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I giovani e la Fede: un rapporto difficile, incontro all’'Unione' con don Armando Matteo

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Sono stati soprattutto i giovani gli interlocutori con cui si è confrontato e in qualche maniera cimentato don Armando Matteo (assistente nazionale della F.U.C.I., Federazione Universitaria Cattolica Italiana) nel corso di un incontro al Circolo Unione di Lucera, in sede di presentazione del suo libro dal titolo: ”La prima generazione incredula”, pagg.102, euro 10,00, editore “Rubbettino”. Un incontro in mare aperto, nel senso che l’oratore ha affrontato a tutto campo le tante tematiche che interessano il mondo giovanile rispetto al tema della fede, un tema di grande attualità perché investe lo stesso cammino della Chiesa. L’intervento si è logicamente sviluppato in un contesto molto ampio, posto che il collegamento non può riferirsi soltanto  al mondo ecclesiale, ma deve necessariamente investire tutto il panorama storico e sociale nel quale i giovani hanno modo di crescere e di formarsi. E il contesto generale è così frastagliato, imprigionato nei suoi schemi fissi, nelle solite giaculatorie di permissivismo che rende anche difficile l’approccio all’area di riferimento della Chiesa. Ovviamente, considerare il mondo giovanile come espressione a se stante della società o come  freccia impazzita non  giova a delineare una analisi corretta. E’ tutto il retroterra che presenta  delle zone vuote di quella fede trascinante e vigorosa che ha contraddistinto le vecchie generazioni. Una fede spesso devozionale, certo, ma pur sempre costitutiva di un anello importante di collegamento con mondo della religiosità.
Afferma testualmente l’oratore in uno dei passi illuminanti a tal proposito:” Evocato il generale disinteresse per il mondo della fede da parte degli uomini e delle donne di oggi, l’analisi assume  un tratto sorprendente se si svolge lo sguardo soprattutto alle nuove generazioni, ai giovani, in particolare a coloro che sono nati tra il 1980 e il 1990, i quali non senza enormi difficoltà si accingono a scegliere quale tipo di persona intendono essere e iniziano ad attuare tale scelta.” E ancora: “Approfondendo quanto sopra espresso, sembra di poter dire che ormai anche i giovani non hanno più antenne per Dio, per la fede, per la Chiesa. I segni più evidenti  di una tale incredulità e anaffettività nei confronti di Dio e della Chiesa sono almeno tre: una profonda ignoranza della cultura biblica; una scarsa partecipazione alla formazione cristiana post-cresimale;  una notevole disinvoltura nel  disertare l’assemblea eucaristica domenicale”.  Ovviamente, non si può pensare di mettere sulle spalle della Chiesa tutta la responsabilità di formare i giovani, i quali tante volte cercano la via della fede all’interno di quelli che dovrebbero essere due pilastri della sfera educativa: la famiglia in primis e la scuola.
E di qui, prima che dagli oratori, che passa la speranza dei giovani di incontrare Dio. Occorre accogliere al volo questa speranza, dandole voce e occasione di esprimersi al suo interno. Un grido di speranza, dunque. E da questo grido che bisogna partire per il loro futuro, per il futuro della società, per il futuro della Chiesa.  Il lavoro davvero coinvolgente di don Armando mira a dare  un contributo qualificante in questa direzione, soprattutto perché frutto di una esperienza personale vissuta proprio a contatto diretto col variegato mondo giovanile.  Don Angelo Matteo ha 41 anni ed è laureato in Filosofia a Milano, Università Cattolica, ed ha conseguito il dottorato di ricerca in teologia fondamentale presso La pontificia Università Gregoriana. E autore di altre pubblicazioni. Attualmente è docente di Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana e l’Istituto Teologico Calabro. Di gran qualità il parterre dei partecipanti al tavolo dell’oratore: il Vescovo della Diocesi Mons. Domenico Cornacchia e il segretario nazionale di “Rinascita Cristiana”, Sacchi Lodiposto. Il compito di coordinatore è spettato all’avvocato Pietro Agnusdei, anch’egli del comitato nazionale di “Rinascita Cristiana”. Il saluto è toccato al presidente del Circolo Unione, Vincenzo Bizzarri.

Antonio Di Muro

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