CULTURA Lucera         Pubblicata il

Zona limitrofa all’ area Sacco: chiesa di Santa Maria delle Grazie ed ex Ospedaletto delle Cammarelle.

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In un clima elettorale acceso ma chiaro nelle suoi obiettivi, se pur apparentemente caotico, ci è dato ancora di sperare in scelte che tornino a vantaggio della nostra città?

La vicenda Sacco è tornata alla ribalta e gli scontri tra dirigenti e politici ci fanno capire che non sono state prese vie di soluzione trasparenti ed, anzi, queste appaiono distanti dagli interessi della collettività che, in ogni caso, paga.

Legata alla vicenda Sacco e al nuovo Piano Urbanistico Generale è la questione di Santa Maria delle Grazie e dell’ospedaletto delle Cammarelle in quanto le aree sono confinanti e, di conseguenza, potrebbero far parte di un unico disegno affaristico.

Non conosciamo i programmi dei quattro candidati sindaci (saremmo grati ai giornali locali se si facessero vetrina dei quattro programmi elettorali) riguardo alla destinazione del centro storico e della sua tutela e per questo ritorniamo su una vicenda nota e per ora finita in un cassetto.

Avevamo sperato che, a seguito di segnalazioni e denunce e del vivace dibattito sollevato dalla questione, la faccenda si sarebbe risolta in maniera dignitosa per la nostra città. In quanto associazione di semplici cittadini, non ci è dato di conoscere tutti i risvolti della vicenda e ci ha sconcertato quanto appreso da articoli di giornale, cioè del ricorso presentato al TAR dai proprietari perché venga annullata la sospensiva dell’autorizzazione all’abbattimento. Già il 20 settembre 2006, con lettera inviata alla Soprintendenza di Bari, Lucera c’è! chiedeva l’apposizione del vincolo per motivi storico-culturali su tutto il complesso di via San Domenico, edificato tra il 1300 e il 1600.

Al Comune chiedevamo una copia dell’elenco dei beni patrimoniali di interesse culturale esistenti nella città di Lucera, (stilato dal Ministero per i beni e le attività culturali ai sensi del Titolo I del Codice dei beni culturali e del paesaggio - D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) trasmesso con nota datata 28.03.2006 per il tramite della Soprintendenza regionale ed assunta al protocollo del Comune di Lucera in data 3 APR 2006 con il n. 11943; esso è importante perché è alla base del permesso di abbattimento e ricostruzione già rilasciato dal Comune di Lucera. Alla richiesta non è seguita alcuna risposta scritta, ma solo un insolente rifiuto verbale da parte del responsabile dell’ufficio urbanistica.

Abbiamo inviato alla Soprintendenza una seconda lettera in cui chiediamo con forza l’apposizione del vincolo storico-culturale sull’intero complesso e la risposta finora ottenuta lascia la possibilità di sperare che le associazioni abbiano anch’esse voce in capitolo nell’uso della macchina amministrativa.

Perché chiediamo il vincolo per motivi storico-culturali e cosa significa?

Il valore storico è quello che gli uomini attribuiscono ad un monumento, un luogo, là dove, anche se il significato originario non è più valido, l’edificio continua ad essere un luogo simbolo. Quel luogo, quell’edificio, al di là della rilevanza artistica, appartiene alla città interiore di molte persone e distruggerlo o cambiarlo significherebbe cambiare il modo di essere nella città. Tutelare il Patrimonio significa rispettare l’identità di una città, significa consentire alle persone di sentirsi radicati, significa favorire l’attaccamento ad essa e quindi l’impegno per migliorarla. La città, in quanto contesto territoriale entro cui si sviluppano relazioni umane, attività economiche, modelli di vita, deve essere un pezzo di ciascuna persona.

Non è difficile comprendere questo concetto se abbiamo come obiettivo un livello di vita semplicemente umana.

Ma i luoghi del cuore non possono coesistere con i luoghi degli affari. E la questione è tutta qui. Una chiesa del ’600, un ospedaletto del ’300 sono solo di impiccio a chi vorrebbe arricchirsi speculando sul mattone.

Ma noi insistiamo e ci appelliamo soprattutto alla Soprintendenza che ha, per compito istituzionale, gli strumenti per tutelare il nostro Patrimonio e quindi la qualità della nostra vita; e, ancora, alle Istituzioni che hanno il dovere di tutelare il bene collettivo.

Le scelte politiche successive al rilascio del permesso di demolizione sollecitano alcune domande.

Il provvedimento di revoca da parte del Comune di Lucera quando scade? perché non è stata annullato il permesso di costruire, una volta constatata l’illegittimità dello stesso? Così si tutela il bene collettivo, o gli interessi privati?

Anche in questo caso il pasticcio, che però ha una sua logica, si trasformerà in una beffa alla città e in un grosso affare? Considerando che nel PUG è prevista la ristrutturazione edilizia anche in centro storico, ossia la possibilità dell’abbattimento e ricostruzione dei fabbricati, quello dell’ospedaletto delle Cammarelle (l’edificio accanto alla chiesa di Santa Maria delle Grazie in via san Domenico) è solo il preludio dello scempio che potrà essere fatto ai danni della città in futuro?

Non dimentichiamo che l’incipit alla speculazione nel centro storico è stato l’affaire ex convento di S. Anna che doveva essere abbattuto per costruire appartamenti, box e uffici. In piazza Duomo! La mobilitazione contro lo scempio ha ottenuto l’apposizione del vincolo di rispetto (nei confronti della Cattedrale) sull’intera Piazza e quindi il blocco dei lavori. Ma la spropositata impalcatura (pagata da chi?) vuole indurre a far credere che l’immobile sia pericolante e lo smantellamento dei tetti sta favorendo, con la continua infiltrazione delle acque piovane, il “naturale” crollo della facciata. Era ben chiaro che a quella operazione sarebbero seguite altre dello stesso tenore: le Cammarelle, e poi il convento della Pietà, e poi tutto quello che in centro storico può diventare terreno per speculazione edilizia. Con qualche eccezione, ma nella stessa logica. Perché per l’ex convento di Santa Caterina, un altro convento pregno di storia (che, paragonato alle Cammarelle o all’ex convento di sant’Anna, è veramente in stato di forte degrado), c’era stato il condivisibile progetto di recuperarlo, mentre l’ospedaletto delle Cammarelle è da buttare giù? (semmai, in quel caso, era discutibile la scelta, sul piano sociale, dell’insediamento di 48 alloggi per anziani, cosa che, di fatto, avrebbe costituito un nuovo ghetto). Ora, sul caso, tutto tace; in attesa di un nuovo incarico tecnico?

Il valore di un immobile è forse legato alla convenienza di assegnare un progetto ad un determinato tecnico o ad una società di costruzione? non al valore artistico, non al valore storico culturale? Interessi privati contro interessi collettivi?

Lucera c’è! confida che abbia giusta conclusione il percorso che sta seguendo la Soprintendenza, per l’apposizione del vincolo storico-culturale così come essa dichiara nella lettera che ha inviato in risposta all’Associazione. Per salvare un pezzo della nostra storia e per scongiurare ulteriori saccheggi della nostra città.

Sulla vicenda cosa rispondono i candidati sindaci?

 

Lena Catalano per Lucera c’è!

Associazione Culturale di Promozione Sociale

 

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