare, che arriva da larghi strati della popolazione e, paradossalmente, ha fra i suoi vessilliferi proprio il corpo docente di gran parte delle scuole lucerine. Spiace dirlo ma è così. Bene fanno, d'altra parte, i circoli, i cenacoli e le aggregazioni ad occuparsi di cultura. Almeno tengono accesa una fiammella di speranza che, col trascorrere del tempo, si fa sempre più  fioca. Se non c'è qualcuno che la  alimenti si spegnerà inesorabilmente e in questa Lucera che vede allontanarsi progressivamente i propri figli non rimarrà nulla, se non ler vestigia di un passato che, molto ha da raccontare. Ma che non trova neanche chi dovrebbe farlo.E dire che in altre località d'Italia sicuramente meno ricche si storia e di monumenti rispetto a Lucera, la storia e la cultura oltre ad essere un patrimonio, è divenuto un veicolo per far arrivare fondi e creare posti di lavoro. Con i  turisti a frotte che giungono  in qualsiasi periodo dell'anno.
A Lucera tutto questo, da decenni, è stato completamente ignorato dalle classi politiche che si sono succedute. Con assessori del tutto ignoranti del compito che avrebbero dovuto svolgere. Ora c'è il buon Mario Monaco, giovane ed animato da tanta buona volontà. La speranza è che riesca, nell'ambito che gli compete, a sollevare la polvere dell'indifferenza che sta coprendo Lucera. Certo, da solo poco o nulla può, se non è coadiuvato dalle istituzioni. Anche la Chiesa avrebbe molto da dire in un discorso di così ampio respiro. Così, uno sguardo d'ottimismo va rivolto al Vescovo, il quale attraverso il suo Magistero può svolgere un'opera di sensibilizzazione  e di promozione affinchè gli antichi di Lucera siano accessibili, anche ai più riottosi. Vero è che i lucerini sono gente di dura cervice. Tuttavia, guai a scoraggiarsi, pure in presenza di coloro che sono pagati per diffondere cultura. Senza il supporto della scuola, che in manifestazioni come quella che si è svolta al Garibaldi, latitano, tutto diventa più difficile. Allora non resta che affidarsi al volontariato delle numerose aggregazioni che, fra molte difficoltà, cercano di darsi da fare, magari in maniera disarticolata, ma sempre meglio di niente. In una città che pare aver smarrito la propria identità e non provare più interesse verso la sua storia, serve una robusta cura di sensibilizzazione, con iniziative da portare a conoscenza dei più giovani. Certo, se la scuola fosse più attenta, meglio disposta e meno impiegatizia l'operazione recupero diverrebbe meno complicata. Ma a dispetto dell'ignavia occorre andare avanti comunque. Altrimenti, di Lucera nel volgere di poco tempo, si perderà pure la memoria.

Gianfranco Sammartino


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