POLITICA Regione         Pubblicata il

Pretendere generosità dalla casta? Illusione

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L’angolo di Antonio Di Muro

Lascia davvero un senso di sconcerto la richiesta di una trentina di consiglieri regionali pugliesi (rieletti e non ) di ottenere il minor introito del dieci per cento calcolato sulle loro indennità, a seguito  di una decisione della Corte Costituzionale, che ha annullato la legge statale che consentiva  tale la decurtazione.  I richiedenti reclamano l’accredito di 63mila euro di arretrati a testa, che, moltiplicati per i 70 consiglieri interessati, fanno circa 5 milioni di euro, che comprendono anche i sette mesi della legislatura in corso. Naturalmente i consiglieri sono legittimati a fare questa richiesta, perché la norma glielo consente. Insomma, nulla quaestio sul piano giuridico. Il problema riguarda piuttosto l’opportunità di farla in questo momento, in cui proprio i politici, nazionali e regionali, dicono a noi poveri cittadini di stringere la cinghia, di fare sacrifici , di comprendere che tutte le stangate sono una manna dal cielo, proprio come quando ci facevano prendere l’olio di ricino. Doverosamente va detto che sull’argomento si è aperto un largo fronte del “no”, per cui c’è ancora da sperare che questi nostri benemeriti rappresentanti facciano in tempo a retrocedere dai loro propositi. Alcuni di questi consiglieri, per giustificarsi,  affermano che non bisogna lasciarsi trasportare dall’andata anticasta, ma di valutare le situazioni con serietà e misura. E’ vero, dicono costoro, che i consiglieri regionali pugliesi sono ben pagati, ma devono mantenere anche la segretaria, l’addetto stampa, il partito attraverso il contributo personale e via di seguito.
 Ci sarebbe da dire a cosa servono queste figure, se la struttura regionale è così elefantiaca e prevede al suo interno uffici e responsabili che possono servire all’attività di supporto del consigliere regionale.  A parte questo, non si capisce con quale sfrontatezza si avanzano tali richieste, che si associano a tante altre che ci vengono segnalate da altre regioni, dove nessuno di quelli che amministrano è disposto a fare un passo indietro. Anzi, guai a toccarli!  Tutti si sentono insoddisfatti, tutti dicono di rimetterci, ma nessuno abbandona e torna a casa. E’ decisamente un momento difficile per tutta la politica che non risparmia quasi nessuno sul piano della incoerenza. Una incoerenza che alimenta giorno per giorno l’antipolitica, come quando vi è difformità di atteggiamento ai livelli regionali quando l’espressione politica di maggioranza è differente da quella centrale, governativa.  Se nella propria regione si amministra male, i governatori chiedono la luna nel pozzo a  Roma, che pure criticano per le stesse proprie inefficienze.   Si critica, ad esempio, la gravosa incidenza  nazionale delle misure per la sanità, mentre in casa propria si fa la stessa cosa.  Insomma, occorre una linea  omogenea di comportanti se vogliamo uscire da una  crisi che  può travolgere tutti. Forse non si ha ancora la percezione di tale crisi, rispetto alla quale tutti  pensano di restare al riparo. E non è così. Se la casa crolla, sotto ci restiamo tutti.

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