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IX Festival lettratura mediterranea: musica, danza, poesia e rivoluzione

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La seconda e la terza serata del Festival sono state allietate dalle sonorità incantatrici del Mediterraneo Orientale.
L’incontro serale di giovedì 22 in Piazzetta Ar, dal titolo Poesia e Rivoluzione, ha avuto come protagonisti il poeta Mohammed Sgaier Awlad Ahmed e lo studioso Mohamed-Salah Omri, entrambi tunisini.
Le poesie tratte dal Diario della Rivoluzione sono state lette con l’accompagnamento di Simone Pulvano percussionista, Pejman Tadayon iraniano ed esperto suonatore di radif e strumenti persinani ed Enrico Gallo musicista che attraverso l’arte del riciclo riesce a creare strumenti musicali decisamente non convenzionali.
Un contributo importante è stato quello dell’antropologa Amalia Signorelli, moderatrice Costanza Ferrini.
Awlad Ahmed ha raccontato lo spirito da cui nasce la rivoluzione nella sua terra: “Si tratta di una rivoluzione che non trae ispirazione dalle ideologie politiche ma si compone come la struttura di una poesia…”.
La poesia nasce da una riflessione interiore, pacifica, a tratti impetuosa, che lascia un segno grazie alla forza delle parole di cui si compone.
“La poesia è verità”, continua Awlad Ahmed, “ma nella nostra società diventa menzogna…”.
Fondamentale, dunque, il ruolo degli intellettuali che però si dividono in due categorie: l’intellettuale organico e l’intellettuale burocrate; solo il primo possiede senso etico e spirito critico utili a condurre il popolo verso la speranza del cambiamento.
La Signorelli, invece, ha condotto uno degli interventi conclusivi focalizzando l’attenzione del discorso sullo sbaglio che si commette nell’educare i giovanissimi alla paura dell’Altro.
“I bambini sono curiosi per natura, non conoscono la paura fino a quando qualcuno non inizia ad insinuarla nel loro immaginario…”.
E’ necessario invece comprendere che l’Altro è interessante, è fonte di conoscenza e confronto. Infine il concetto di “straniero” è solo una proiezione delle nostre paure interiori, proiezione che ci impedisce di vivere senza pregiudizi, pregiudizi che potrebbero senza dubbio tradursi in bugie.
Lo spettacolo conclusivo della serata di venerdì 23, invece, ha condotto il pubblico in atmosfere conturbanti create dalla danza della italo-franco-marocchina Amal Oursana.
Il cortile di Palazzo Cavalli è stato il palcoscenico della performance: Amal, dopo aver letto brani tratti da Pettine e Nodi, accompagnata da Simone Pulvano e Pejman Tadayon, ha volteggiato come una farfalla bianca lasciandosi trasportare dalla musica e dal canto arabeggianti.
Dispiacciono alcune parentesi poco “politically correct” negli incontri con gli autori, qualche disguido organizzativo dovuto alla programmazione di eventi concomitanti e l’aver rilevato una partecipazione leggermente diminuita da parte del pubblico.
Ad ogni modo, dopo la parentesi dedicata alla letteratura noir durante la serata di sabato 24, attendiamo la conclusione prevista domenica 25, alle ore 19.00, in Largo Granata.

Eleonora Zaccaria

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