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Cicloamatori lucerini, l’Avventura della Gran Fondo del Gargano

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Ludovico Di Giovine mentre supera un concorrente Nardacchione  “il Cobra” in seconda posizione

Il racconto dell'avventura sportiva di un gruppo di cicloamatori alla Gran Fondo del Gargano

Il giorno 8 maggio si è svolta la 17^ edizione della Gran Fondo del Gargano. Manifestazione ciclistica, quest’anno per la prima volta con partenza e arrivo a Mattinata. Questa corsa ciclistica si snoda solitamente tra le località più belle del Gargano e della foresta umbra, con un percorso che supera i 120 chilometri, di cui oltre 50 di salite.

Un cicloamatore lucerino, Marcello Mastrolilli è riuscito a convincere un gruppo di altri sei appassionati praticanti della bicicletta, a partecipare a quella che viene definita una delle maratone ciclistiche più belle paesaggisticamente, ma tra le  più dure per le molte salite. Infatti il motto di questa gara è: “Per molti ma non per tutti” a simboleggiare la difficoltà di portarla a termine.
Marcello ha convinto gli amici ad accettare questa sfida con se stessi affrontando questa prova  con spirito goliardico, come una scampagnata, e senza pretese di classifica, ma per il piacere di partecipare ad un grande evento sportivo. Dopo diversi tentativi di convincimento nelle passeggiate domenicali, Marcello è riuscito a convincere altri sei cicloamatori, tra i quali alcuni piuttosto avanti negli anni, tra questi anche un amico di Biccari e uno di Pietra M.  i sette incoscienti sono:
Giuseppe Nardacchione, Mario Vacca, Michele Forzieri, Ludovico Di Giovine, Raffaele Cornacchia di Biccari e Carmine Forte di Pietra Montecorvino.
La Gran Fondo del Gargano
è una manifestazione che richiama ciclisti da tutta Italia, per esempio la prima classificata delle donne partecipanti  è stata un’atleta di Rimini.
I nostri eroi si sono presentati di buon’ ora a Mattinata in una splendida giornata di sole e si sono trovati immersi in una moltitudine di colori, auto cariche di biciclette, ciclisti dappertutto. Alla partenza erano in 710 concorrenti. Prima del via è stato osservato un minuto di silenzio in memoria del concittadino Massimo De Palma, prematuramente scomparso lo scorso anno durante una gara ciclistica a Lecce.
Il percorso prevedeva subito una salita di 19 chilometri fino a Monte S. Angelo. I nostri eroi si sono mischiati alla folla multicolore e si sono dispersi in essa ognuno con le sue sensazioni ed emozioni e anche con i suoi timori di non farcela. Nella discesa veloce verso valle carbonara, a Di Giovine scoppiava la gomma anteriore e rimaneva appiedato, in preda al timore che per lui l’avventura fosse già finita. I corridori passavano velocissimi a centinaia, dov’erano i compagni ?. Erano ognuno impegnato a  badare a se stesso e alle difficoltà del percorso. Il nostro cambiava la gomma e riprendeva la corsa all’inizio per forza d’inerzia, poi, con rinnovato entusiasmo man mano che raggiungeva e superava gli ultimi corridori.
Per un breve tratto si rivedeva in corsa con l’amico Marcello e con l’amico Forte; nel continuo avanzare e arretrare dei vari gruppi che si formano e si disfano, ci si trova e ci si perde, l’unica cosa che rimane in comune è la voglia di farcela, arrivare all’arrivo, arrivare a Mattinata. I nostri sette si trovavano ormai dispersi nel mare di ciclisti dove ognuno cercava di non farsi staccare dal gruppo in cui si trovava e anzi cercava di andare più avanti, infatti Mario Vacca cercava di restare aggrappato al gruppo di testa, Michele Forzieri stringeva i denti e si difendeva dagli attacchi che avvenivano nel suo gruppo.
Nardacchione (“il cobra” per gli amici), era costretto ad abbandonare la buona posizione in cui si trovava, perché si doveva fermare per i crampi  sulla salita di S. Tecla e poteva riprendere solo dopo alcuni minuti di stop.
Raffaele Cornacchia,  dopo un inizio fatto ad andatura molto forte aveva pagato lo scotto ed ora procedeva con qualche difficoltà.
Dopo i tornanti percorsi prima in salita e poi in discesa nell’ombra delle querce secolari della Foresta umbra, in cima alla quale c’era anche un punto di ristoro con acqua e succhi di frutta, dopo una discesa lunghissima si giungeva nella luce abbagliante del lungomare di Vieste. A questo punto erano stati percorsi circa ottanta chilometri dei 120 totali.
Si imboccava la litoranea, quindi in quello scenario meraviglioso, si superavano le famose località turistiche di Portonuovo, poi Gattarella, poi Baia S. Felice tutte caratterizzate da lunghi e impegnativi saliscendi, lievi da percorrere in macchina, ma  duri da superare in bicicletta. Arrivati sulla splendida Baia di Campi, neanche il tempo di ammirare l’eccezionale bellezza del mare, che  iniziava la durissima salita di Santa Tecla, 6 chilometri con pendenze fino al 12%.  Superato questo durissimo ostacolo, si continuava a percorrere le litoranea con saliscendi e brevi discese durante le quali si ammiravano scorci di grande impatto paesaggistico, come Vignanotica, Baia delle Zagare, Fontana delle rose, mattinatella e infine si giungeva in una curva dove un rassicurante cartello: “5 km all’arrivo”  infondeva nuovo vigore e la quasi certezza di farcela. Infine si planava sul porticciolo di Mattinata, ancora qualche rettilineo e poi l’arrivo nel centro del paese.
Ci siamo tutti, dopo lo scambio delle reciproche impressioni andiamo a brindare e a guardare l’ordine d’arrivo.
Per la cronaca i piazzamenti finali sono: Mario Vacca (128°), Michele Forzieri (154°), Giuseppe Nardacchione (228°), Raffaele Cornacchia (228°), Ludovico Di Giovine (256°), Marcello Mastrolilli (305°), Carmine Forte (312°).
Ce l’abbiamo fatta, siamo stanchi e felici di aver portato a termine l’avventura. Grazie Marcello per averci convinto a sfidare noi stessi.

Ludovico Di Giovine  

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