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Giustizia, la Regione Puglia batte un colpo

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Finalmente la Regione Puglia si è fatta viva in relazione alla battaglia che è in corso per evitare la soppressione del Tribunale. Lo ha fatto attraverso una dichiarazione del Presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna, il quale ha ribadito quanto tutti vanno sostenendo in questi giorni: cioè che è una follia chiudere un presidio giudiziario, avamposto importante per la lotta alla mafia (e non solo garganica) nella regione pugliese. Non sappiamo se Introna abbia potuto prendere atto in questo spazio del nostro sconcerto per il fatto che nel panorama dell’azione di protesta mancasse proprio la Regione Puglia, che era stata a guardare, quasi che il problema riguardasse un territorio lontano. Comunque, è importante che Introna abbia levato la sua voce a difesa del Tribunale. Ma, non basta. Quella dichiarazione a mezzo stampa resterà lettera morta, se Introna, in qualità di Presidente del Consiglio Regionale, non si renderà promotore di una iniziativa volta a far approvare in aula un ordine del giorno da inviare al Ministro della Giustizia, Paola Severino.

Certo, un presa di posizione così formalizzata (meglio  all’unanimità)  avrebbe un peso importante negli sviluppi della vicenda. Meglio sarebbe ancora che il documento venisse accompagnato da una solenne dichiarazione dal Governatore Nichi Vendola, anche nella sua qualità di leader di valenza nazionale.  Una presa di posizione determinata della Regione Puglia costituirebbe un tassello importante ai fini di un eventuale buon esito della protesta. Tutti coloro che intervengono opportunamente si richiamano ai documenti della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) e del capo della Procura della Repubblica di Lucera, dottor Domenico Seccia, figure che dovrebbero essere  le più qualificate per esprimere valutazioni in ordine ai problemi della criminalità, anche rispetto alle argomentazioni del Ministero.  Va aggiunto che anche il Ministero dell’Interno, Anna Maria Cancellieri,  ha avuto modo di sottolineare l’impegno degli organi giudiziari e delle forze dell’ordine nell’azione di contrasto alla criminalità, motivo per il quale aveva promesso la massima attenzione verso quanti conducono questa difficile attività.
Bella attenzione, verrebbe da dire, se il collega Severino nella stanza accanto decide di sopprimere proprio il Tribunale di Lucera e le sedi staccate, attraverso cui viene veicolato il lavoro delle forse dell’ordine! Insomma, la sensazione è che a Roma siano andati letteralmente nel pallone.  Qui, è chiaro, non si vuole un trattamento di favore perché siamo più belli e simpatici, ma soltanto difendere ragioni obiettive che scaturiscono dall’esame dei dati e dei risultati pubblici, che si muovono in direzione opposta a quelli ministeriali. Non sappiamo come questa storia andrà a finire. Speriamo bene, anche se non siamo ottimisti, come chi ci legge sa da tempo. Però, se dovesse essere chiuso il Tribunale e le sue sedi staccate registrammo un atteggiamento veramente punitivo senza precedenti, complice uno Stato disattento e ignorante.

a.d.m.

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