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Castello di Lucera e non solo, un supporto alle giovani idee

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Come da nostra politica, c'è sempre spazio per un confronto di idee. In merito al progetto che vede protagonista il castello di Lucera, e alle manifestaziioni ad esso collegate, si sono sollevate opinioni discordanti, a cui diamo volentieri voce, proprio in virtù del fatto che più se ne parla, più luce si offre al problema. Con la speranza che da pareri diversi vengano fuori soluzioni realizzabili.

Riceviamo e pubblichiamo

Il giorno in cui dovessi accusare dolori alle articolazioni e difficoltà di deambulazione mi rivolgerei, in primis, ad un buon ortopedico e ad un bravo reumatologo. Solo in seconda battuta andrei da un fisioterapista per mettere in atto quanto prescritto dagli specialisti. Ritengo si tratti di puro buon senso.
Applicando questo semplice criterio alle note vicende del Castello di Lucera, sono portato a dare maggior credito alle tesi del prof. Raffaele Licinio (docente universitario di storia medievale e Direttore del Centro Studi Normanno Svevi) e del prof. Giuliano Volpe (archeologo di conclamato valore e Rettore dell'Università di Foggia) che  a quelle di tecnici, sia pur molto bravi nel loro campo specifico, quali gli architetti Serpenti, Marconi e soci.  
I proff. Licinio e Volpe hanno bocciato senza mezzi termini la quasi totalità del progetto “Terre e torri del Puer Apuliae” ed hanno ben motivato le loro critiche.
Le loro considerazioni, ormai ben note, sono state opportunamente riprese e divulgate dal meritorio gruppo di giovani che si sta occupando della vicenda (vedi link correlati). 
L'iniziativa di questi ragazzi merita incondizionato appoggio da parte di tutti noi cittadini di Lucera. Non lasciamoli soli e cerchiamo, in ogni modo possibile, di dar loro una mano.
Veramente, qualche perplessità sia pur marginale l'ho avuta, ma non è questa la sede per parlarne e non è questo il momento di creare polemiche. Ora i ragazzi vanno solo incoraggiati e supportati.
Da grande appassionato, sia pur senza patenti, di storia ed archeologia e dando per scontata la necessaria priorità di interventi quali l'arresto del  movimento franoso, di un adeguato rimboschimento, di consolidamento delle mura e quant'altro, mi chiedo cosa si aspetti a promuovere un vera, importante ed esaustiva campagna di scavi.
Lucera nella sua lunga storia ha brillato con particolare fulgore in epoca romana e nel medioevo. Di epoca romana abbiamo un rilevante numero di reperti, di epoca medievale, invece, non abbiamo quasi nulla. Alcuni decenni or sono, nello svuotare una delle torri perimetrali del castello che minacciava di crollare sotto il peso dei detriti accumulatisi nel suo interno, fu rinvenuto un elmo del XIII secolo che ora è in bella mostra nel Museo Civico (io continuerò a chiamarlo sempre così).
Mi gira la testa se solo provo ad immaginare cosa verrebbe fuori asportando tutto il materiale di crollo che riempie lo spazio compreso nella cinta muraria. E badate bene, si tratta di materiali che hanno uno spessore di almeno tre o quattro metri! La prova evidente di quanto affermo, leggibile anche dai non addetti ai lavori, è nello scavo che è stato effettuato per portare allo scoperto (dalla parte interna) la porta di Guardiola. A proposito, sapete che quella porta veniva indicata anche con con il nome di “Porta del sangue”? Ma del perché di tale denominazione parleremo in altra occasione.
Se attorno ai resti dei muri affioranti dal terreno si asportassero metri di materiali, cosa ne verrebbe fuori? Ho ipotizzato, da incompetente, che forse a quelle costruzioni manca solo la parte apicale;  tutto il resto potrebbe essere ancora sotto terra. Vale la pena di pensarci, no? Senza dimenticare che li dentro, da qualche parte, c'era (dicono) la zecca imperiale! Di sicuro c'era quella di Manfredi, visto che è stato rinvenuto un punzone per il conio di monete con l'effige del principe svevo.
Infine un'ultima considerazione: potrebbe tornare utile alla stabilità o, comunque, ai lavori di messa in sicurezza del muro puntellato (a fianco della torre della regina) asportare le tonnellate di detriti che, dall'interno esercitano una enorme pressione.
