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Un lettore si esprime sul presente e sul futuro dell’Ospedale Lastaria

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di un nostro caro ed assiduo lettore, Nando Carrescia, sulla vicenda legata al presente e al futuro prossimo dell'Ospedale Civico Francesco Lastaria di Lucera.

"Spettabile Redazione,

Abbiamo commentato, tra amici, la decisione, per noi già scontata, della Regione Puglia sul declassamento e sulla riduzione dei posti letto per il 'Lastaria' di Lucera.
Vi chiederete: perché  decisione già scontata? Il perché è da ricercare dall’analisi sulle altre strutture 'concorrenti'. Come commenta il responsabile locale della UIL, ognuno dei nosocomi interessati ha i propri 'Santi Protettori', identificati, dal predetto, in Dino Marino e Damone a San Severo, Elena Gentile  e Arcangelo Sannicandro a Cerignola, con la complicità, sempre a suo dire, di Paolo Campo, Segretario prov.le del P.D.
Certo, considerato che il nosocomio di Cerignola passa  da 196 a 214 posti letto, quello di Manfredonia da 159 a 165, non può non ritenersi, sia come afferma il Festa e considera il Di Muro, che ci sia stata una 'longa manus' per non declassare quelle strutture sanitarie. E non ci vengano a dire che il Sindaco di Cerignola è del PDL e, quindi, di parte avversa alla dirigenza regionale. Se tagli ci fossero stati, la colpa sarebbe ricaduta sull’Assessore Elena Gentile rea di non aver tutelato la propria città. Idem per Manfredonia, retta da una amministrazione di sinistra, roccaforte in Capitanata della sinistra, patria di Paolo Campo, Segretario prov.le del P.D.
L’aumento dei posti in detti nosocomi risulta ancora più assurdo se si considera: 1) che la Giunta Regionale abbia deciso di stanziare una notevole cifra per un nuovo Ospedale nella Bat, in territorio limitrofo, quindi, a Cerignola; 2) che gli utenti sanitari di San Severo e Manfredonia preferiscono recarsi presso il nosocomio di San Giovanni Rotondo.
Non è nostro intento iniziare una sorta di 'guerra tra poveri', atteso che il diritto alla salute è di tutti i cittadini, bianchi o rossi, ricchi o poveri, con 'protettori' o senza; ma è altrettanto vero che questo diritto deve essere concesso equamente a tutti i cittadini della Regione Puglia o, nella fattispecie, della Provincia di Foggia. Ma è evidente che così non è se il risultato è la inopportuna decisione della Giunta Regionale. Si è cercato, più volte, di fare ingoiare la pillola dei tagli nella Sanità pugliese, con il concetto del famoso 'rientro' imposto dal Governo Nazionale. La domanda che sorge spontanea è: non è forse lo stare bene in salute il desiderio primario di ogni cittadino? E se così è, perché non stornare fondi da altri capitoli di bilancio? Perché i nostri deputati regionali hanno deciso solo ora di ridurre il numero dei Consiglieri? A parere non solo di chi scrive, ma di tutti coloro che non sanno o non osano parlare, anche cinquanta consiglieri sono tanti. Altre Regioni più grandi o importanti o più popolose ne hanno di meno. Non parliamo poi degli stipendi ed ammennicoli vari, compresi i mini Pc, concessi ad ogni consigliere che pare siano costati circa € 70.000. Non ultime le 18.000 assunzioni deliberate alla fine della precedente legislatura  e successivamente bocciate. Ed ancora, con un deficit di 400 milioni di euro nella sanità, si deliberava di concedere al San Raffaele, in Taranto, un contributo di 100.000 milioni di euro per l’Oncologico. Ripetiamo, non vogliamo una  guerra 'tra poveri', tra Province, tra Comuni ma neppure vogliamo che la guerra venga fatta da altri nei nostri confronti. Se i nostri Consigliere regionali andassero a scartabellare tra le tante spese inutili o correggibili della Regione Puglia, forse, rinvenirebbero i soldi per assicurare e tutti i cittadini pugliesi una migliore qualità della vita (come ad esempio, la pletora di Funzionari, i loro elevati stipendi, le liquidazioni d’oro). Ma così non sarà: i lucerini, i nostri compaesani del Subappennino dauno, gli amici delle limitrofe regioni saranno costretti, causa una politica scellerata, esigenze partitiche ed un acceso quanto inutile sciovinismo, a recarsi, se non moriranno prima di giungervi, a San Severo o all’intasato Ospedale Riuniti di Foggia che, pur con le eccellenze che ha a disposizione, non riuscirà a sopperire a tutte le urgenze  od ai ricoveri. E che dire della soppressione dell’U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia? Dovremo solo augurarci il ritorno delle ostetriche private, quelle che una volta accorrevano per far nascere i bimbi in casa. Non parliamo, poi, dell’Unità Coronaria, inaugurata in pompa magna, ed oggi chiusa nonostante abbia ben funzionato mercè lo spirito di abnegazione e le capacità professionali dei suoi operatori. Lo stesso discorso vale per la Chirurgia, l’Ortopedia, il Pronto Soccorso, la Medicina, l’Oculistica e le altre U.O. già chiuse. E noi, oggi, a causa della politica dei tagli e del riordino ospedaliero, dei 'tutorati politici' siano tornati indietro di 50 e più anni. Altro che progresso!
Ma è inutile piangerci addosso: in fondo la colpa è anche nostra. Come commentava l’amico Di Muro e come recita un vecchio detto “i lucerini sono amanti dei forestieri”. Tanto amanti che quando andiamo a votare, per convinzione, scambio e chi più ne ha più ne metta, votiamo sempre per “quello di un altro paese”. Le conseguenze sono:

1) il non avere un rappresentante locale, nelle varie istituzioni regionali e nazionali,  che si faccia portavoce e  tuteli i legittimi interessi della popolazione;
2) l’allontanamento dalla politica di chi ha veramente a cuore le sorti della Città. D’altro canto la politica locale docet.
Soppressione delle U.O a parte, la cosa più vergognosa di tutta questa storia, però, è il tardivo distinguo che Associazioni, partiti, liste di sinistra (ed anche qualche consigliere del centro destra) stanno operando in questi giorni nei confronti del 'loro' Presidente della Regione, dei 'loro' assessori e consiglieri regionali. Non ultimo, gli affannati 'distinguo', con relative ammonizioni, di Dirigenti Sindacali, di Capi di Liste Civiche, di  Segretari di partiti di Sinistra della nostra Città che con una faccia di...bronzo colgono l’occasione per cercare di scaricare la colpa sull’amministrazione comunale (di destra) rea di non essere riuscita a far valere le proprie ragioni presso la Giunta regionale (di Sinistra).  Cari SIGNORI,  con simpatia, Vi  diciamo che quegli articoli ve li potevate risparmiare; è robetta da  poco conto, da bassa politica e non  fa onore alle Vostre intelligenze. Chi ha occhi,  orecchie e cervello non crede più né alle fate e neppure a Babbo Natale. Andava bene 50 anni fa, quando si  accettavano tutte le balle di Destra e di Sinistra: ORA IL POPOLO E’ MATURO ED HA CAPACITA’ DI INTENDERE E VOLERE. SIETE ALLA FRUTTA E NON VOLETE RENDERVENE CONTO.
I vari candidati locali nelle liste facenti capo all’attuale Presidente della Regione, che tra l’altro non ha ridimensionato l’Ospedale di Terlizzi, sua città, allo stato delle cose non solo dovrebbero ricoprirsi il capo di cenere, manifestare pubblicamente il loro pentimento, ma DOVREBBERO RIMETTERE LE TESSERE DI ISCRIZIONE AI PARTITI E CHIUDERE LE SEZIONI. Questo potrebbe essere un comportamento accettabile da tutta la cittadinanza e che, forse, li riabiliterebbe agli occhi della opinione pubblica. In realtà, costoro, come salamandre, hanno cambiato subito pelle scendendo, temporaneamente, dal carro del vincitore per non perdere quei consensi ottenuti mercè amicizie, simpatie o legittimi voti di protesta, atteso che, escluso qualcuno, non ci pare abbiamo mai avuto la stoffa del politico. E’ troppo tardi, ormai, per unirsi al coro di protesta. Non bastano articoli, comizi, pubbliche dichiarazioni con cui defilarsi nel momento di crisi: il pallone  è scoppiato tra le Vostre  mani. Ci auguriamo solo che tutto ciò possa servire per ricompattare le forze politiche (ma ci sono?) di questa Città affinché, con voce univoca e superando le ideologie  (ma ci sono ancora?) si voti uniti per un cittadino espressione di una città colta e raffinata come lo è Lucera. Crediamo, però, che sia solo una vana speranza: il lupo perde il pelo ma non il vizio.

