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Il contratto di quartiere 2, esempio di distruzione del territorio lucerino

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Riceviamo e publichiamo
 
Sulla questione della 167 si sono spese tante parole che sono entrate a far parte di un grande argomento piuttosto spinoso come quello dell’urbanistica.
A dire il vero il boom della discussione è cominciato tanto tempo fa quando in un Paese come l’Italia oltre allo sviluppo industriale, basava la sua crescita economica sull’edilizia, quest’ultima un’attività che rivestiva anche carattere sociale per il numero elevatissimo di risorse umane da impiegarsi e per la necessità di raggiungere un più esteso benessere con la disponibilità di abitazioni sufficienti per l’intera popolazione.
Tutti questi aspetti non sottovalutabili hanno dato una forte ed inconsapevole spinta alla speculazione cosiddetta “edilizia” che ha collateralmente prodotto cementificazione senza regole e distruzione dell’ambiente senza poi, tener conto del territorio sul quale si edificava con le conseguenze che via via si sono dimostrate allorquando eventi naturali hanno messo a dura prova, metodi e regole di costruzione inadeguate e pericolose.

Lucera che sorge su uno strato di argilla ha sorretto bene ma, ciò è avvenuto anche grazie alla misericordia della natura, per fare un triste paragone, se avessimo avuto un terremoto della stessa intensità come quello avvenuto in Abruzzo, avremmo sicuramente visto come si era edificata la città. In particolare i nuovi rioni come 167, Lucera2 e Lucera3 che insistono architettonicamente come delle schiere parallele, avrebbero rappresentato un effetto domino crollando l’una sull’altra.
Ma per le deduzioni scientifiche e tecniche lascerei l’analisi ai tecnici, interessandoci invece di quei criteri adottati dagli stessi tecnici, nell’individuare aree e nello stabilire requisiti urbanistici di edificazione.
Per restare in tema di nuovi rioni, recentemente è stato a più riprese contestato il cosiddetto “contratto di quartiere II”. La contestazione dei cittadini trova un riscontro alla luce di quello che comunemente si dice “il senso del legislatore” con il quale l’organo legiferante ha inteso comporre una norma con il preciso intento di raggiungere uno scopo sociale.

Nella fattispecie lo scopo che si prefiggeva il legislatore con l’adozione di particolari norme, era il recupero di aree periferiche delle città che versavano nel degrado poiché la speculazione e la cattiva amministrazione locale, non avevano assicurato i minimi livelli di vivibilità a quei cittadini che in quei contesti erano residenti.
Cosicchè nelle periferie, come quelle di Lucera, grazie alle cattive amministrazioni e alla galoppante speculazione di avidi imprenditori, intere  periferie sono prive di ogni spazio utile alle ordinarie necessità sociali, siano esse di relazione che di pubblica utilità.
Mai come negli ultimi tempi la coscienza sociale si sta destando e intende riappropriarsi della propria vita, per tanto tempo nascosti in un guscio di omertà e indifferenza, la cittadinanza è rimasta inconsciamente inibita lasciando ad altri la responsabilità di rovinare quanto di più bello si potesse avere come il proprio territorio, migliorato e non deturpato.

Il contratto di quartiere 2, così descritto superficialmente dall’amministrazione, non è altro che un ennesimo esempio di distruzione del territorio, privazione dei diritti dei cittadini e un’altra occasione di speculazione edilizia. Mentre, i cittadini di Lucera si sarebbero aspettati che una cifra come quella finanziata dallo Stato di 5 milioni di euro, venisse investita per migliorare la vita nel quartiere 167 e pezza del lago, magari con realizzazione di centri per anziani, per giovani, delle piazze, degli spazi verdi, dei parchi per bambini, delle piste ciclabili, una postazione di pronto soccorso e tutto quel necessario per una corretta e normale vivibilità.
Nel progetto, però, bisogna ammettere che il comune di Lucera, aveva previsto la costruzione di alcune palazzine per giovani coppie e anziani, facendo passare l’idea che una ragione sociale ci fosse alla base del progetto per l’approvazione in ambito regionale ma, dimenticando che fin’ora è stato edificato nella zona 167 come area di edilizia popolare e convenzionata, quindi con la già prevista possibilità di adottare simili progetti senza intervenire con altri che ridurrebbero i cosiddetti “standard” cioè degli spazi disponibili per ogni cittadino residente. Invero, l’idea di nascondere una mera speculazione è sotto gli occhi di tutti, difatti altre costruzioni sono state previste nel progetto, sulla via scarano, più precisamente è dettagliato sulla piantina del progetto, la edificazione di 4 palazzine di cui una, sempre per poter sostenere che di fondo c’è un interesse sociale, dovrebbe essere destinata per gli anziani.
Però, per ironia della sorte “(e non della speculazione!!!)”, al bando indetto dal comune, ha risposto una sola impresa che peraltro è stata estromessa successivamente. Quindi, presumibilmente, quella palazzina sarà edificata con un uso differente.

Processi alle intenzioni non se ne vogliono fare ma il progetto “contratto di quartiere 2” è realtà e non si evidenzia l’interesse e lo scopo del legislatore teso a migliorare i quartieri periferici della città, si pone quindi l’esigenza di tutelare il patrimonio legittimo di ogni cittadino rispetto alla propria vita, ricorrendo alla civile partecipazione e manifestazione a tutte le iniziative per indurre l’amministrazione a tornare sui propri passi e a mettere in pratica reali progetti di miglioria della vita.

MDF

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