L'argomento è appassionante e … immenso, ma questo non è un trattato e non posso tediare i lettori più di tanto.
Mi riprometto, in futuro, di affrontare altri argomenti riguardanti Lucera archeologica. Per ora basti solo qualche cenno: potremo parlare della Lucera arcaica, preromana, bizantina e longobarda, della città  dei mille cunicoli, delle cripte e delle sepolture nelle chiese più antiche e di tanto altro.
L'amico Antonio Di Muro, in un suo recente articolo, ha espresso preoccupazione per la possibile perdita dei fondi destinati al progetto in questione.
Vedi, caro Tonino, non so come stanno esattamente le cose dal punto di vista finanziario, ma di una cosa sono certo: se proprio non fosse possibile mantenere tali fondi cambiando in itinere le priorità di intervento, beh, pazienza! Lucera ha perso ben altri finanziamenti per la pochezza, l'inerzia e l'incapacità di amministratori succedutisi negli anni; vuol dire che perderemo anche questi soldini. Sarò ancora più esplicito: se per ottenerli dobbiamo fare scempio dei nostri monumenti, MEGLIO PERDERLI!!!
Di recente ho raccontato di una mia visita al “nuovo” Museo e dell'impressione negativa che ho ricavato dal sia pur parziale e provvisorio riallestimento delle sale.
Non ho ancora avuto modo di andare a vedere l'Anfiteatro dopo i lavori, ma da più parti ho sentito dire che il portale ora sembra fatto di cartapesta.
Mi auguro si tratti solo di una boutade, ma pare che nella nuova sede della Biblioteca, il convento del ss. Salvatore, ci siano già infiltrazioni di acqua.
Si parla di riqualificazione di via Federico II, che non ne ha assolutamente bisogno. L'unica cosa giusta da fare in quella strada sarebbe portar via quei sepolcreti che fungono da fioriere e panchine. Ormai siamo abituati a vederli, ma restano comunque orrendi!
Furono installati una ventina di anni fa e, nello stesso periodo, furono cementificati i giardinetti di piazza San Francesco e viale Castello; quest'ultimo con strutture e colate di cemento armato, fu ridotto a qualcosa che ricorda i camminamenti delle trincee, i bunker tedeschi della prima guerra mondiale e i campi di concentramento nazisti: di uno squallore allucinante. Sarebbe stato meglio lasciare il viale così com'era: una strada di campagna con l'erba ai bordi, ma forse più consona al paesaggio e al sito a cui portava.
Tutti questi interventi, più qualche altro che ora mi sfugge, furono opera degli stessi progettisti e tecnici.
Corsi e ricorsi storici: Museo, Biblioteca, Anfiteatro, Castello, Cappuccini, Via Federico II (?), altre cose di cui magari non sono a conoscenza. Perché tutto è affidato allo studio dell'architetto Serpenti? La mia non è una domanda maliziosa, sia ben chiaro,semplicemente, come cittadino, gradirei sapere con quali criteri si scelgono i professionisti a cui affidare tanti lavori e tanto importanti. Può il Sindaco o qualche Assessore o qualche dirigente comunale o anche solo qualche usciere magari, darmi qualche delucidazione in merito, per cortesia? Ho il diritto di chiederlo o è proibito?
Per chiudere torno al Castello. Continuo a chiamarlo così perché così lo abbiamo sempre chiamato a Lucera, ma chiedo al prof. Licinio, qual'è, in realtà, l'appellativo esatto del nostro monumento?
Castello, fortezza, castrum, maniero, arx? Ci illumini, per favore.
Sempre il prof. Licinio, tra le altre cose, ha avanzato una proposta che è passata un po' inosservata:
indire a Lucera, argomento la Fortezza, un simposio di luminari ed esperti al fine di capire in che modo riqualificare correttamente la struttura e come  “imporla” all'attenzione nazionale ed oltre. Ripropongo il suggerimento e penso, oltre allo stesso Licinio e a Volpe, a personaggi del calibro del prof. Cosimo Damiano Fonseca, del prof. Franco Cardini; penso ad archeologi di fama internazionale (soprattutto francesi e tedesci), a gente come Umberto Eco e Vittorio Sgarbi.
Direte: ma quanto costerebbe una cosa del genere? Certamente un bel po', ma il Comune di Lucera ha organizzato manifestazioni al Teatro Garibaldi di ben più modesto spessore culturale e di costi abbastanza elevati. Chiaro il concetto?
 
