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Storia di Lucera - Il tempo degli Dei e il Carro del Sole

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L’isola di Lucera e le quattro colline degli dei Il tempo degli dei ed il carro del sole

Continuiamo il viaggio nella storia di Lucera e delle sue origini ad opera di Nando Carrescia.
Per farlo al meglio leggi anche: Lucera: storia della nostra città (Introduzione)
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Da: 'Luceria speciale duemiladue' di Apollo, Marincola, Postiglione, Trincucci

Gli Dei crearono se stessi  ad immagine e somiglianza degli uomini per mancanza di fantasia.
Perciò dovettero combattere contro le altre forze della natura per assicurarsi il predominio sul mondo e solo dopo le aspre guerre coi Giganti pensarono, per un attimo, a godersi la terra ed a progettarne il futuro assegnando i destini dei luoghi prima ancora che degli uomini.
In principio sembrò un gioco poi divenne una fatica, ma dovevano pur obbedire al loro medesimo destino, per cui si mossero prima a piedi, nei dintorni del monte Olimpo che avevano scelto a loro alta dimora, quindi per giungere più lontano chiesero aiuto al Sole  che offrì loro ogni giorno un passaggio col suo carro.
[…Si fermarono al tramonto, stanchi, di fronte  al mare d’occidente e decisero di continuare il giorno dopo].
All’alba del nuovo giorno dal Carro del Sole sbarcarono gli Dei - quasi profughi d’alto bordo - nelle terre promesse (tra l’emerso ed il sommerso) delle ricchezze d’occidente.
Per prima cosa inventarono l’Italia che anche allora non c’era, sommersa ancora dalle acque, da cui affioravano isole ed isole, poi collegate in catene montuose di tortuosi crinali  dorsali, midollo spinale delle vette e dei pensieri tra i più belli d’Europa.

La Puglia era ancora sott’acqua ed al centro dell’ampio golfo di Biccari e Volturino spuntavano le isole delle colline di Lucera, poco lontano la grande isola pietrosa, quasi un continente, del baluardo del Gargano.

La fondazione della città invisibile  

Dunque, nel nome della Luce, gli Dei concordarono di fondare Lucera e di assegnarle luminoso futuro.
Allora, tracciarono i confini invisibili e lessero i destini dei luoghi, uomini e cose così come li troviamo illustrati in una antica mappa del 1690 in cui sono segnalate non solo le tre tradizionali colline di Lucera (Monte Albano, Belvedere e Monte Sacro) ma anche la terra ad Oriente, cioè la collina del Parco del Sole, in cui sbarcarono gli Dei, con la casa del giardino divino dei Carmelitani.
Ogni città dura mille anni, se così vuole il destino o la storia, ma quattro di quegli Dei decisero, per gli uomini di Lucera, che ognuno di loro avrebbe dato un millennio di vita alla città, perché vollero assegnarle un cammino di vita più duraturo e lungo del loro. Gli altri Dei stabilirono che lì infine sarebbero ritornati, come ultimo rifugio, a segnare la speranza dell’immortalità.
Nel primo millennio, dalla fondazione fino all’epoca di Roma, la città sarebbe nata sui quattro colli; sarebbe stata la città del sogno e del mito.
Nel secondo millennio, la città avrebbe vissuto le glorie imperiali di Roma, occupando tre colline, seguendone i destini di decadenza.
Nel terzo millennio, la città medievale e moderna sarebbe stata piccola, grande e nuovamente piccola fino alle soglie dell’anno duemila.
Nel quarto millennio a venire, la città sarebbe ritornata ad estendersi sui quattro colli.
 
L’isola di Lucera  e le quattro colline degli Dei

Al tempo degli Dei, le colline erano un’isola al centro delle acque primordiali che sommergevano la piana  ed ancora si ritiravano a lasciare seccare al sole i crinali melmoso-argillosi.
Il carro del sole navigò sulle acque basse del mattino ed approdò sulle sabbie dorate ad Est-Sud-Est dell’isola che non c’è più.
Giove volle la collina più alta, al re degli dei l’acropoli, il punto di forza, l’Olimpo dell’isola.
Minerva prese la collina del belvedere, il luogo anti stress e di recupero della salute.
Cerere e Proserpina scelsero la collina del Monte sacro, il sito aperto ai campi del ciclo della vita, vicino ai vivi ed ai morti.
Apollo ed il Sole rimasero sulla collina della spiaggia dell’approdo, nel posto riparato ai venti freddi, più caldo ed aperto alla luce di mezzogiorno.
Giove diede alla terra la quercia del bosco sacro.
Minerva regalò un ramoscello d’olivo, Cerere e Proserpina il grano ed il melograno.
Apollo ed il Sole offrirono la luce.

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