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Benincaso alle prese con due grossi problemi: la biblioteca comunale e il museo civico

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Acclarato che sa fare l’assessore alla cultura e al turismo (sul nostro profilo pubblicato giorni fa ci sono state diverse convergenze, cosa difficile in politica!), Germano Benincaso si trova ora ad affrontare due problemi importanti, di struttura, come si dice, quali la inaugurazione della nuova biblioteca comunale nella zona dei giardini pubblici e la gestione ordinaria del museo civico, dopo che la direttrice Lisa Pietropaolo ha chiesto ed ottenuto il distacco a Napoli, cosa che non gli consentirà di seguire in maniera diretta la struttura museale per almeno un paio d’anni. E a quest’ultimo periodo si devono aggiungere altri tre anni di assenza della stessa direttrice per ragioni simili. La biblioteca. E’ praticamente senza un direttore effettivo dalla morte del compianto Giambattista Gifuni, tranne una breve parentesi di un tale Boselli (si chiama cosi?), vincitore di concorso e successivamente destinato alla biblioteca vaticana su sua richiesta. C’è stata una parentesi con Antonio Orsitto, il quale, però, proveniva dall’ufficio anagrafe e stato civile, per cui non può dirsi che sia stata la migliore soluzione individuata, benché lo stesso abbia dimostrato di poter fare molto bene anche  per un periodo lungo, se non fosse stato di fatto costretto a ritornare al suo posto di origine per impuntature di carattere politico. Insomma, era una soluzione in qualche modo condivisibile in una città in cui quelle definitive vengono solitamente rimandate alle calende greche.
La biblioteca è in affanno e se non ci fosse quel pedalatore e passionale di Michele Conte, riveniente dalla scuola di Giambattista Gifuni, a mandare avanti la baracca, staremmo a quest’ora a parlare di inutilità o forse di chiusura della struttura. Qui il personale è carente e, comunque, non in grado complessivamente per qualità di calarsi nelle esigenze di una grande e moderna biblioteca.  C’è ovviamente il problema degli spazi. Qui, però, le cose dovrebbero evolversi per il meglio, dato che la nuova sede è quasi pronta, anche se le lungaggini burocratiche e tecniche non ne hanno consentito l’apertura in tempi più brevi, tenuto conto che la progettazione e finanziamento risalgono ai tempi di Mimmo Bonghi.  Benincaso dovrà affrontare soprattutto il problema del personale, poiché non si vede come possa funzionare la nuova biblioteca con quello attualmente a disposizione, considerato anche che gli spazi da gestire saranno  di maggiore ampiezza.
Si dovrà decidere cosa fare della sede attuale, posto che si era pensato di utilizzare entrambe le strutture. Sarebbe il caso di liberare quella attuale e destinarla agli uffici comunali che soffrono  di una atavica insufficienza di spazio. E’ inutile pensare alla grande, quando si dispone del solo pane e non anche del companatico. Museo. Qui sono stati fatti lavori alla grande, utilizzando i fondi del terremoto, grazie – diciamolo – alla gestione Labbate, il quale si inserì provvidamente nei finanziamenti del dopo sisma, riuscendo a dare a questa struttura una immagine e una funzionalità davvero di avanguardia, quelle che per  anni ha sognato l’allora direttore facente funzioni, il prof. Leonardo De Luca.  Anche qui c’è un problema di personale. Anche qui si è reclamato per anni la nomina   di un direttore effettivo, nomina per anni caldeggiata dallo stesso Gifuni, che per un lungo periodo è stato responsabile  ad interim della biblioteca e del museo.
 Dopo averlo ottenuto, siamo punto e accapo. La dottoressa Pietropaolo ha ragione di preoccuparsi del suo avvenire e dei suoi interessi, ottenendo quello che legittimamente chiede. Però, di questo passo non può dirsi che venga assicurata la continuità di gestione del museo,  che per rilanciarsi ha bisogno di una guida che operi sul posto quotidianamente, insieme, ovviamente, a collaboratori esperti e di fiducia. Avere a disposizione solo locali ampliati, ammodernati,  assoggettati alle norme di sicurezza, attrezzati in modo più consono alla filosofia dei musei moderni non servirebbe a nulla, se all’interno non  vi sarà assenza di personale qualificato. Inoltre, il museo non ha solo una funzione statica, nel senso che non deve aprire le porte solo per essere visitato. Il museo deve fare anche azione dinamica di promozione culturale e far, così, rivivere i tempi trascorsi attraverso la conoscenza e la valorizzazione dei preziosi reperti ivi custoditi.
Insomma, il futuro culturale della città passa anche e forse soprattutto attraverso queste due strutture. L’assessore Benincaso ne è consapevole, anche se non nasconde le difficoltà dinanzi ad un lavoro complessivo che richiede obiettivamente l’utilizzo di risorse corpose. Benincaso, però, ce la deve mettere tutta, anche rompendosi la testa nella individuazione dei finanziamenti di provenienza esterna. Nella precedenza corrispondenza abbiamo detto che Germano è bravo. Va bene, lo ribadiamo. Vorremmo, però, che fosse bravissimo nella misura in cui riuscirà a risolvere i problemi prima indicati.

Antonio Di Muro

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