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Riscrivere la Storia in Dissesto: una furba manovra logorante

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Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del gruppo 'Riscrivere la Storia in Dissesto'
 
Da troppo tempo ormai, sussiste a Lucera in materia di Beni Architettonici, Storico - Culturali e Archeologici una tregua apparente, una sorta di bonaccia spossante che mira a far stancare tutte quelle associazioni o singole persone che sono contrarie alla linea e alle idee di questa amministrazione pressoché speculari a quelle delle precedenti.
Lo dimostrano i fatti. Basti pensare che sopportiamo da anni un telo nella nostra piazza principale che, nonostante le leggi abbiano imposto il vincolo di facciata, illustra l'edificio dell'ex asilo di Sant'Anna con un volto nuovo, che i benpensanti progettisti hanno pensato di appendere per poterci far abituare all’idea della nuova facciata. Oppure si pensi al “montacarichi” all'interno dell'anfiteatro romano che da mobile è diventato come la recinzione e il puntellamento del Sant'Anna, cioè fisso, parte del monumento stesso.
Non dimentichiamo certamente l'indagine archeologica preliminare nell'area dei casoni della fortezza svevo - angioina: calma piatta.
I lavori sarebbero dovuti terminare da più di cinque mesi ma, ad oggi, è ancora possibile ammirare il cantiere presente nonostante le promesse verbali di rimozione e completamento dei lavori. Promesse identiche a quelle del blocco del famigerato e alquanto visionario progetto “Terre e torri del Puer Apuliae” che da quegli scavi preliminari sarebbe dovuto partire. Parole, bofonchierebbe qualcuno. Fatti, per noi.
Sia al comune di Lucera che alla Soprintendenza competente abbiamo inviato varie lettere protocollate, alle quali aspettiamo ancora risposta. Alla soprintendenza avevamo chiesto di far luce sul cantiere ancora in essere all'interno della fortezza svevo – angioina affinchè ci potessero delucidare sul completamento dei lavori e sulla rimozione  del cantiere. Nessuna risposta. Al comune in sostanza è stata chiesta la stessa cosa ma, siccome probabilmente la soprintendenza pare adesso si rifiuti di rispondere ufficialmente alle domande di questo movimento, le stesse domande potrebbe porle la nostra amministrazione, esigendo nell'esercizio del loro potere amministrativo una risposta. Da entrambe le parti tutto tace, eppure le ultime missive le abbiamo inviate nei mesi di aprile e di maggio ad entrambi gli enti.
A questo punto, da parte nostra, è lecito domandarsi se i fatti stanno veramente come qualcuno vorrebbe farli apparire. Probabilmente anche in questo caso, come negli altri casi precedentemente indicati si sta tentando il gioco al logoramento. Si sta cercando di portare fino allo sfinimento, quelle voci che lecitamente si alzano e prendono piede fuori dal coro di una cerchia ristretta, o forse meglio ancora di un solista, che privo di ogni senso di logica culturale, artistica o storica pare conosca unicamente la logica meramente economica personale a discapito di un'intera comunità.
Chi, come l'amministrazione o la soprintendenza, esprime a parole di aver chiuso con la pratica di un progetto preliminare che, in sostanza, a nostro parere, andrebbe a “stuprare” il bene simbolo di Lucera, non fa seguire i fatti, si dimostra connivente con una logica che considera il nostro patrimonio artistico – culturale come fosse solo una proficua mucca da mungere quando si bramano finanziamenti. Senza alcun interesse d'amore per la nostra città come qualcuno si ostina a professare. Ma, soprattutto, dimostra di voler prendere in giro chi, come il gruppo di persone che compongono il movimento Riscrivere la Storia in Dissesto, ha espresso, portando all'attenzione delle istituzioni, la volontà e i dubbi di un numero piuttosto cospicuo di cittadini.
Di pari passo però il comune organizza l’evento degli eventi: l'Agenda del Turismo. Dovevano pur far vedere che qualcosa la sanno fare, infatti hanno delegato e pagato dei perfetti sconosciuti, che di Lucera conoscono solo il nome e chi li chiamati, per fare il giochino demenziale, offensivo, delle lavagnette dove i presenti avrebbero dovuto appendere i punti di debolezza e di forza della nostra città per fare sì che Lucera diventi una fiorente città turistica.
Già, il turismo. Un turismo che dovrebbe arrivare dal paradiso attraverso il gemellaggio con la città natale del beato Agostino Kazotic. Oppure dall'ingresso di Lucera nell'itinerario delle vie Francigene di Puglia. Una della poche cose che la storia di Lucera non può vantare certamente di aver avuto.
Ma poi invece ci sono in giro delle persone che vanno dicendo che Lucera qualcosa già ce l'ha. Non dovrebbe cercare nessuna luna nel pozzo. Dovrebbe solo saper custodire la sua bellezza e saperla offrire per attirare da queste parti dei visitatori. Vanno dicendo che il castello è in condizioni strutturali, estetiche ed igieniche vergognose. E che tagliare i pini che crescono sulla cinta muraria o evitare che all'interno dell'edificio federiciano vivano e proliferino i cani, sarebbe certamente meno costoso e più “produttivo” della costruzione di un non – palazzo di legno all'interno della fortezza medievale di Lucera. Queste persone a Lucera stanno diventando parecchie, ma forse, a parere di qualcuno, non meritano di essere considerate. Evidentemente queste operazioni necessiterebbero di troppa diligenza e pochi finanziamenti.
A Lucera qualcuno ha capovolto quell'orribile frase dell'allora ministro dell'economia, che disse che con la cultura non si mangia. Qui qualcuno pensa di fare prima “mangiandosi” direttamente la cultura. È superfluo ricordargli che finchè noi avremo mente e fiato farebbe bene a cercare pane altrove. 

Riscrivere la Storia in Dissesto

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