Franco Zaccaria

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Il titolo può sembrare forte ma, sono abituato a dire quello che penso e dopo aver letto l'opinione di a.d.m. sul progetto "castello" e sulle "polemiche" insorte di recente vorrei esprimere il mio disappunto verso a.d.m. che giustifica un ente istituzionale che palesemente politico, si pronuncia sui progetti che interessano i nostri monumenti, quando questi sono già stati affidati a personalità a loro vicine.
Mi esprimo con durezza perchè conosco la vicenda legata alla recente, civile e democratica protesta avversa il progetto di alcuni ragazzi che conosco personalmente e che, ignari di quell'obbrobrio storiografico che si vuole realizzare, perchè assunti ad impegni di studio presso sedi universitarie varie, hanno appreso il tutto e appena hanno potuto si sono messi in moto per attivarsi a salvaguardia del loro e nostro monumento.
Spiego inoltre che, il progetto richiesto dalla sovrintendenza non sia stato adeguatamente pubblicizzato per tempo, nè si è saputo delle intenzioni circa gli interventi da progettare e quale importo era disponibile per il castello di Lucera. In varie occasioni ho già esposto il sentimento nei confronti di questi enti come la sovrintendenza che sistematicamente impegna per lavori di restauro e ricerca archeologica, sempre ditte o professionisti esterni, nonostante abbiamo una facoltà universitaria che si occupa da tempo di questo ambito, nè ci mancano architetti o giovani restauratori o archeologi o storici.
Per ciò che attiene direttamente alla rispondenza del progetto circa i riferimenti storici, l'esempio che riporto e che ho già menzionato in altre circostanze, è quello dell'anfiteatro, dove a fronte di svariate migliaia di euro, si è sviluppato un recupero architettonico del monumento che a definirlo mostruoso è assolutamente gentile, vedasi che specie di gradinate e che struttura espositiva hanno installato, ma per il castello perchè l'ente non ha affidato all'università di foggia il compito di effettuare degli scavi al suo interno? Perchè non ha previsto prima lavori di consolidamento dell'intera cinta muraria e delle torri? Perchè non ha effettuato idonei sopralluoghi in città per individuare un idoneo sito dove ospitare e rendere fruibili i famosi mosaici paleocristiani? Tutto questo ed altro non fà che suscitare sospetti e viste le disattese e scorrette informazioni alla cittadinanza, ritengo sia giusto protestare in modo civile e critico proponendo alternative, così come ben hanno fatto i nostri giovani, e che vadano supportati e ascoltati dalla sovrintendenza perchè hanno chiare le idee e il loro progetto non muta forma e storia del monumento anzi, lo rendono fruibile e compatibile con una fruizione turistica di massa.
La tardiva reazione di quel gruppo di ragazzi è giustificata dal fatto che le nostre istituzioni locali non hanno voce in capitolo e mi permetto di dire neanche competenze adeguate per contrastare fenomeni di pura invadenza! Lasciate spazio ai giovani!

MDF

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