P.S. Questo scritto è di giorni orsono, redatto sulla spinta emotiva ma mai inviato. Oggi, però, abbiamo letto le dichiarazioni del consigliere Dino Marino (San Severo) e su alcuni punti, riduzione spese sanitaria, ricoveri a volte inutili (ma la colpa e dei pazienti o di chi fa la richiesta di ricovero o effettua il ricovero), nulla quaestio. Non siano d’accordo, però, quando parliamo di pochi 'centri d’eccellenza' contro piccoli rete di nosocomi generalisti. Per avere un 'centro d’eccellenza' sono necessari ottimi professionisti, paramedici specializzati nelle varie branche della medicina, strumentazioni all’avanguardia.  Senza nulla togliere ai validi operatori che vi operano, la domanda è: ma San Severo, Cerignola, Manfredonia possono definirsi 'centri d’eccellenza?' E’ stata mai fatta una indagine conoscitiva sui pazienti che, non fidandosi di questi 'centri d’eccellenza', si ricoverano agli OO.RR. di Foggia o San Giovanni Rotondo? E perché non poteva essere considerato centro d’eccellenza anche il Lastaria, atteso che buona parte dei professionisti saranno assorbiti, con incarichi dirigenziali, nelle altre strutture? Ed ancora, se è vero che la vita si è allungata, se è vero che  alcune patologie, come ipertensione, diabete e chi più ne ha più ne metta, possono essere curate meglio a livello ambulatoriale, con la telemedicina, perché questo discorso vale solo per i cittadini del Subappennino e di Lucera e non per quei cittadini di altre città che hanno visto potenziati i loro nosocomi a scapito di quello di Lucera?
E’ vero, non ci pensavo, siamo tutti uguali solo dinanzi alla morte; ma anche in questo caso, però, con una semplice differenza: ci sono quelli candidati a morire prima per mancanza o tardiva assistenza sanitaria e quelli che moriranno più tardi.
Inoltre, è stata smontato, sempre dal predetto consigliere, un altro grande principio e, cioè, che tutti dobbiamo collaborare alla ricerca scientifica per una lunga e migliore qualità della vita. Non serve più, anzi dobbiamo smetterla di contribuire, con le nostre offerte, alle spese per la ricerca: ora sappiamo che causa costi delle spese sanitarie, piani di riordino ecc., ecc. DOBBIAMO MORIRE E PRIMA ACCADE MEGLIO SARA’ PER LA SOCIETA’, quella sana ossia quella dei politici o politicanti (sic).
Chiuderemmo questo intervento, considerando i milioni della comunità spesi per realizzare la bella struttura del “Lastaria”, con una frase di TOTO’: “Ed io pago!”."
Cordialità.

Nando Carrescia

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